La Russia è una delle 9 potenze atomiche mondiali. E visto che il presidente Vladimir Putin ha appena avviato l’invasione dell’Ucraina, la notizia non lascia affatto tranquilli. Anche perché, visto che tutto il mondo occidentale ha deciso pesantissime sanzioni economiche alla Russia, si teme una reazione da parte di Mosca. In questo senso il potere di deterrenza della bomba nucleare non va sottovalutata.
Chi produce energia nucleare nel mondo
Il fatto è che il nucleare nel mondo è tantissimo e i Paesi che possiedono un arsenale atomico sono moltissimi, molti di più di quanto si immagina. La mappa sopra è stata redatta dall’International Atomic Energy Agency (Iaea) e riassume tutti i programmi nucleari di tutti i Paesi del mondo. Almeno quelli conosciuti.
Nella mappa sopra sono indicate precisamente quali sono le attività in campo nucleare: produzione di energia nucleare, ricerca o militare. I Paesi che possiedono arsenali comprensivi della bomba nucleare sono 9: Russia, Usa, Gran Bretagna, Francia, Cina, Pakistan, Israele, Corea del Nord e India. Per quanto riguarda Israele ufficialmente non è titolare di testate nucleari anche se ufficiosamente si sa che dovrebbe averne attive 80.
In Cina sono in costruzione 24 centrali nucleari
Un discorso a parte va fatto per la Cina che punta moltissimo sulla produzione di energia dal nucleare. Le centrali nucleari in costruzione sono ben 24 e dovrebbero aumentare la produzione di energia da nucleare del 66%. Sempre a proposito di nucleare per uso civile, le centrali in tutto il mondo sono 440 (almeno quelle di cui si ha notizia), in 32 Paesi. La produzione complessiva di energia è pari a 370 GW, cioè il 16% di tutta l’energia prodotta nel mondo. E sapete quali sono i Paesi con il maggior numero di reattori nucleari? Sono solo tre i “colossi”: Usa, che ne ha ben 104, la Francia che ne ha 59 e il Giappone con 53 reattori.
Il fabbisogno energetico interno dell’Europa
In vetta alla classifica dei Paesi dove il fabbisogno energetico interno viene soddisfatto ricorrendo all’energia nucleare troviamo la Francia con il 76% di fabbisogno energetico interno, seguita dai Paesi dell’Europa dell’Est (40-50%), dall’Unione Europea (35%), dai Paesi Ocse (25%) e dall’Usa (20%). Come si vede dai dati, dunque, l’Europa soddisfa in media soltanto il 35% del fabbisogno energetico interno usando le centrali nucleari.
La cantierizzazione di nuovi reattori nucleari
La crescente domanda di energia mondiale ha spinto alla cantierizzazione di nuovi reattori nucleari: sono 118 quelli in progettazione tra Cina, India e Russia. Di contro, i paesi europei sono molto più scettici sul nucleare, ma le continue crisi energetiche e soprattutto il caropetrolio stanno mettendo in discussione lo sfruttamento dell’energia nucleare. Infatti l’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) stima che entro il 2050 l’elettricità di origine nucleare aumenterà in tutto il mondo.
L’energia nucleare facilita la transizione ecologica
Alla fine del dicembre 2021 una bozza della Commissione Europea ha suscitato polemiche, soprattutto tra gli ambientalisti. Il motivo? Nel documento si sostiene che il gas e il nucleare sono strumenti che possono facilitare la transizione ecologica. Una centrale nucleare, secondo la CE, è di fatto una fonte di energia pulita se ha un piano di sviluppo che prevede fondi sufficienti e un adeguato luogo dove depositare i rifiuti radioattivi. Insomma, a Bruxelles si ritiene che le centrali a gas e nucleari non siano proprio del tutto sostenibili, ma meno inquinanti del carbone.
Il nucleare nel mondo (e in Italia)
Sono, quindi, moltissimi i Paesi nel mondo che usano questa tecnologia, anche se non si direbbe abbiano le risorse per farlo. Ad esempio: alcune repubbliche ex sovietiche continuano a fare ricerca sul nucleare mentre anche Argentina, Sud Africa e Brasile usano l’energia nucleare per produrre elettricità così come quasi tutti i Paesi dell’Europa occidentale. L’Italia, invece, è uno dei pochi Stati che si dedica solo alla ricerca scientifica. In ogni caso per evitare che in giro per il pianeta possa ripetersi una tragedia come quella di Chernobyl, l’Europa ha deciso di stanziare risorse tese a denuclearizzare gli Stati, anche quelli più lontani.
Le centrali nucleari in Italia
Il nostro Paese è uno dei pochi che, dopo l’incendio della centrale di Chernobyl (1986), ha interrotto la produzione nucleare. Ma che fine hanno fatto le centrali nucleari costruite? Sul territorio italiano sono 4 le centrali nucleari, site a Trino (VC), Caorso (PC), Latina e Garigliano (CE), che sono state affidate alla Sogin (Società gestione impianti nucleari) per smantellare l’impianto e gestire i rifiuti radioattivi prodotti. Eppure, secondo il report di Legambiente 2021 in Italia ci sono ancora 31 mila metri cubi di rifiuti radioattivi collocati in 24 impianti di 8 regioni (Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e Sicilia) e distribuiti su 16 siti che elenchiamo di seguito:
- Rotondella (MT)
- Sessa Aurunca (CE)
- Caorso (PC)
- Forlì
- Casaccia (RM)
- Latina
- Ispra (VA)
- Milano
- Pavia
- San Giuliano Milanese (MI)
- Bosco Marengo (AL)
- Saluggia (VC)
- Tortona (AL)
- Trino Vercellese (VC)
- Statte (TA)
- Palermo
I dati si riferiscono al: 2021
Fonti: Iaea, Legambiente, Sogin