I ricavi del settore europeo delle Tlc continuano a diminuire, mentre gli investimenti sono in crescita. L’Arpu della telefonia mobile diminuisce inesorabilmente, mentre la copertura delle reti Lte fa passi avanti, anche se a ritmo lento, in particolare grazie alle frequenze a 800 Mhz. Sono questi alcuni dei dati emersi dal “2014 Report on Implementation of the EU regulatory framework for electronic communications” pubblicato dalla Commissione Europea, che copre gli anni 2012 e 2013, sul mercato e la regolamentazione delle telecomunicazioni. Il report è stato realizzato nel quadro del programma Connected Continent per monitorare lo stato di avanzamento dell’agenda digitale europea nei singoli stati.
Il quadro in Italia
Per quanto riguarda l’Italia, tra le altre cose si ribadisce che il raggiungimento degli obiettivi di copertura a 30 Mbps previsti dall’Agenda Digitale 2020 sono in forse. L’Italia ha fatto qualche timido progresso negli ultimi due anni, per il raggiungimento degli obiettivi base dell’Agenda Digitale Europea, Tuttavia, la penetrazione delle reti a banda larga Nga (Next generation access) è nettamente sotto la media europea e all’ultimo posto nell’Unione per quanto riguarda la copertura a 30 Mbps e stanno avanzando più lentamente che negli altri stati della Ue.
L’alfabetizzazione digitale è poco diffusa, il 34% degli italiani non ha mai usato Internet, e la qualità delle reti broadband esistenti è scarsa: soltanto il 18,4% dei clienti ottiene una velocità media di 18,4 Mbps, a fronte di una media Ue del 66%.
Le reti Nga sono appena il 3% del totale nel nostro paese, in crescita dell’1% da luglio 2013 a gennaio 2014.
Sul fronte delle reti mobile, la copertura Lte è triplicata in pochi mesi da luglio 2013 a gennaio 2014, sia nelle grandi città sia nelle zone rurali in digital divide, anche grazie agli obblighi di copertura relativi agli 800 Mhz.
L’Arpu mobile in Italia nel 2012 si è fermato a 153 euro a front della media Ue di 187 euro, in particolare a causa della concorrenza degli Ott aggravata dalla guerra dei prezzi innescata dalla crescente diffusione di tariffe flat.
Il quadro in Europa
Le entrate del settore sono nuovamente calate nel 2013, ma gli investimenti iniziano a crescere; secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2012 i ricavi del settore hanno raggiunto quota 323,6 miliardi di euro, in flessione del 3,3% rispetto all’anno precedente. Gli investimenti in nuove reti nel 2012 si sono attestati a 42,1 miliardi, in aumento dell’1,4%.
Secondo il report, ai servizi di telefonia tradizionali si preferiscono sempre più i servizi VoIP offerti da OTT come Skype e Viber. Il traffico dati è in rapido aumento, in particolare su reti mobili. I costi delle chiamate vocali e dei servizi dati su reti mobili sono più alti nella Ue rispetto agli Stati Uniti, mentre l’uso dei servizi mobili è più diffuso negli Usa, dove si registra di conseguenza un “ricavo medio per utente” più elevato.
L’Arpu della telefonia mobile nella Ue è diminuito a quota 187 euro all’anno nel 2012, a fronte dei 195 euro dell’anno precedente. Detto questo, il segmento mobile resta il più profittevole nel settore delle Tlc.
Soltanto la Danimarca, la Germania, la Lettonia e Malta hanno raggiunto l’obiettivo del 2012 per l’autorizzazione di bande di frequenza specifiche. 21 Stati membri sono infine riusciti ad arrivare al traguardo nel 2013, ma il ritardo nell’assegnazione della banda a 800 MHz ha pesantemente rallentato la diffusione delle reti mobili 4G in tutta l’UE; il tempo necessario per ottenere i permessi di installare nuove reti varia da pochi giorni a diversi anni, secondo il luogo in cui si costruisce la rete. La maggior parte delle autorità tuttora non accetta la presentazione delle richieste per via elettronica.
Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea, ha dichiarato: “Il cammino verso la realizzazione di un vero mercato unico è certamente ancora lungo. Bisogna tagliare l’onere burocratico e occorre un’azione normativa più coerente a livello sia nazionale che unionale per costruire finalmente questo mercato unico. L’attuazione in tempi brevi della direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga contribuirà a centrare l’obiettivo, ma bisogna fare di più.“.
Infrastruttura
Dalla relazione risulta inoltre che l’accesso a un’infrastruttura passiva di telecomunicazione è frammentato, complesso e pesante in alcuni Stati membri, tra cui Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Lussemburgo, Malta e Polonia.
Consumatori
Esistono notevoli differenze tra gli Stati membri per quanto riguarda le tariffe all’ingrosso per la portabilità del numero, ossia il costo addebitato a un operatore concorrente per trasferire il numero di un abbonato.
Banda larga
La maggior parte dei paesi europei ha definito piani nazionali per la banda larga, ad eccezione di Grecia, Romania e Cipro, che stanno tuttavia per finalizzarli; i progetti nazionali per la banda larga sono finanziati nei modi più disparati (ad esempio mediante fondi pubblici nazionali sotto forma di aiuti di Stato o attraverso i fondi strutturali dell’UE).