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Msc è prima con il 20% della flotta mondiale. Quanto vale la blue economy
La più grande compagnia di navigazione al mondo è italiana. La sua storia inizia tra Napoli e Bruxelles: è il 1970 e Gianluigi Aponte fonda in Belgio l’Aponte Shipping Company, la sua flotta è composta da una sola nave che commercia con Eritrea e Somalia. La sede della società è a Ginevra, perché ginevrina è la moglie di Aponte, Rafaela Diamant Pinas, svizzera di origini israeliane, figlia di un banchiere della città elvetica. I due si sono conosciuti sui traghetti che facevano la spola Napoli-Capri, lei passeggera, lui capitano. Oggi i due coniugi sono a capo della prima compagnia di trasporto marittimo al mondo, Mediterranean Shipping Company (Msc) che ha una flotta di 808 navi e una capacità di carico che corrisponde al 20% dell’intero mercato delle spedizioni marittime. Nel grafico in apertura la classifica delle 10 più grandi società armatrici al mondo per capacità di trasporto che da sole gestiscono l’85% della capacità mondiale di container trasportati via mare.
Trasporto marittimo, la danese Maersk è seconda
Fino al 2022 il primo posto nella classifica mondiale degli armatori è stato della danese Maersk, poi, dopo 25 anni di dominio, è stata scalzata dalla Msc su tutti parametri di confronto: per dimensione della flotta, per capacità di carico e per fatturato. Particolare curioso: il primo posto in classifica è arrivato sotto la guida dell’amministratore delegato, Soren Toft, strappato da Gianluigi Aponte proprio ai concorrenti di Maersk.
Il driver della crescita di Msc è stato un ampliamento senza precedenti delle unità navali, una campagna acquisti continuata anche nel 2023 che ha portato Msc non solo ad essere in vetta ma anche dando diverse lunghezze ai concorrenti tanto è vero che nel 2025 sarà la prima compagnia di trasporto marittimo al mondo a superare la soglia dei 6 milioni di “teu” (unità di misura standard dei container) di capacità di trasporto. Sotto di lei Maersk si ferma a 4,4 milioni che nel 2023 ha registrato la più grande diminuzione di capacità di trasporto tra le 10 principali compagnie di navigazione, -2,7% al punto che il secondo posto non è più assicurato; la terza in classifica la francese Cma-Cgm è la favorita per prenderselo.
Le compagnie di trasporto marittimo più grandi al mondo
La marsigliese Cma-Cgm detiene il 12,5% della flotta mondiale per capacità di trasporto, 629 navi porta container e una capacità “teu” di 3,6 milioni. La sua storia è in parte simile a quella di Msc: anche l’avventura di Cma-Cgm inizia con una sola nave, nel 1978. Ed entrambe le società di trasporto marittimo hanno sempre mantenuto la conduzione famigliare dell’azienda.
Oggi il presidente è Rodolphe Saadé, figlio del fondatore della società armatrice francese Jacques Saadé. Tra le due compagnie tuttavia c’è una grande differenza: Msc appartiene al 100% ai coniugi Aponte, e non è quotata in borsa mentre Cma-Cgm è al 73% della famiglia Saadé che la controllano attraverso la holding Merit France. L’altro importante azionista è la turca Yildirim Holding che detiene una quota del 24%. Terzo socio: la banca statale d’investimento Bpi France per il 3%.
Economia del mare, in Italia da lavoro a 914 mila persone
L’economia blu in Italia impiega quasi un milione di persone, precisamente 914mila pari al 3,6% sul totale della forza lavoro. Le aziende di questa industry sono quelle della movimentazione delle merci, del trasporto passeggeri, ma anche della filiera ittica e delle attività sportive. In tutto 228mila aziende nel 2022, in aumento del 4,4% dal 2019 come mostra l’undicesimo rapporto sull’economia del mare del Centro studi delle camere di commercio Guglielmo Tagliacarne.
Il sistema mare italiano, un giro d’affari da 133,7 miliardi
Il centro studi Tagliacarne calcola che ogni euro prodotto dalle aziende della blue economy italiana attiva mediamente 1,7 euro sul resto dell’economia. Il segmento più performante è proprio il trasporto marittimo di merci, con una capacità moltiplicatrice pari a 2,7 euro. Subito dopo la filiera della cantieristica, 2,5 euro. Al terzo posto le attività sportive, 2,1 euro. Il comparto ittico viene subito dopo, 1,9 euro. Nel grafico qui sotto la classifica completa dei comparti dell’economia del mare italiana per capacità di moltiplicazione di valore economico. In totale il giro di affari attivato da tutte le aziende del sistema mare è di 133,7 miliardi di euro.
Aziende italiane dell’economia del mare
Ma come si distribuisce sul territorio questo valore? La Liguria è la prima regione per incidenza delle imprese attive nella blue economy, pari al 10,5%, sul totale delle aziende della regione. Al secondo posto c’è la Sardegna, con 7,2%. Segue la Sicilia, 6%. Lazio e Marche chiudono la top5 della classifica delle regioni italiane per aziende che lavorano nella filiera del mare, rispettivamente con 5,8% (Lazio) e 5,4% (Marche).
Discorso diverso se guardiamo l’incidenza delle aziende per province: la Liguria con La Spezia detiene sempre il primato, 16,3%. Al secondo posto invece c’è Rimini, 13,8% e al terzo Livorno, 13,6%. La provincia che spicca per valore prodotto dalle aziende della blue economy è Trieste: qui il 15% della ricchezza generata localmente proviene dal mare. Al secondo posto Livorno, con il 14,2% e al terzo posto La Spezia dove il 13,3% della ricchezza prodotta viene delle aziende attive nel comparto dell’economia del mare.
I dati si riferiscono al 2022-2024
Fonte: Axsmarine; Centro Studi Tagliacarne