Ancora non è entrata nel programma di riduzione delle spese dello Stato, ma anche la cultura potrebbe finire nel mirino delle forbici del governo. I soldi più a rischio sono quelli destinati alla conservazione del patrimonio culturale ed artistico del Paese: un bene strategico per recuperare posizioni nel mercato mondiale del turismo, ma pare che le priorità siano altre.
Per farsi un’idea della posta in gioco bisogna guardare la quarta puntata di #Truenumbers, la web serie di approfondimento giornalistico, distribuita da Key4biz, che, per raccontare la realtà, si affida solo ai numeri. Alcuni dati aiutano a capire meglio: nel 2015 i soldi per la conservazione, il restauro la promozione del nostro immenso patrimonio artistico sono stati ridotti di 100 milioni rispetto al 2014 e non è previsto alcun aumento per il 2016. Altri dati? Nel 2008 la spesa per la cultura era pari allo 0,28% del Pil ed è scesa, nel 2014, allo 0,19%.
A sopperire agli scarsi investimenti pubblici ci pensano altri soggetti: società private, mecenati e anche un soggetto che non ti aspetti: il Lotto. Infatti ogni volta che un italiano gioca al Lotto, una parte della sua spesa va al ministero della Cultura proprio per queste attività. Il problema è che, come rivela #Truenumbers, anche questi soldi sono in calo: nel 2010 erano 60,8 milioni, oggi meno della metà.
Soluzioni? Destinare a fini culturali una parte dei soldi che gli italiani spendono in tutti i giochi e, magari, destinare questi fondi alle amministrazioni locali per iniziative sul territorio, come, d’altra parte, succede, come spiega #Truenumbers, un po’ in tutto il mondo.