Il problema tutto nostro delle vecchie auto in circolazione
In Italia circolano più di 400 mila auto diesel Euro 0, cioè veicoli che hanno un’età superiore ai 30 anni. Si tratta di vetture troppo vecchie, quindi poco sicure e soprattutto che inquinano. Secondo dati del Sole 24 ore, le vetture Euro 0 sono responsabili del 73% delle emissioni di polveri sottili (PMx), contro l’1,6% delle Euro 6.
Un dato che inquieta, anche considerando che in Italia nel 2019 si sono avuti più di 10mila decessi per il biossido di azoto o NO2 (più di qualsiasi altro Paese europeo), circa 50 mila per il particolato fine (PM2,5).
A questo, in teoria, dovrebbe dare una mano concreta il rifinanziamento dell’ecobonus auto per 8,7 miliardi di euro fino al 2030, con l’obiettivo proprio di rinnovare completamente il parco auto circolante in Italia.
In generale, però, dallo studio dell’Agenzia europea dell’ambiente pubblicato nel 2020, una buona notizia c’è: i decessi per smog sono diminuiti del 16% rispetto al 2018 e del 33% rispetto al 2005.
Complessivamente, in Europa, ogni anno si hanno più di 300 mila decessi legati all’inquinamento atmosferico.
Secondo la Commissione europea, per il raggiungimento degli obiettivi Zero Pollution (-55% di morti per il PMx rispetto al 2005), gli Stati membri dell’Unione dovranno attuare pienamente i loro programmi nazionali di controllo dell’inquinamento atmosferico (Nacpc).
Rapporto STEMI. Trasporti: crescono in Italia le emissioni inquinanti
L’Italia emette annualmente 355.454.172 tonnellate di diossido di carbonio o CO2, secondo quanto pubblicato sul sito “Our world in data“.
Nel nostro Paese, i trasporti sono direttamente responsabili del 25,2% delle emissioni di gas serra e del 30,7% delle emissioni di CO2.
Il 92,6% di tutte le emissioni di questo comparto sono attribuibili al trasporto stradale di passeggeri e merci, che peraltro ha registrato un ulteriore aumento di emissioni del +3,2% tra il 1990 ed il 2019 (in controtendenza rispetto al calo generale del -19% nello stesso periodo).
Si tratta dei dati contenuti nel Rapporto “La decarbonizzazione dei trasporti – Evidenze scientifiche e proposte di policy”, pubblicato oggi ed elaborato dagli esperti della Struttura Transizione Ecologica della Mobilità e delle Infrastrutture (STEMI) del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims).
A proposito di obiettivi da raggiungere, anche il Rapporto ha ricordato che per contribuire a rendere concreti gli obiettivi europei del pacchetto ‘Fit for 55’, che prevedono la riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 e il loro azzeramento entro il 2050, è necessario accelerare il processo di decarbonizzazione, partendo proprio dal settore della mobilità.
Il ministro Giovannini: “Fondamentale l’elettrificazione della mobilità”
“L’obiettivo è accelerare la transizione ecologica, riducendo drasticamente le emissioni inquinanti e climalteranti nei trasporti nei prossimi otto anni. Per il Paese è una grande sfida verso un modello di sviluppo sostenibile e per le imprese una grande opportunità di innovazione e business”, ha dichiarato il ministro della Mobilità e delle infrastrutture sostneibili, Enrico Giovannini.
“Il Rapporto STEMI offre considerazioni scientifiche e suggerimenti di policy a beneficio sia del settore pubblico sia di quello privato. Dal punto di vista degli interventi infrastrutturali – ha aggiunto Giovannini – date le condizioni tecnologiche attuali e ferma restando l’esigenza di continuare a sperimentare soluzioni alternative ai combustibili fossili, è fondamentale investire in sistemi di generazione elettrica da fonti rinnovabili e potenziare la rete di ricarica”.
In particolare, il Mims guarda con favore ad una rapida elettrificazione della mobilità privata e dei trasporti commerciali e pubblici (soprattutto treni ed autobus). Diverso il discorso per navi, aerei e trasporti pesanti (camion a lunga percorrenza), per cui si pensa certamente all’idrogeno, ma bisognerà investire di più sui combustibili alternativi ad alta sostenibilità ambientale.
Per quel che riguarda le automobili, si legge nel comunicato del ministero, “i veicoli elettrici a batteria (BEV) sono l’opzione più idonea per raggiungere gli obiettivi al 2030, sia in termini di efficienza energetica, sia di riduzione delle emissioni”.
Trasporti troppo inquinanti, le auto elettriche ridurranno del 50% le emissioni nocive
Già con il mix energetico attuale, è spiegato nel documento, “la sostituzione dei veicoli a combustione interna, che oggi rappresentano il 99% del trasporto stradale italiano, con veicoli elettrici comporterebbe per il nostro Paese una riduzione del 50% delle emissioni sul ciclo di vita del trasporto leggero su strada”.
Un risultato ancora migliore si otterrebbe aumentando la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, come già previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Anche dal punto di vista dei costi, la soluzione risulta già oggi quella più praticabile considerando che, sull’intero ciclo di vita, il costo totale di possesso e utilizzo di un’autovettura privata a trazione elettrica è inferiore a quello di una con motore a combustione interna e l’impatto ambientale è notevolmente inferiore.
Fondamentale, infine, potenziare l’infrastruttura di ricarica e investire sulla produzione industriale nazionale di batterie e di veicoli, favorendo il riciclo dei materiali rari.