Brexit, l’ex ministro Justine Greening chiede un secondo referendum
16 lug 11:13 – (Agenzia Nova) – L’ex ministro dell’Educazione Justine Greening e’ diventata la piu’ importante esponente del Partito conservatore ad appoggiare l’idea di un secondo referendum sulla Brexit: lo scrive il quotidiano laborista “The Guardian”, riportando la clamorosa presa di posizione dell’influente politica conservatrice che nel voto del giugno 2016 si era schierata a favore del “Remain”, cioe’ per la permanenza della Gran Bretagna nell’Unione Europea. Secondo quanto Justine Greening ha scritto in suo intervento inviato alla stampa oggi lunedi’ 16 luglio, un secondo referendum e’ l’unica soluzione per evitare il prevedibile stallo parlamentare sulla Brexit: secondo l’ex ministro, infatti, il piano elaborato dalla premier Therea May e che ha gia’ provocato una vera e propria ribellione tra gli esponenti piu’ euroscettici del Partito conservatore (i cosiddetti “Brexiteers”), non e’ affatto un “compromesso accettabile” che possa raccogliere il consenso del Parlamento. “E’ un budino che non posso ingoiare”, ha dichiarato la Greening, per la quale il piano della May e’ “il peggio dei due mondi”: costringerebbe infatti la Gran Bretagna ad obbedire alle regole Ue, senza che pero’ il paese possa mettere becco nelle decisioni di Bruxelles. Secondo l’ex ministro dell’Educazione, a questo punto “l’unica soluzione e’ di togliere la decisione finale sulla Brexit dalle mani dei politici”, e ridare la voce al popolo: gli elettori, suggerisce la Greening, dovrebbero essere chiamati nuovamente a votare, questa volta scegliendo fra tre diverse opzioni; inoltre ciascun elettore dovrebbe poter esprimere una prima ed una seconda preferenza, in modo che possa emergere un modello di futuro per la Gran Bretagna che raccolga oltre il 50 per cento dei voti finali. Questa proposta, suggerisce il “Guardian”, per quanto apparentemente complicata potrebbe essere raccolta dai gruppi di pressione che gia’ da tempo si battono per un secondo referendum sulla Brexit; e del resto corrisponde a quanto ha proposto ieri domenica 15 anche l’Istituto Global Change di Tony Blair. Il timore piu’ diffuso nel paese, commenta il quotidiano laborista, e’ comune sia ai “Brexiteers” che ai “Remainers”, sia ai fautori della Brexit che a quelli della permanenza nell’Ue: e cioe’ che la premier Theresa May pur di rimanere alla guida del governo sia disposta ad accettare qualsiasi formula riesca a far passare in Parlamento, per quanto astrusa e contraddittoria possa essere; e il risultato sarebbe, conclude il “Guardian”, che la Gran Bretagna resterebbe in un “limbo”, ne’ dentro ne’ fuori l’Europa.
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Usa, Trump definisce l’Ue “nemico” degli Stati Uniti
16 lug 11:13 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito l’Unione europea, la Russia e la Cina come nemici degli Stati Uniti, durante un’intervista andata in onda domenica 15 luglio. “Penso che abbiamo molti nemici”, ha detto Trump alla “Cbs News”. “Penso che l’Unione europea sia un nemico, (per) quello che fanno a noi nel commercio. Non penseresti mai all’Unione europea, ma sono un nemico”. Il presidente Usa, reduce proprio da una visita nell’Ue che lo ha visto prima al vertice Nato di Bruxelles e poi a Londra dalla premier britannica Theresa May, e’ tornato ieri a sottolineare il rapporto “molto difficile” con l’Ue, lamentando che i paesi europei si sono approfittati degli Stati Uniti. “Non dimenticare che entrambi i miei genitori sono nati nel’Ue, ok? – ha detto Trump -. “Sai che amo quei paesi, rispetto i leader di quei paesi. Ma dal punto di vista commerciale, hanno davvero approfittato di noi”. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha rapidamente risposto alle dichiarazioni su Twitter ribadendo che “Usa e Ue sono migliori amici. Chi dice che siamo nemici diffonde notizie false”. Il presidente Usa ha poi aggiunto che “la Russia e’ un nemico per certi aspetti e la Cina e’ un nemico dal punto di vista economico, certamente e’ un nemico, ma questo non significa che siano cattivi, non significa niente, significa che sono competitivi”.
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Cuba, verso la riforma della Costituzione
16 lug 11:13 – (Agenzia Nova) – Un presidente in carica per non piu’ di dieci anni, il riconoscimento del ruolo del mercato e della proprieta’ privata, il principio della presunzione di innocenza e di uguaglianza di genere. Sono alcuni dei punti della riforma della Costituzione che Cuba si appresta a varare nel prossimo fine settimana, frutto di un lavoro guidato dal presidente del Partito comunista cubano Raul Castro. “Si istituisce la figura del presidente e vicepresidente della Repubblica”, e del consiglio dei ministri, “governo della Repubblica che sara’ sotto la direzione di un primo ministro”, scrive la testata “Cubadebate”. Nella costituzione ancora vigente, il vertice dell’esecutivo – oggi ricoperto da Miguel Diaz-Canel – corrisponde al ruolo di presidente del Consiglio di stato e dei ministri. Il nuovo presidente della Repubblica continuera’ ad essere eletto dall’Assemblea nazionale, per un periodo di “cinque anni, e potra’ esercitare l’incarico fino a due mandati consecutivi”. La Costituzione che ha retto l’isola dal 1959 – anno della Rivoluzione – al 1976, prevedeva il ruolo di presidente della Repubblica e di primo ministro, carica questa ricoperta per tutto il periodo da Fidel Castro.
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Usa-Russia, “Nyt”: Putin uscira’ rafforzato dall’incontro con Trump
16 lug 11:13 – (Agenzia Nova) – Il presidente russo Vladimir Putin sara’ il vero vincitore dell’incontro con il presidente Usa Donald Trump perche’ si siedera’ al tavolo avendo gia’ praticamente realizzato tutto cio’ che poteva ragionevolmente sperare.Lo sostiene il “New York Times”, secondo cio’ di cui ha davvero bisogno Putin, per rendere il suo incontro con Trump un successo, e’ che questo si svolga senza grandi attriti. E i presupposti ci sono tutti, perche’ il presidente Usa, molto probabilmente, cerchera’ di convincere il leader del Cremlino a lasciarsi alle spalle i problemi passati, parlando della fine simbolica degli sforzi occidentali per isolare la Russia dopo le azioni nel 2014 contro l’Ucraina, o sulle ingerenza nelle elezioni degli Stati Uniti nel 2016. Come in ogni trattativa, il tempismo e’ tutto, e Putin su questo ha guadagnato molto slancio perche’ – sostiene il quotidiano statunitense – incontrera’ un presidente Usa che ha trascorso la scorsa settimana a rimproverare i suoi alleati della Nato e a lanciare critiche al primo ministro del Regno Unito Theresa May. Anche l’incriminazione annunciata venerdi’ a Washington contro 12 ufficiali dell’intelligence militare russa, che ha spinto alcuni Democratici a chiedere la cancellazione della riunione di Helsinki, potrebbe aiutare Putin a ribadire la “teoria cospirativa” secondo cui l’intero “Russiagate” e’ un’invenzione dello Stato profondo Usa. Nel fine settimana Trump e’ tornato a riferirsi all’indagine come ad una “caccia alle streghe truccata” che “fa davvero male alla nostra relazione con la Russia”.
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Brexit, Theresa May difende il suo piano e rivela che Trump le ha consigliato di intentare causa contro l’Unione Europea
16 lug 11:13 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro britannico, Theresa May, ammette che e’ stata “costretta” dall’Unione Europea a correggere la sua originale visione della Brexit e che e’ “solo un compromesso” il suo piano per la permanenza della Gran Bretagna nell’unione doganale e nel mercato unico europei che ha provocato una vera e propria ribellione nel suo stesso Partito conservatore: lo scrive il quotidiano tradizionalista “The Times”, anticipando i temi del discorso che la premier terra’ oggi lunedi’ 16 luglio in apertura della importante fiera dell’aviazione del Farnborough Air Show. Il discorso di oggi e le ammissioni che esso conterra’ sono, secondo il giornale londinese, il primo tentativo della May di convincere l’opinione pubblica britannica ed i Tory ribelli della bonta’ del “piano di compromesso” messo a punto, dopo la traumatica visita in Gran Bretagna del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Un discorso che arrivera’ dopo che la premier si e’ tolta un sassolino dalla scarpa, cogliendo una piccola parziale vendetta per l’incendiaria intervista concessa da Trump alla vigilia del suo arrivo a Londra nella quale l’aveva accusata di rendere impossibile un accordo commerciale con gli Usa ed aveva indicato come “un ottimo premier” l’ormai ex ministro degli Esteri Boris Johnson, dimessosi all’inizio della settimana scorsa proprio in dissenso sul futuro della Brexit. Parlando ieri domenica 15 luglio al programma “The Andrew Marr Show” sul primo canale della “Bbc”, Theresa May ha rivelato quale fosse il “brutale” consiglio che Trump ha dichiarato di averle dato e che secondo lui la premier britannica ha ignorato; un suggerimento bizzarro: “Intentare causa all’Unione Europea. Non negoziare con l’Ue”, ha spiegato la May, “bensi’ fargli causa”. Stretta da un lato dai ribelli conservatori piu’ euroscettici (i cosiddetti “Brexiteers”) e dall’altro dalle esigenze dell’industria britannica, come ad esempio il gigante dell’aerospazio Airbus che minaccia di lasciare la Gran Bretagna a causa della Brexit, la premier britannica oggi alla fiera dell’aeronautica di Farnborough tentera’ di convincere “coloro che hanno votato con il cuore per la Brexit” ad accettare il compromesso “raggiunto a malincuore”: il cosiddetto “codice comune di regole” (cioe’ il mantenimento di stretti legami regolamentari con l’Unione Europea), spieghera’ la May, servira’ a garantire quelle linee di approvvigionamento necessarie all’industria manifatturiera britannica per sopravvivere; insomma, questo e’ il suo messaggio, e’ l’unico modo per proteggere i vitali interessi economici del paese e persino di tenere insieme il Regno Unito.
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Francia, guadagni record nel settore Fintech nei primi sei mesi dell’anno
16 lug 11:13 – (Agenzia Nova) – In Francia nel primo semestre dell’anno le startup legate alla Fintech – la tecnologia per i servizi finanziari – hanno guadagnato piu’ di 200 milioni di euro con una ventina di operazioni. Lo riferisce “La Tribune”, spiegando che nel 2017 la cifra complessiva e’ stata di 318 milioni. Le operazioni riguardano settori come quelli della criptomoneta e delle assicurazioni on line. “Lo scorso anno la Fintech era gia’ il primo settore di guadagno, davanti l’Adtech, in Francia e a livello mondiale” ha detto Alain Clot, presidente di France Fintech. La startup parigina Ledger ha ottenuto 61 milioni di euro a gennaio dai fondi Draper Esprit, FirstMark Capital, Cathay Innovation et Korelya Capital. “Molti stranieri si interessano alla Francia: ad esempio Alan (Assurtech) ha ricevuto i suoi 23 milioni dal fondo Index ventures” sottolinea Oliver Goy, membro di France Fintech. Tuttavia, la “taglia” della Fintech francese e i guadagni ottenuti restano modesti se paragonati a quelli dei vicini tedeschi, svedesi, olandesi e britannici. Dall’inizio dell’anno la banca tedesca N26 ha avuto 160 milioni di dollari e la britannica Revolut 250 milioni di dollari. In Francia il settore rappresenta il 13 per cento del valore complessivo delle start up.
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Francia, aumenta il numero di imprese
16 lug 11:13 – (Agenzia Nova) – La creazione di nuove imprese in Francia e’ aumentata nell’ultimo anno del 15,6 per cento. Lo riferisce “Les Echos”, spiegando che i microimprenditori sono cresciuti del 24,8 per cento, le aziende individuali del 19,3 per cento e le societa’ de 2,4 per cento. Il settore “trasporti e stoccaggio” ha registrato l’aumento piu’ forte la scorsa primavera, con 8.500 posti di lavoro in piu’. Tra questi, 7.800 riguardano le consegne a domicilio per aziende come Deliveroo, Foodora e Ubereats. Creata nel 2008, l’auto-impresa ha visto uno sviluppo “spettacolare” grazie soprattutto alle misure annunciate dal premier Edouard Philippe. Questa tendenza dovrebbe migliorare grazie alla legge Pacte, che verra’ esaminata dal Parlamento dopo l’estate. Il test contiene misure volte a snellire le condizioni del settore. Il quotidiano economico ricorda le tensioni che restano tra i fattorini e le societa’. Un collettivo ha organizzato uno sciopero in questi giorni per richiedere un salario minimo garantito dal contratto. Per inquadrare il loro lavoro lo scorso 19 giugno e’ stato votato un emendamento per incoraggiare le piattaforme a creare una “carta sociale”.
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Germania,accordo fra Berlino e Monaco sulla sicurezza
16 lug 11:13 – (Agenzia Nova) – Dopo una disputa fra il ministro federale dell’interno, il cristiano sociale Horst Seehofer, e il primo ministro bavarese e collega di partito, Markus Soeder, circa le competenze federali o statali sulla questione del controllo delle frontiere tedesche, domenica e’ stato annunciato una sorta di accordo tra Berlino e Monaco, che arriva ad una sola conclusione: la polizia di frontiera bavarese sara’ ausiliaria della polizia federale. Lo stesso Soeder aveva annunciato sabato, alla convention del partito del distretto della Csu ad Amberg, che la “polizia di frontiera bavarese sarebbe stata attiva al confine”, come riportato dalla “Mittelbayerische Zeitung”. La Baviera otterra’ il permesso appropriato per questo compito. Domenica il comunicato del ministero dell’interno: solo “su richiesta o con il consenso della polizia federale” sono possibili “controlli alle frontiere indipendenti da parte della polizia di frontiera bavarese”. Un rifiuto dei migranti “puo’ essere fatto solo dalla polizia federale”. Gli accordi locali e temporali tra le due autorita’ di polizia fornirebbero quindi maggiore sicurezza, e’ la conclusione. Approvazione all’accordo anche dal ministro dell’Interno bavarese, il cristiano sociale Joachim Herrmann. La Baviera era l’unico Stato federale ad avere la propria polizia di frontiera fino alla fine degli anni ’90, che esisteva parallelamente alla polizia di frontiera federale. L’autorita’ e’ stata ristabilita dal 1° luglio e attualmente conta 500 funzionari. Gli obiettivi a lungo termine per il prossimo decennio sono una forza obiettivo di 1.000 funzionari e il monitoraggio dei confini austriaco e ceco. Inoltre la polizia di frontiera dovrebbe utilizzare anche i droni per la sorveglianza delle frontiere.
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Immigrazione, l’Italia batte i pugni
16 lug 11:13 – (Agenzia Nova) – Il governo italiano ha ottenuto l’impegno di diversi paesi europei a farsi carico di parte dei 450 immigrati soccorsi in mare nei giorni scorsi. Conte ha annunciato su Facebook: “Finalmente si sente la voce dell’Italia”. Ci sono volute molte telefonate, una lettera a Bruxelles e “una vera e propria minaccia” da parte di Roma, scrive la “Sueddeutsche Zeitung”, secondo cui se non cambiera’ nulla Roma utilizzera’ la stessa tattica ogni volta che arrivano migranti. Il quotidiano tedesco menziona un “modello Lifeline”, perche’ usato per la prima volta con successo da Roma poche settimane fa con la nave di salvataggio dell’omonima ong tedesca, poi attraccata a Malta. Il governo maltese ha permesso lo sbarco solo dopo che otto Stati partner hanno accettato di ricevere una parte dei 234 migranti a bordo. Gli ultimi sono partiti dalla Libia venerdi’ scorso, probabilmente da Zuwara, una citta’ portuale vicino al confine tunisino. I contrabbandieri libici hanno spinto 450 rifugiati su una vecchia barca da pesca in legno, come facevano prima di usare gommoni. Arrivata in acque maltesi, il capitano ha contattato le autorita’ portuali locali. Malta li ha indirizzati all’ufficio di coordinamento a Roma. La nave ha fatto rotta per l’Italia, fino a che il ministro dell’Interno Matteo Salvini ne ha proibito l’attracco. Una volta trasferiti i rifugiati sulle navi militari, nove sono stati portati in elicottero a Lampedusa e Palermo per le condizioni precarie di salute. Il primo ministro ceco Andrej Babis ha definito la strada della redistribuzione promossa dall’Italia una “via per l’inferno” che incentivera’ ulteriori partenze.
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Italia-Spagna, secondo “El Pais” il dibattito sull’immigrazione accentua la “guerra fredda” fra i due governi
16 lug 11:13 – (Agenzia Nova) – L’Italia chiude i porti ai naufraghi e la Spagna li apre accogliendo Aquarius ma le posizioni dei due governi in materia di immigrazione non sono cosi’ distanti e le discrepanze che alimentano l’attuale “guerra fredda” non sono cosi’ recenti. Lo scrive il quotidiano “El Pais”, che dedica un lungo articolo alle relazioni fra Roma e Madrid, evidenziandone il progressivo deterioramento e i punti di contrasto. In effetti, si legge nel pezzo, non c’e’ maggior distanza simbolica fra la filantropia scenica del leader socialista, Pedro Sanchez, e la reputazione xenofoba di Matteo Salvini, la vera controfigura del primo ministro, dal momento che il suo protagonismo nella politica tricolore sorpassa di gran lunga quella di Giuseppe Conte cosi’ come la notorieta’ dell’alleato di governo del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio. E cosi’, continua “El Pais”, se Sanchez governa con un profilo “buonista”, Salvini persevera nel suo ruolo di “feroce twittatore”. Le discrepanze etiche ed estetiche fra Spagna e Italia non sono una novita’ ma richiamano antiche rivalita’. “La verita’ e’ che Mariano Rajoy e Matteo Renzi non si sopportavano”, ha rivelato l’ex ministro degli Esteri del Partito popolare (Pp), Jose’ Manuel Garci’a-Margallo. “Fra i due – ha aggiunto – non c’era chimica e cio’ si e’ tradotto in freddezza nelle relazioni politiche”. Eppure, sottolinea “El Pais”, nonostante le apparenti distanze, c’e’ una questione che unisce Madrid e Roma, ovvero la pressione migratoria, un problema comune per i paesi della frontiera meridionale dell’Europa.
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