I prossimi Giochi Olimpici si terranno a Tokyo nel 2020 e gli organizzatori hanno iniziato una mega raccolta di smartphone fuori uso e vecchi telefonini per un loro insolito riuso: riciclare i metalli per fondere le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo che saranno assegnate alle Olimpiadi.
Bisogna recuperare più di 8 tonnellate di materiali metallici e si inizierà ufficialmente dal prossimo aprile, grazie ad un accordo siglato ad inizio mese dal Comitato olimpico giapponese, NTT Docomo e il Japan Environmental Sanitation Center (ente preposto alla tutela e la conservazione del patrimonio ambientale del Paese).
Proprio il gigante delle telecomunicazioni giapponese ha provveduto ad installare 2.400 punti di raccolta attraverso i suoi store ufficiali e alcuni uffici pubblici. Serviranno milioni di telefonini per fabbricare le 5.000 medaglie (oro, argento e bronzo) di cui il comitato olimpico necessita (per le Olimpiadi in Brasile ne produssero 5.130, per le Olimpiadi di Londra nel 2012 circa 4.700).
In Giappone, su 127 milioni di abitanti, quasi 90 milioni sono possessori di smartphone, circa il 70% della popolazione. Nel Rapporto “Information media trends in Japan 2016”, si stima che tra il 2010 ed il 2015 siano stati messi in vendita nel Paese asiatico più di 120 milioni di smartphone.
L’iniziativa, oltre che promozionale, ha anche un peso sociale non indifferente, promuovendo l’economia circolare, invitando i cittadini a partecipare in prima persona per stimolare una riflessione collettiva sul concetto di sostenibilità ambientale e di riciclo dei materiali (in questo caso elettronici) e coinvolgendo anche le imprese locali per dimostrare l’enorme valore economico di ciò che abitualmente buttiamo nella spazzatura.
Ogni anno in Giappone, ricorda la BBC, finiscono in discarica 650 mila tonnellate di dispositivi elettronici, di cui solo un sesto, secondo il Nikkei Asian Review, viene recuperato per altri utilizzi.
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