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Trump come Hillary Clinton. Le email del candidato repubblicano violate dagli hacker

È Politico a informare il mondo intero che le comunicazioni interne dei repubblicani sono finite nelle mani degli hacker. Da fine luglio, il sito americano ha infatti cominciato a ricevere file via email da un anonimo che afferma di aver violato le conversazioni del team di Trump, provando tutto con alcuni archivi delle stesse. A seguito delle dovute verifiche, Politico afferma che i contenuti diffusi sono con un alto grado di probabilità veritieri.

Tra i file, anche alcuni riferiti all’indagine di Cyrus Vance, procuratore distrettuale di Manhattan che ha chiesto e ottenuto montagne di pagine di documenti personali e aziendali di Trump, dal 2011 al 2019. Il portavoce del tycoon, Steven Cheung, ha affermato che terzi hanno hackerato i sistemi per impossessarsi “illegalmente” dei file. Secondo i repubblicani, dietro ci sarebbe l’Iran. Una conclusione a cui si sarebbe arrivati dopo un precedente rapporto di Microsoft, per il quale da giugno hacker iraniani hanno tentato di forzare l’accesso ad alcuni indirizzi email di dipendenti di alto rango dei repubblicani, tra cui un altro Vance, ossia il senatore dell’Ohio, JD Vance, potenziale erede di Trump.

Nel nome di Robert

L’hacker che ha contattato Politico afferma di chiamarsi “Robert”, ovviamente un nome di fantasia, affermando di avere “una varietà di documenti, dai legali e giudiziari di Trump a quelli relativi alle discussioni interne della campagna elettorale”. Alla domanda su come avrebbe ottenuto i file, la persona ha risposto a Politico: “Ti consiglio di non essere curioso di sapere da dove li ho presi. Qualsiasi risposta a questa domanda mi comprometterà e impedirà di pubblicarli”.

Il mese scorso, sono emersi rapporti secondo cui la comunità di intelligence statunitense stava ricevendo prove crescenti che suggerivano come l’Iran stesse lavorando per uccidere Trump quale rappresaglia per la sua decisione di ordinare l’assassinio dell’ufficiale militare iraniano Qassem Soleimani nel 2020. Non vi è alcuna indicazione che l’attentatore che ha preso di mira Trump durante un raduno il mese scorso fosse collegato alla questione ma le vicende non fanno altro che alimentare le fantasie dei complottisti.

Il precedente di Hillary Clinton

Nel 2016, i massimi funzionari del Partito Democratico furono hackerati prima delle elezioni presidenziali. La violazione portò alla fuga di email che documentavano i meccanismi interni del partito e la campagna dell’ex candidata democratica Hillary Clinton. L’accusa, in quel caso, ricadde sulla Russia. Molte delle email furono poi diffuse dal portale di WikiLeaks, fondato da Julian Assange.

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