Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.
Una delle grandi verità emerse dall’anno passato (si spera più unico che raro) è che quando siamo chiusi in casa ci annoiamo così tanto che siamo disposti a fare qualsiasi cosa, compreso improvvisarci panificatori o dedicarci al fitness casalingo.
È ancora fresca la memoria delle polemiche di qualche mese fa, legate alle attività come il jogging – ricordate? Si può fare, non si può fare, si può fare senza allontanarsi troppo da casa, eccetera – e all’effettiva necessità di evitare di atrofizzarsi i muscoli stando incollati per ore davanti a uno schermo, perciò non stupiscono i dati appena divulgati da SensorTower a proposito delle app per telefonia mobile e per dispositivi digitali in genere dedicati alla salute e al fitness.
Secondo la ricerca, il fatturato di tali applicativi nel 2020 è stato superiore del 64,2% rispetto a quello dell’anno precedente, per un totale di 22 milioni di dollari spesi solo nel nostro Paese, con 57,8 milioni di download: il 50,5% rispetto al 2019. Naturalmente non si parla solo di ginnastica: anche Immuni fa parte di questa categoria, insieme a tutte quelle app che hanno come obiettivo suggerire le modalità per uno stile di vita più sano, a prescindere dallo sport e dalle attività motorie. Ma oltre ai programmi gratuiti ce ne sono parecchi a pagamento, e non è un caso che proprio la software house che ha sviluppato Immuni, Bending Spoons, è tra quelle di maggior successo in Europa anche grazie alle sue app di Fitness, com 30 Day Fitness.
Con lo smartphone in mano per rimanere in forma
Nella categoria delle app a pagamento, la più pagata in Italia è stata Sweat, per un totale di 1,5 milioni di dollari, seguita da Strava – app di culto soprattutto per i runner – e Yazio. Il picco dei download, ovviamente, si è verificato nel secondo trimestre, cioè in occasione del primo lockdown 2020, con 257 milioni di app scaricate in Europa (nel continente l’Italia è il sesto mercato in ordine di grandezza), ma non si è trattato di una mania passeggera, visto che in occasione della seconda ondata, tra ottobre e dicembre, il fatturato è stato di 140 milioni e i download 180 milioni nella seconda metà del 2020.
Secondo gli analisti di SensorTower, «L’ondata di nuovi download mostra quanto i consumatori desiderassero rimanere in buona salute, sia fisicamente che mentalmente. L’aumento più rapido della spesa dimostra quanto abbiano preso sul serio l’impegno». In particolare, il dispositivo più utilizzato per fare ginnastica in casa (o fuori, per chi ha potuto) è stato lo smartphone: “indoor” o fuori, grazie al costo sempre più ridotto delle connessioni Internet mobile (basta utilizzare il comparatore di SOStariffe.it per rendersene conto), è stato l’inseparabile compagno di chi ha cercato di mantenersi in forma in una situazione obiettivamente molto inaspettata e complicata.
Aprile, il nuovo gennaio delle applicazioni di fitness
Anche App Annie ha pubblicato di recente il suo report sulla mobile economy e sull’impatto del Coronavirus nel download di app dedicate alla salute e al fitness. Se in tutti gli anni precedenti il momento del picco è sempre stato di gennaio – il mese, ovviamente, dei buoni propositi e del tentativo di sfruttare un po’ le sneakers o la cyclette che abbiamo ricevuto a Natale – quest’anno il boom si è verificato in aprile, con 276 milioni di download a livello mondiale, l’80% in più rispetto al 2019. Secondo i dati di App Annie, nel 2021 la crescita planetaria della spesa è stata del 30% (da 1,5 miliardi a 2 miliardi), i download sono aumentati della stessa percentuale (da 2 miliardi a 2,6 miliardi), il tempo trascorso con queste app aperte del 25% (da 4,3 miliardi di ore a 5,4 miliardi di ore), il tutto solo relativamente ai telefoni Android.
È interessante notare come le applicazioni in cima alla classifica delle più scaricate siano molto diverse da nazione a nazione, a parte qualche titolo come Yazio che riscuote un successo trasversale. In particolare, non sono poi troppe le nazioni come l’Italia, la Germania o l’India dove a registrare i numeri più alti sono le applicazioni per il tracciamento dei contagi, ma bisogna tenere conto che il Coronavirus non ha avuto lo stesso impatto ovunque e anche le tempistiche sono state diverse (nei Paesi in cui la pandemia è arrivata più tardi, il numero dei download non è stato sufficiente a battere le altre app, sicuramente più conosciute e affermate anche da anni).
La mindfulness, antidoto all’ansia da pandemia
Gli sviluppatori, di fronte a dati come questi, non sono certo rimasti con le mani in mano: secondo i calcoli di App Annie, nel 2020 sono state rilasciate più di 71.000 app della categoria salute e fitness, il 13% in più rispetto al 2019: 24.000 circa basate su iOS, 47.000 su Google Play.
Ma, oltre alle app dedicate alla ginnastica e allo sport, magari anche per smaltire i chili di troppo del lockdown – a proposito: le migliori a livello mondiale sono state Home workout – no equipment (un nome che descrive benissimo la situazione di milioni di persone), Mi Fit e Lose Weight App for Women – c’è un altro tipo di applicativo da record. Si tratta di quelli pensati per la meditazione o, per meglio dire, la mindfulness, in particolare Calm, in assoluto l’app di maggior successo per quanto riguarda la spesa dei consumatori (e con ottimi risultati anche per l’engagement e il tempo passato sull’app).
L’ansia da lockdown e i momenti difficili che tantissimi hanno dovuto affrontare, e che ancora purtroppo non sono finiti – salute propria e delle persone care, difficoltà economiche, stress generico – hanno spinto molti a entrare in questo settore per la verità già molto gettonato negli ultimi anni. Addirittura, Calm ha stretto un accordo con American Express per dare ai possessori di queste carte di credito il libero accesso all’app come benefit riservato ai membri. Anche Headspace, la principale concorrente di Calm, ha ottenuto ottimi risultati, arrivando al quarto posto totale (stessa posizione sia a livello mondiale che negli Stati Uniti).