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Trimestrali: ricavi Apple giù per la prima volta in 13 anni. Twitter sotto le attese

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Per Apple la peggior trimestrale in 13 anni. Twitter penalizzato dalla mancata crescita della pubblicità sul sito.

Hanno perso, rispettivamente l’8% e il 13% ieri negli scambi after-hours i titoli di Apple e Twitter, trascinati al ribasso da trimestrali al di sotto delle attese.

Apple, ma questo era stato ampiamente anticipato dalla stessa società, ha registrato il primo calo dei ricavi da 13 anni a questa parte.

Nel secondo trimestre fiscale, Apple ha registrato un fatturato di 50,6 miliardi di dollari (-13% rispetto ai 58 miliardi di dollari di un anno fa) e un utile netto trimestrale di 10,5 miliardi di dollari, pari a 1,90 dollari per azione diluita (a fronte dei 13,6 miliardi di dollari, pari a 2,33 dollari per azione diluita di un anno fa). Il margine lordo è stato del 39,4%, rispetto al 40,8% registrato nello stesso trimestre di un anno fa. Le vendite internazionali hanno rappresentato il 67% del fatturato trimestrale.

Wall Street attendeva un utile per azione di 2 dollari e un fatturato di 52 miliardi.

Nei trimestre sono stati venduti 51,2 milioni di iPhone, 10 milioni in meno rispetto allo scorso anno. Ma anche se il numero di dispositivi venduti è stato in linea con le attese, a non tornare è stato il prezzo medio di vendita: da 691 a 642 dollari.

Il calo, il primo da quando lo smartphone è arrivato sul mercato nel 2007, è stato evidente dovunque, anche in Cina, motore della crescita nell’ultimo anno e mezzo, dove le vendite sono calate del 26%.

Peggio sarà, poi, nel terzo trimestre, quando il fatturato dovrebbe attestarsi fra i 41 e i 43 miliardi di dollari e il margine lordo fra il 37,5 e il 38%.

“Il nostro team ha operato estremamente bene di fronte a turbolenze macroeconomiche” si è limitato ad affermare il Ceo Tim Cook, dicendosi “…molto soddisfatto della forte crescita costante dei ricavi derivanti dai servizi, grazie alla incredibile forza dell’ecosistema Apple e alla nostra base, in crescita, di oltre un miliardo di dispositivi attivi.”

Parole che non hanno evitato il calo di quasi l’8% del prezzo delle azioni, a 96,10 euro, così come in calo è stata anche la Hon Hai di Taiwan, che ha perso lo 0,6%.

E se Apple piange, Twitter non ride: il sito di microblogging ha mancato le attese sui ricavi (il fatturato è aumentato del 36% a 595 milioni di dollari, ma inferiore al consensus previsto per 608 milioni) e ha lanciato un outlook deludente per il trimestre in corso anche questo al di sotto del consensus degli analisti (ricavi tra 590 e 610 milioni). Twitter è stato penalizzato dal mancato aumento delle spese degli inserzionisti sul sito, ma anche dalla lenta crescita degli utenti (solo +3% rispetto all’anno scorso a 310 milioni di utenti mensili attivi).

Nessuna delle novità che il sito ha introdotto nell’ultimo anno – da Moments ai ‘like’ al posto dei favoriti, dai polls all’integrazione di Periscope e all’inserimento  nella timeline delle notizie di ‘qualità’ prima di quelle più recenti sembra aver permesso al sito di imboccare quel cambiamento radicale promesso all’arrivo al timone del co-fondatore Jack Dorsey, lo scorso 11 giugno, al posto di Dick Costolo.

E, anche se oggi Twitter è uno strumento di comunicazione sostanzialmente diverso rispetto a un anno fa, non riesce ancora a generare profitti e il numero di utenti resta piatto, a differenza  del concorrente Facebook. Bisognerebbe, allora, riconoscere che forse i problemi di Twitter sono un po’ più complicati di quelli che ci si aspettava di poter risolvere con qualche aggiustamento nella timeline.

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