L’entrata dell’Ucraina nell’Unione europea si allontana, e di molto. Nonostante se ne sia parlato tanto in questi giorni, il procedimento dura diversi anni e qualunque Paese chieda di entrare, deve prima soddisfare una serie di requisiti. Dal rispetto dei diritti, questione molto delicata (per così dire) per i Paesi dell’Est europeo, agli standard economici. L’invasione ad opera di un esercito straniero come quello russo non può certo annullare l’iter per cui altri Paesi come la Turchia sono fermi da anni.
Ucraina nell’Unione europea? Molto difficile
Questo non vuol dire che tra Ucraina e Unione europea non vi siano importanti rapporti sia di tipo economico che diplomatico. Infatti, sin dalla crisi in Crimea l’Europa si è sempre schierata a difesa della sovranità ucraina, cercando di fornire gli strumenti necessari per una ristrutturazione anche economica del Paese. Era il 2014 e se da Est entravano i primi carri armati russi, da Bruxelles arrivavano i primi ingenti prestiti per le casse ucraine.
I finanziamenti all’Ucraina dell’Unione europea
Come si vede nel grafico in alto, dallo scoppio delle prime insurrezioni nel Donbass e in Crimea nel 2014 ad oggi, l’Unione Europea ha inviato in Ucraina 17,4 miliardi di euro. Di questi 9,6 miliardi sono stati erogati sotto forma di prestiti da parte della Bei (Banca europea per gli Investimenti) e della Bers (Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo). Gran parte dei fondi sono destinati allo sviluppo dei due gasdotti che portano il gas dalla Russia all’Europa e solo una minima parte sono andati alle riforme interne e alle infrastrutture. Altri 6,5 miliardi sono stati versati per i Programmi di assistenza macrofinanziaria, una forma di aiuto finanziario dato dall’Ue ai Paesi partner vicini e utilizzata dai governi per stabilizzare le sue finanze pubbliche. Questo tipo di aiuti all’Ucraina sono quelli che favoriscono una stabilizzazione dell’economia. L’Ucraina è lo Stato che non fa parte dell’Unione che più beneficia di queste sovvenzioni, basti pensare che l’Albania, il secondo Paese per quantità di prestiti elargiti, l’ultimo anno ha ricevuto appena 180 milioni.
Gli aiuti diplomatici e umanitari
Con un peso decisamente diverso rispetto alle voci appena analizzate, la Commissione europea negli anni ha deciso di inviare aiuti finanziari anche per le attività diplomatiche e l’assistenza umanitaria della popolazione. Sì, perché, è giusto ricordarlo, la guerra in Ucraina non è scoppiata qualche settimana fa: prima dell’invasione russa tra le milizie, i militari e i civili del Donbass i morti erano più di 8mila. Ecco perché per le attività diplomatiche l’Ucraina ha fatto molto affidamento all’Unione, cercando di trattare sulle richieste russe e aprire nuovi ponti con l’Occidente. Gli aiuti umanitari veri e propri, invece, in 9 anni di conflitti sono stati solo 190 milioni. Una cifra infinitamente piccola rispetto a quella destinata per la costruzione dei gasdotti tra Russia e Europa.
Le armi inviate in aiuto all’Ucraina
La svolta atlantista dell’Ucraina è stata quella che ha scatenato l’ira di Putin e la decisione di iniziare la guerra. In effetti nel febbraio 2019, il Parlamento ucraino nella Costituzione, all’art. 102, ha ampliato i poteri del capo dello Stato, nominandolo come “garante dell’attuazione del corso strategico dello Stato per acquisire la piena adesione all’Unione europea e all’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico”. La Nato, però, così come l’Europa, non può difendere direttamente uno Stato che ha solo richiesta di far parte dell’organizzazione. Ecco allora che si spiega il motivo per cui il sostegno al momento è stato principalmente diplomatico ed economico. L’esercito Nato (compresi 3.400 militari italiani) è schierata ai confini occidentale dell’Ucraina, ma non interviene direttamente. Piuttosto si preferisce inviare aiuti umanitari e armi. A volte mescolandoli, come è successo a Pisa dove gli aeroportuali hanno fermato un aereo diretta a Kiev che trasportava medicinali, viveri e armi.
Gli armamenti inviati dall’Italia
Il nostro Paese, così come altri Stati occidentali, si è mosso anche autonomamente per sostenere gli ucraini. Sono stati inviati 110 milioni di euro al governo ucraino “in segno di solidarietà e sostegno” ai quali si aggiungo giubbotti, elmetti in kevla, metal detector e robot per lo sminamento. Tutto qui? No. Queste sono solo le informazioni pubbliche approvate dal Parlamento. Ma è previsto, e forse già partito, l’invio di centinaia di missili anticarro e antiaereo Stinger e Spike facilmente trasportabili, mortai, migliaia di mitragliatrici pesanti Browning e leggere MG.
I dati si riferiscono al: 2014-2022
Fonte: Commissione europea