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Transizione green, Bruschini (Aruba): “Siamo un’azienda Carbon Footprint Negative, grazie alle fonti rinnovabili”

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Il mondo dell’ICT punta alla sostenibilità ambientale: la spesa in green data center passerà dagli attuali 50 miliardi di dollari ai 140 miliardi del 2026. Un passo in avanti fondamentale per la transizione ecologica di un gran numero di nazioni, tra cui l’Italia. Il 5 giugno è la Giornata mondiale dell’ambiente.

Il 5 giugno è la Giornata mondiale dell’ambiente (#WorldEnvironmentDay)

Il prossimo 5 giugno 2021 si celebrerà la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Tema centrale della ricorrenza sarà quest’anno il “Ripristino degli ecosistemi”, con l’obiettivo di prevenire, fermare e invertire i danni inflitti agli ecosistemi del pianeta, cercando dunque di passare dallo sfruttamento della natura alla sua guarigione, in una parola cercando di realizzare una transizione green.

Lo stesso giorno sarà lanciato un nuovo programma di interventi per il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema, a dimostrazione della centralità dell’ambiente e del livello di sostenibilità delle attività umane da qui ai prossimi anni per il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica fissati da numerosi Paesi del mondo, tra cui quelli aderenti all’Unione europea, gli Stati Uniti e la Cina.

A livello industriale aumenta sempre di più il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili per la riduzione dell’impatto ambientale di siti e impianti. L’energia pulita garantisce un’elettrificazione green dell’economia nel suo insieme, presto anche dell’industria (con l’aiuto dell’idrogeno, anch’esso tendenzialmente sempre più green).

Anche a livello di infrastrutture IT si sta procedendo ad un’alimentazione dei device, dei sistemi e delle infrastrutture sempre più pulita, legata alle fonti rinnovabili.

Aruba, un’azienda Carbon Footprint Negative grazie all’utilizzo di energia green

Secondo un recente report di Ericsson, le emissioni dell’Ict lungo l’intero ciclo di produzione e consumo rappresentano l’1,4% di quelle globali. Non solo, ci sono stime che dicono che entro il 2025 i data center consumeranno un quinto di tutta l’energia generata nel mondo. È essenziale, dunque, alimentare “strategie green” così da ridurre il consumo e impegnarsi a fare un uso intelligente delle energie rinnovabili”, ha dichiarato Alessandro Bruschini, Infrastructure Manager di Aruba.

Per rendere un Data Center sostenibile è necessario pensare all’impatto che può avere in termini di consumo energetico fin dalla sua progettazione: a partire dalla scelta dell’area in cui va realizzato, verificando se in loco siano disponibili fonti rinnovabili con cui produrre energia per il sostegno del data center stesso e delle attività ad esso correlate. Una volta ridotto al minimo il fabbisogno energetico del data center – ha proseguito Bruschini in una nota stampa aziendale – è quindi necessario utilizzare energia rinnovabile, e se possibile, produrla in loco: è ottimale infatti investire in quelle fonti ‘naturali’ che devono essere vicine al luogo in cui poi si utilizza l’energia, per evitare le elevate perdite dovute alla trasformazione ed al trasporto in caso di produzioni distanti dai siti di utilizzo”.

Oggi la spesa mondiale delle aziende in data center green ha raggiunto i 50 miliardi di dollari, secondo uno studio Markets and Markets, a testimonianza di una grande attenzione dell’industria ICT alla questione ambientale.

Presto tale mercato potrebbe triplicare di valore entro il 2026, a 140 miliardi di dollari e un tasso di crescita medio annuo (Cagr 2020-2026) pari al +19%.

6MW di potenza green per la produzione di energia, fino alla progettazione e costruzione di data center ad impatto zero

L’impegno per un futuro e un IT sostenibile sono da sempre cardini della visione aziendale di Aruba. Da anni portiamo avanti un piano che ci ha consentito di essere già oggi un’azienda Carbon Footprint Negative grazie all’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili: dagli investimenti in impianti fotovoltaici di proprietà alla recente acquisizione di ulteriori 4 centrali idroelettriche grazie alle quali disponiamo di ulteriori 6MW di potenza per la produzione di energia, fino alla progettazione e costruzione di data center ad impatto zero”, ha spiegato il manager.

Fortunatamente, sono sempre di più le aziende che fanno squadra in questa sfida. Insieme ad altri importanti provider europei, ad esempio – ha aggiunto Bruschini – abbiamo concordato un’iniziativa di autoregolamentazione, il Climate Neutral Data Centre Pact. Si tratta di un impegno storico da parte dell’industria europea del cloud e dei data center per guidare in modo proattivo la transizione verso un’economia neutra dal punto di vista climatico”.

Non solo, insieme ad altre 25 aziende di tutto il mondo abbiamo sottoscritto la European Green Digital Coalition. L’obiettivo è di investire nello sviluppo e nella diffusione di servizi digitali sostenibili ed efficienti, sviluppare strumenti per misurare l’impatto delle tecnologie sull’ambiente e unire così le forze per una trasformazione digitale “green”, a vantaggio dell’ambiente, della comunità e dell’economia”, ha affermato infine il manager, aggiungendo: “È importante iniziare a mettere insieme tutti questi sforzi e applicarli a tutti i settori industriali, solo in questo modo sarà possibile condurre una partita vincente per le imprese, quanto per l’ambiente”.

Cambiare passo, o forte crescita globale di domanda e consumi di energia entro il 2050

La domanda di servizi internet per lavorare e studiare/fare formazione da remoto, per accedere alla Pubblica Amministrazione online e per la telemedicina, per fare acquisti su piattaforme ecommerce multicanale o per guardare film, serie/programmi tv ed eventi sportivi live, ha determinato un enorme aumento di domanda di infrastrutture cloud e data center.

Un trend che a sua volta pone in primo piano il problema dell’accesso alle risorse energetiche, all’aumento della loro domanda e dei consumi, che gravano ancora sul livello di degrado ambientale a cui assistiamo.

Secondo uno studio realizzato da ricercatori dell’International Institute for Applied Systems Analysis (Austria), dell’Università Ca ‘ Foscari di Venezia e CMCC (Italia) e dalla Boston University (USA), a causa dei cambiamenti climatici, è atteso un aumento della domanda di energia globale tra il +11% e il +27% entro il 2050 se il global warming sarà contrastato e contenuto negli effetti, tra il +25% e il +58% se invece non ci riusciremo.

Secondo la US Energy Information Administration (EIA), infine, il consumo mondiale di energia è stimato in aumento del +50% sempre entro il 2050.

Dispiace che ad oggi, non ci sia ancora nessuna comunicazione ufficiale da parte del Ministero per la transizione ecologica (Mite) per la Giornata mondiale dell’Ambiente. Sarebbe un ulteriore segnale di una volontà istituzionale di cambiare passo, che al momento in molti ancora non notano.

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