Otto aziende americane, una coreana e una svedese. Dai risultati dello studio “The Most Influential Brands 2018” di Ipsos sulle marche più influenti in Italia, emerge che nelle prime dieci posizioni non si trova un’azienda italiana.
Per elaborare il ranking dello studio sono stati presi in considerazione cinque fattori chiave: engagement o coinvolgimento, leading edge ovvero la capacità di far tendenza, trustworthy intesa come fiducia e affidabilità, corporate citizenship cioè impegno e ruolo sociale e presence (presenza), ed hanno visto coinvolti oltre quattromila italiani intervistati dall’istituto di analisi e ricerche di mercato.
L’unico brand che riesce davvero a soddisfare velocemente le nostre esigenze è Amazon. L’online retail divenuto parte integrante delle abitudini di acquisto per molti italiani che, per la prima volta, spodesta anche il primato di Google.
Fuori dai dieci, per la prima volta, tutte le aziende del comparto Food. Nutella, Parmigiano Reggiano, Ferrero, Barilla, Grana Padano, anche se rimangono comunque nei posti alti della classifica generale non sono riuscite a creare un forte legame identitario (e nazionale) con i consumatori italiani, rispetto ai grandi colossi americani. L’identità quindi il fattore caratterizzante della debolezza delle nostre aziende, un tema che sta assumendo un ruolo sempre più determinante per orientare le scelte di consumo. Il consumatore contemporaneo, senza più i forti valori di appartenenza tradizionali, trova nelle marche straniere un nuovo elemento d’identificazione e, in alcuni casi, un vero e proprio facilitatore e alleato nella vita di tutti i giorni.
IKEA, invece, si attesta come unico brand non tech e non di servizi che riesce a raggiungere per la prima volta la Top 10. Il colosso svedese si dimostra ancora una volta maestro nello storytelling incentrato sulla libertà di scelta che diventa espressione della propria identità.
Social Network
I social network che dopo aver cambiato in maniera così profonda e netta il modo di comunicare, confrontarsi e informarsi si relazionano in maniera del tutto nuova alle generazioni più giovani. Lo scandalo Cambridge Analitica non sembra aver intaccato l’azienda di Mark Zuckerberg. Pure Facebook, nonostante i recenti scandali, resta nella top 5 dei brand più influenti in Italia, perdendo solamente una posizione in classifica.
Se si osserva la classifica The Most Influential Brands 2018 in base alle fasce di età, emerge in maniera inequivocabile come i più giovani (la cosiddetta generazione Z, tra i 15 e i 22 anni) seguano decisamente altre logiche. La GenZ è infatti la prima ad essere cresciuta con i social e la classifica lo rispecchia. Tra i giovannismi Whatsapp è al primo posto, Amazon solo al terzo, dopo Google, Facebook scende al quinto, mentre compare con forza Instagram, social network non presente nella Top 10 delle altre fasce di età prese in considerazione.
Ed è proprio il social network delle immagini per eccellenza che registra un notevole salto in avanti passando dal 33° posto della classifica generale alla sesta posizione nella classifica della GenZ, confermandosi uno dei i social network preferiti tra i giovanissimi.
L’ascesa di Netflix e Spotify
Finita ormai l’era dei palinsesti fissi, il settore tv e dei nuovi servizi ad esso collegati è in continua evoluzione, impegnato in maniera quasi spasmodica nell’offrire un servizio il più possibile personalizzato, ampio, esclusivo e disponibile in qualsiasi momento.
Simbolo di queste rapide trasformazioni e della capacità di rispondere puntale alle esigenze dell’utente è la scesa in campo di Netflix che, nel giro di un solo anno, ottiene un avanzamento da record: se nella classifica 2017 il famoso portale di streaming era all’ottantesima posizione, nel 2018 si attesta al 26°. Un balzo in avanti di ben 60 posizioni che non fa altro che sottolineare “l’affaticamento” delle reti tradizionali a tenere il passo.
Un’altra crescita significativa, sempre restando nel settore del consumo di entertainment, è quella di Spotify, piattaforma streaming musicale che registra un salto in avanti di quasi 30 posizioni rispetto al 2017.