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Tra digitale e green, formazione e nuove competenze per promuovere lo sviluppo del settore dell’edilizia

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Lo sviluppo delle competenze rappresenta un vero e proprio mantra per rinnovare il settore delle costruzioni, che da anni attraversa una crisi generazionale, e per rispondere a esigenze legate ai processi di digitalizzazione e transizione energetica.

Sfide economiche e geopolitiche come la guerra, l’inflazione, il rincaro delle materie prime, quest’ultimo generato anche dalla pandemia, rappresentano i principali ostacoli che negli ultimi due anni stanno mettendo a dura prova il settore delle costruzioni. Ma la crisi attraversata dal comparto è legata anche a fattori strutturali, evidenti ormai da diversi anni, che riguardano il capitale umano. Fra questi vi è la difficoltà di reperimento di figure specializzate, un trend che caratterizza tutto il mercato del lavoro e che, secondo il bollettino Excelsior di Unioncamere-Anpal, nel mese di agosto di quest’anno, arriva al 41,6% delle assunzioni programmate.

Questa difficoltà si lega in parte al divario delle competenze, un fenomeno noto come skill mismatch, al quale il settore edilizio risulta tutt’altro che immune. Le imprese, infatti, faticano a trovare sul mercato profili che possiedono le competenze richieste per operare in un comparto in continua evoluzione anche in virtù di processi come la digitalizzazione e la transizione energetica. Ecco perché, oggi più che mai, è fondamentale investire in percorsi di upskilling e reskilling per potenziare un settore bisognoso di risorse dotate di strumenti e know-how necessari per portare avanti la sfida dell’innovazione.

Competenze e formazione nel settore edilizio: i numeri

L’esigenza dello sviluppo di nuove competenze in questo settore è riconosciuta come una questione centrale anche a livello europeo. In questo quadro il progetto “Construction Blueprint” costituisce il punto di partenza per identificare e definire l’orientamento della strategia futura. Un’iniziativa pensata per creare una piattaforma comune, riflettendo sui diversi approcci al tema attraverso un dialogo serrato fra 3 organizzazioni delle federazioni di settore europee, 9 organizzazioni nazionali e 12 enti per la formazione professionale in edilizia.

Nell’ambito di questa iniziativa l’Italia ha partecipato alla somministrazione del questionario, inviato dall’Ance, cui ha risposto il 25,9% delle imprese coinvolte a livello europeo, un numero che fa dell’Italia il paese che ha contribuito maggiormente alla raccolta di dati e informazioni fondamentali ai fini della definizione di una strategia.

I risultati mostrano che il 55,2% delle imprese coinvolte nel sondaggio ritiene di dover investire nel miglioramento delle competenze nell’utilizzo di software CAD per 2D e nella produzione e aggiornamento di disegni 3D. Mentre, in relazione all’economia circolare, il 62,7% delle imprese ha affermato di dover sviluppare competenze legate al riciclo dei rifiuti di costruzione e demolizione. Sono questi alcuni dei numeri più significativi emersi, che evidenziano il tasso di consapevolezza delle imprese del comparto, alla costante ricerca di risorse dotate di competenze aggiornate.

Profili e priorità: uno sguardo alla futura generazione di professionisti del settore edilizio

La sfida del personale qualificato costituisce, dunque, una priorità del settore. L’identificazione di profili come i tecnologi dei materiali e i data analyst, essenziali per innovare i processi, è una necessità volta ad assicurare al comparto una risposta adeguata, ad esempio, nella gestione di progetti nel campo dell’edilizia circolare.

Anche alla luce degli interventi in ambito energetico previsti dalla strategia dell’UE, sarà necessario introdurre tecnologie pensate per garantire un maggior efficientamento sul piano gestionale degli edifici: dagli impianti fotovoltaici ai dispositivi di accumulo dell’energia, dalla sensoristica connessa agli impianti e per la raccolta dati a tecnologie abilitanti come Big Data, Blockchain e IoT.

Ma l’aggiornamento delle competenze è solo il primo passo di un percorso più ampio. La componente tecnologica che caratterizza l’evoluzione del settore spinge, infatti, a ripensare anche il modus operandi a livello di progettazione, in un flusso che, per funzionare, dovrà integrare le competenze dei vari profili.

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