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Transizione gemella, ricerca Youtrend per Vodafone: nessuna transizione Green senza Digitale e reti Tlc

Gli Italiani sanno cos’è la transizione gemella? Sono realmente consapevoli di cosa voglia dire portare avanti una transizione digitale di pari passo con quella ecologica? Non molto. Qui le cose si complicano, perché la vera consapevolezza delle conseguenze di due rivoluziono come quella digitale e quella green sono davvero difficili da immaginare. Ma c’è una premessa: senza Digitale e senza reti e infrastrutture di telecomunicazioni nessuna transizione Green è fattibile, perché il Digitale è il substrato tecnologico sottostante e abilitante di qualsiasi trasformazione green della nostra società. Il Digitale abilita, guida, poi le due transizioni convergono. Infine, chi deve pagare il conto delle due transizioni? Secondo la maggior parte degli Italiani, sono le istituzioni a doversi fare carico dei costi maggiori.

La ricerca

E’ questo in sintesi il messaggio che emerge dalla ricerca Youtrend per Vodafone “Digitale e transizione ecologica: l’opinione degli italiani” presentata nella sede della Stampa Estera a Palazzo Grazioli, che ha come obiettivo quello di indagare in profondità la conoscenza, la consapevolezza e il parere degli italiani sulla cosiddetta Twin Transition, definizione coniata dall’Ue per descrivere la strategia che integra la transizione ecologica e quella digitale per affrontare le sfide contemporanee in modo coerente e convergente.

Obiettivo e partecipanti

Lo scopo della ricerca è anche quello di analizzare la sensibilità degli italiani su questi temi e su quali fronti e settori è importante agire per raggiungere un’autentica transizione digitale ed ecologica.

La presentazione, ha visto la partecipazione di Lorenzo Pregliasco, founding partner di Youtrend, l’onorevole Vannia Gava – Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, l’Onorevole Andrea Casu – Vicepresidente Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, Antonio Corda – Legal Affairs, External Affairs & Corporate Communication Director, Vodafone Italia, la Senatrice Silvia Fregolent – Commissione Ambiente, Ambiente, Transizione ecologica, Energia, Lavori pubblici, Comunicazioni, Innovazione tecnologica, l’Onorevole Eliana Longi – Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, Tiziana Catarci – Direttrice Dipartimento Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale (DIAG), Sapienza Università di Roma e Marco Scialdone – Head of Litigation & Academic Outreach, Euroconsumers. L’evento è stato moderato dalla giornalista di Sky TG24, Stefania Pinna.

I risultati dell’indagine: rivoluzione gemella concetto oscuro

A fronte di una consapevolezza consolidata sui temi di transizione ecologica e digitalizzazione presi singolarmente uno distinto dall’altro, l’indagine rileva ancora una scarsa conoscenza su cosa sia la cosiddetta transizione gemella. Per il 61% del campione è completamente o abbastanza chiaro cosa significhi “transizione ecologica” e per il 70% cosa sia la digitalizzazione. Solo per il 17% è completamente o abbastanza chiara la definizione di transizione gemella, ma una volta spiegato il suo significato, il 76% del campione afferma di considerarla un elemento importante. Un dato in linea con quanto rilevato per la transizione ecologica, ritenuta importante dal 74% degli italiani, e per la digitalizzazione, considerata rilevante dal 76%.

Come realizzare dunque la transizione ecologica dell’economia? Il 40% degli italiani vorrebbe leggi più severe contro l’inquinamento, il 25% invece ritiene necessario piantare più alberi, mentre per il 13% la digitalizzazione delle imprese e dei processi industriali è la soluzione migliore. Sempre per quanto riguarda le azioni per la transizione ecologica, il 62% afferma che sono le istituzioni (governi e Unione Europea) a dover coprire i costi della transizione gemella.

Trasformazione digitale importante nella vita quotidiana per il 70% degli italiani

In generale la digitalizzazione è generalmente considerata un processo importante nella vita quotidiana: sette italiani su dieci affermano che l’introduzione di tecnologie digitali è molto o abbastanza importante per la loro vita di tutti i giorni. Questa percezione è particolarmente forte tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni (80%) e diminuisce progressivamente nelle fasce anagrafiche successive, pur rimanendo significativa: il 75% tra i 35-49 anni, 76% tra i 50-64 anni e 59% tra chi ha 65 anni o più.

Pregliasco (Youtrend) ‘La gente dice che la transizione gemella la devono pagare le istituzioni’

“La nostra ricerca dimostra che la scarsa conoscenza di un tema o di un processo non si traduce necessariamente in una sua bassa rilevanza per l’opinione pubblica. È il caso della transizione gemella: un termine chiaro solo per il 17% degli italiani, ma considerato importante dal 76% una volta spiegato. Questa ricerca fa emergere aspetti interessanti sulla dualità di questa transizione – ha detto Lorenzo Pregliasco – founding partner di Youtrend – Abbiamo analizzato l’impatto relativo delle componenti della transizione digitale e di quella ecologica nei diversi settori economici, evidenziando come la percezione della loro importanza vari significativamente. Ad esempio, la transizione digitale domina nelle telecomunicazioni, mentre quella ecologica è più sentita in altri settori. È comunque indubbio che gli italiani riconoscano l’importanza di entrambe le transizioni: il 74% ritiene importante agire sulla transizione ecologica, e il 76% dà la stessa rilevanza a quella digitale”. Per quanto riguarda il conto da pagare, Pregliasco dice che il campione intervistato ha individuato nelle Istituzioni (Governo 30%, Ue 32% e Grandi imprese 20%) i soggetti che dovrebbero accollarsi il costo della doppia transizione.

Corda (Vodafone Italia): ‘Il Digitale abilita la transizione ecologica’

“La transizione digitale e quella ecologica, se affrontate con successo, renderanno più competitivo il nostro Paese, garantendoci un futuro sostenibile e inclusivo – ha dettoAntonio Corda – Legal Affairs, External Affairs & Corporate Communication Director, Vodafone Italia – È una sfida che coinvolge tutti, cittadini, aziende e istituzioni. Vodafone, con la sua tecnologia, si impegna a favorire la transizione digitale che, grazie alla ottimizzazione dei processi e delle risorse, riduce l’impatto ambientale e migliora la produttività. Anche i cittadini giocano un ruolo centrale, sia come consumatori che come promotori del cambiamento, grazie a comportamenti e scelte di acquisto sempre più consapevoli e sostenibili. Infine, è fondamentale il dialogo con le istituzioni: abbiamo bisogno di politiche che sostengano e favoriscano investimenti in innovazione tecnologica sostenibile. Solo attraverso un’azione collettiva e integrata possiamo garantire progresso tecnologico e tutela dell’ambiente”.

Corda aggiunge poi un altro elemento importante: “Il Digitale abilita la transizione ecologica – dice – per quanto riguarda il costo della transizione, non può essere soltanto sulle spalle di Governo e aziende, devono partecipare anche il mondo dell’Accademia, della scienza e i consumatori”.

Viceministro Ambiente Vannia Gava: ‘Transizione ecologica? Serve gradualità’

Oggi ci troviamo di fronte a dati che non solo riflettono le opinioni degli italiani, ma che delineano anche una direzione chiara e necessaria per le nostre politiche future – ha dettol’Onorevole Vannia Gava – Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – La consapevolezza di una necessaria transizione ecologica e digitale sta crescendo e le nostre azioni devono essere all’altezza delle aspettative dei cittadini. Tuttavia, non possiamo ignorare il contesto in cui ci muoviamo. La transizione ecologica non è solo una questione ambientale, ma anche sociale ed economica. Significa ripensare i nostri modelli di sviluppo e garantire che ogni cittadino possa partecipare a questo cambiamento. In questo senso, è nostro dovere come governo garantire che le politiche adottate siano inclusive e accessibili a tutti, senza lasciare indietro nessuno”. Gava ha poi aggiunto che il Governo sta lavorando ad una “transizione giusta” per coprire la transizione ambientale salvaguardando però anche la parte economica. “Serve gradualità”, ha aggiunto Gava, ricordando che la consapevolezza della doppia transizione è aumentata molto in passato con l’aumento delle bollette energetiche e con il Covid, che ha indicato per la prima volta il valore essenziale del digitale per la tenuta sociale ed economica del paese chiuso in casa.  

Il videointervento del Viceministro Vannia Gava

Oltre alle due transizioni Digitale ed Ecologica, bisogna considerare anche la transizione sociale, “tenendo conto che la transizione digitale non è una semplice transizione, ma una vera rivoluzione. Quello che cambia davvero sono i rapporti di forza, la politica e la società”, ha detto Tiziana Catarci, Direttrice Dipartimento Informatica, Automatica e Gestionale (DIAG) dell’Università La Sapienza, secondo cui la reale consapevolezza delle conseguenze della transizione green e digitale dei cittadini non è poi così certa. Basti pensare alla chiusura di tre stabilimenti Volkswagen in Germania, dovuti al passaggio in mass all’elettrico. O “al calo del 76% della produzione Mirafiori”, aggiunge dal canto suo Silvia Fregolent, Senatrice della Commissione Ambiente, Transizione ecologica, Lavori Pubblici, Comunicazioni, Innovazione tecnologica.

Di certo, per accrescere la consapevolezza dei cittadini sulla transizione gemella è necessari maggior e informazione, tenendo conto però che il ruolo del Digitale ad esempio nelle presidenziali Usa è pressoché ignorato dai più, anche se di fatto al fianco di Donald Trump si trova un personaggio come Elon Musk. “Meglio Trump o Beyoncé come alleato alle residenziali?”, domanda in modo ironico Tiziana Catarci.

Eliana Longi (FdI): ‘Transizione ecologica investimento per il futuro e il Digitale è un alleato’

Eliana Longi, deputata Fdi membro della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera, punta l’attenzione sul ruolo fondamentale delle reti per lo sviluppo del digitale: “C’è ancora molto da lavorare – dice Longi – anche per accrescere la consapevolezza sul ruolo dell’ecologia: quando studiavo economia aziendale qualche anno fa, l’ecologia era vissuta soltanto come un costo dalle aziende. Oggi invece abbiamo capito che la transizione ecologica è un investimento per il futuro. E il digitale è un alleato”.

Due elementi, Green e Digitale, che devono andare a braccetto: “Il nuovo codice delle comunicazioni elettroniche alla cui approvazione ho preso attivamente parte va nella direzione della semplificazione e della sburocratizzazione delle procedure per la posa delle nuove reti – aggiunge Longi – questa politica va trasferita nei territori, e questo è il nostro ruolo soprattutto per la digitalizzazione delle aree bianche e interne. Esempi virtuosi? Quello di INWIT, che con Legambiente ha realizzato dei sistemi di sensoristica appoggiati alle sue torri effettua il monitoraggio ambientale nel Parco nazionale d’Abruzzo, consentendo di condividere dati utili per misurare la qualità dell’aria e segnalare eventuali incendi o anomalie ambientali”.  

Andrea Casu (PD): ‘Italia e Ue devono dotarsi di una politica industriale’

La transizione in atto, secondo Andrea Casu, deputato del Pd Vicepresidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera, in realtà “è trigemellare: Digitale, Climatica e Sociale – dice Casu – è l’ora che l’Italia e la Ue si dotino di una politica industriale. Non ci dobbiamo svendere sui servizi digitali. Dobbiamo superare il gap digitale del nostro paese, in modo che cittadini e imprese siano protagoniste della transizione”.  Perché ciò avvenga, è necessario che la politica presti maggiore attenzione ai rischi cyber che corre il nostro paese. “Le nostre reti sono reti colabrodo sul fronte cybersecurity? – domanda Casu – il caso del dossieraggio di questi giorni dimostra la fragilità delle nostre reti. Si parla di un decreto ad hoc. Che cos’altro deve succedere? Eppure, in Manovra non c’è un euro per la cybersecurity. Ma chi deve pagare per la transizione? Secondo i cittadini sono le istituzioni che devono pagare”.

Casu, l’Italia sta diventando il paradiso dei cyber-attacchi

“Ribadiamo come Pd la richiesta fatta ieri dai capigruppo alla Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, della necessità urgente di un’informativa del governo sulla questione cybersicurezza. Chiediamo come sia stato possibile violare il sistema di sicurezza e se ci sia il coinvolgimento di parti deviate dello Stato”. Così il deputato dem Andrea Casu, Segretario d’Aula a Montecitorio. “Il governo – continua il parlamentare – ha perso diverse occasioni per potenziare la cyber-sicurezza e va avanti a spot lasciando alle imprese e ai cittadini l’onere di provvedere alle soluzioni. Il risultato è che le informazioni più sensibili diventano ogni giorno più accessibili agli attacchi hacker che si passano parola e scelgono sempre più frequentemente il nostro paese. Ci sono i paradisi fiscali dove tutto il mondo porta i capitali e i paradisi dei cyber-attacchi dove tutti vengono a depredare dati e risorse”. “L’Italia è diventata un paradiso dei cyber-attacchi perché non c’è alcuna azione concreta e perché il governo non rispetta gli impegni contenuti nella strategia nazionale della cyber-sicurezza e va avanti senza stanziare neanche un euro in più per fermarli”, conclude Casu.

Marco Scialdone (Euroconsumers): ‘Transizione digitale forte risparmio per PA cittadini’

“I risultati della ricerca di Youtrend sono in linea con i nostri dati del nostro Index (Consumer Digital Empowerment Index di Euroconsumers)– ha detto Marco Scialdone, Head of Litigation & Academic Outreach di Euroconsumers Uno dei picchi nel nostro indice è quello che riguarda l’infrastruttura digitale. E’ evidente che l’infrastruttura è alla base del servizio. In questo caso, il mezzo diventa la base stessa del servizio. In Italia, ad esempio, la PA digitale ha un livello molto alto sull’uso dell’identità digitale per i servizi, frutto di politiche a metà fra nudging e obbligatorietà che hanno spinto in alto la diffusione dello SPID. Oggi c’è l’obbligo dello SPID per i servizi della PA, ma in passato misure come il cashback nella App IO è stato un forte boost per il decollo dello SPID. Tanto più che la transizione digitale può fare molto bene alle casse dello Stato, ma anche dei cittadini. Un esempio? L’ANPR che ha consentito di migrare da sistemi locali a sistema centrale, facendo risparmiare moltissimo sul fronte della sburocratizzazione e permettendo un forte empowerment dei cittadini”.   

Il bilancio di sostenibilità di Vodafone

L’evento è stato anche l’occasione per presentare il bilancio di sostenibilità di Vodafone per l’anno fiscale 2023/24.

Vodafone agisce su più livelli nel portare avanti la sua strategia ESG e dare il suo contributo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite (SDGs). A partire dalla propria operatività aziendale, l’azienda si impegna ogni giorno nella convinzione che l’attenzione all’ambiente, all’impatto sociale e alla trasparenza dei processi rappresenti il presupposto fondamentale per una crescita sostenibile. In particolare, il Gruppo Vodafone ha fissato obiettivi ambiziosi per raggiungere il cosiddetto Net Zero in tutta la catena del valore a livello globale entro il 2040, obiettivo approvato dalla Science Based Targets Initiative (SBTi), l’iniziativa internazionale che ha stabilito le linee guida per le Organizzazioni per definire obiettivi basati sulla scienza, in linea con gli impegni presi nell’Accordo di Parigi. Il Gruppo Vodafone ha fissato obiettivi di sostenibilità ambientale anche a breve termine, definendo due percorsi per raggiungere il Net Zero delle attività (Scope 1 e 2) in Europa e in Africa, le regioni in cui opera, rispettivamente entro il 2028 e il 2035.

Un percorso iniziato da diversi anni che ha visto fin dal 2021 alcuni traguardi importanti, come ad esempio rete e uffici alimentati da elettricità proveniente al 100% da fonti rinnovabili,[1] impegnandosi costantemente per migliorare l’efficienza energetica delle sue operazioni. Sul fronte dei rifiuti Vodafone si impegna nel corretto smaltimento dei propri e procede alla vendita dei device non più idonei alla commercializzazione a partner autorizzati per lo smaltimento dei RAEE. Nel corso dell’anno fiscale 2023-2024 sono stati venduti 8.000 telefoni e 133.000 dispositivi di Rete Fissa, tra cui VF Station, TV Box, ecc. Da alcuni anni, inoltre, è attiva una collaborazione con realtà del terzo settore, grazie alla quale sono stati coinvolti alcuni istituti di detenzione: Casa di Reclusione di Milano-Bollate per la gestione dello smaltimento di modelli obsoleti di Vodafone Station e con la sezione femminile del carcere di Rebibbia a cui vengono inviate le antenne FWA indoor che vengono ricondizionate, aggiornate e rimesse sul mercato.

La tecnologia di Vodafone è inoltre un abilitatore della transizione ecologica e favorisce l’adozione di nuove soluzioni per aziende e Pubbliche Amministrazioni: l’Internet of Things, ad esempio, grazie alle sue applicazioni, permette di utilizzare soluzioni di Smart Agricolture, favorendo un’agricoltura sostenibile, abilitando l’ottimizzazione di risorse, il monitoraggio e garantendo la tracciabilità della filiera. Nell’ambito del settore dei trasporti pesanti, dove l’utilizzo dei combustibili fossili non ha ancora una valida alternativa da fonti rinnovabili, Vodafone, grazie alla soluzione Vodafone Business Fleet Analytics per la gestione delle flotte aziendali, ha contribuito a digitalizzare e trasformare la flotta di un’importante azienda nazionale, in una risorsa intelligente, così da generare dati per ottimizzare le operazioni, ridurre i consumi e i costi di carburante e contribuire alla transizione ecologica. Anche nel settore della produzione industriale Vodafone Business ha supportato una storica impresa italiana leader nel settore degli Spirits per realizzare dei sistemi di monitoraggio e controllo all’avanguardia, basati su tecnologia IoT, direttamente sugli impianti esistenti (senza doverli rinnovare) per le diverse fasi di produzione. Inoltre la realizzazione di un Manufacturing Execution System (MES) ha permesso all’azienda di garantire il supporto e il monitoraggio della produzione in tempo reale, rendendo i processi produttivi molto più flessibili, efficienti ma soprattutto sostenibili. Infine Vodafone Business ha sviluppato una soluzione di Energy Data Management (EDM) basata su sensoristica e connettività IoT che offre il monitoraggio e l’analisi dei consumi energetici per ottimizzare l’efficienza all’interno degli Smart Building.

Le videointerviste

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