Per rendere le Olimpiadi di Tokyo 2020 più sicure gli organizzatori e le autorità locali hanno deciso l’utilizzo del riconoscimento facciale per tutti i protagonisti dei giochi, ad esclusione del pubblico. Sarà la prima volta nella storia che la tecnologia sarà utilizzata per un evento del genere. Come funziona? Badge più scansione del viso per atleti, staff, organizzatori e giornalisti per accedere nei diversi luoghi della città in cui si svolgeranno i giochi. Il sistema, già collaudato dal Giappone durante i Giochi di Rio del 2016 per i giornalisti accreditati alla Japan House, non fa altro che confrontare la foto archiviata nel momento dell’accreditamento con quella che viene scattata quando una persona passa davanti alla colonnina con l’occhio elettronico. I test hanno dato risultati positivi: “Il sistema si è dimostrato 2 volte e mezzo più veloce di quello tramite codici a barre o controlli visivi”, ha detto Masaaki Suganuma vicepresidente della NEC corporation, la società che metterà a disposizione l’infrastruttura tecnologica per effettuare il riconoscimento attraverso la rilevazione biometrica. Infatti il sistema NeoFace, che vanta tra i suoi clienti il dipartimento di Sicurezza interna statunitense e la polizia di Chicago, è in grado di riconoscere anche atleti di due metri o sulla sedia a rotelle, perché verrà impiegata anche per le Paralimpiadi.
Problema privacy?
La tecnologia sarà utilizzata solo come misura di sicurezza per le persone direttamente coinvolte nell’evento, pubblico escluso, e il comitato olimpico registrerà le immagini dei volti e li archivierà in un database a cui il sistema può accedere per la verifica. “La tecnologia è accurata al 99.7%”, ha spiegato il numero 2 della società NEC, non al 100% perché il sistema di riconoscimento basato sull’intelligenza artificiale fa ancora fatica a identificare persone di colore. Se si dovesse riscontrare questo problema allora il riconoscimento verrà effettuato da un essere umano addetto alla sicurezza.
Sistemi di rilevazione biometrica delle presenze contro i furbetti della PA in Italia?
Lo stesso sistema di rilevazione biometrica che verrà utilizzato a Tokyo 2020 piace anche al ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, che ha preso l’impegno di iniziarlo ad impiegare contro i furbetti della PA. “È intenzione del governo”, ha detto la ministra, “prevedere l’obbligo di sistemi di rilevazione biometrica delle presenze che già sono stati sperimentati con risultati lusinghieri”, ha detto il ministro alla Camera il mese scorso.
Problema privacy?
“Sono compatibili con la legge sulla Privacy” ha fatto subito sapere Bongiorno.
È vero.
Il sistema è a prova di privacy come dimostra il S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona nel Salernitano, il primo ospedale a utilizzare le impronte digitali per i dipendenti. Key4biz ha intervistato il direttore generale: “Impronte digitali anti-furbetti, nel nostro ospedale funzionano”.
Chissà se il ministro Giulia Bongiorno riuscirà nell’impresa olimpica di installare il riconoscimento facciale nella PA italiana.