Delegare al Ministero dello Sviluppo Economico la creazione di un apposito registro dove inserire tutti i soggetti, diversi dagli operatori Tlc, che per i loro servizi voce e dati al pubblico usino “risorse nazionali di numerazione” telefonica, rapportandosi al cliente in tutto e per tutto come gli operatori tradizionali tlc, ma senza sostenere medesimi obblighi. Un registro alternativo a quello dove sono inseriti gli operatori tradizionali, destinato quindi a raccogliere in un elenco unico tutti i soggetti che offrono servizi di trasmissione voce e dati (ad esempio WhatsApp e Viber) comunque associati ad uno specifico numero di telefono.
E’ questo il senso dell’emendamento depositato oggi dal deputato Sergio Boccadutri, coordinatore dell’area Innovazione del Pd, all’articolo 4 “Disposizioni relative ai costi amministrativi a carico dei fornitori di servizi di comunicazioni elettroniche. Procedura di infrazione n. 2013/4020”, del Disegno di Legge 2977 “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea – Legge europea 2014” del 19 marzo 2015.
“Il numero di telefono è risorsa regolata da norme precise e molti soggetti vincolano l’utilizzo dei loro servizi proprio ad un numero telefonico. Utilizzando la banda larga mobile questi soggetti si comportano nei fatti, quando consentono di telefonare e inviare messaggi, come una telco. Per fare un esempio differente basti pensare invece al caso del servizio di posta elettronica sul telefonino che infatti non è mai vincolato ad un numero di telefono, questo al massimo può esser utilizzato come fanno le banche o le carte di pagamento per esigenze di sicurezza. – dice Boccadutri – Per questo ritengo che chi offre servizi voce e dati associandoli ad un numero debba essere inserito in un elenco, certo diverso da quello già esistente e riservato agli operatori Tlc, anche al fine di consentirne il controllo da parte dell’Agcom e delle autorità”.
L’emendamento Boccadutri recita così: “Il Ministero dello Sviluppo Economico è delegato ad emanare uno o più decreti al fine di individuare i soggetti, diversi dagli operatori già individuati in appositi registri, che per i propri servizi voce e dati al pubblico utilizzino indirettamente risorse nazionali di numerazione. Il Ministero inserisce tali soggetti in un apposito registro la cui tenuta va assicurata ai sensi della legge 31 luglio 1997 n.249. Il Ministero determina i criteri in base ai quali l’attività prevalente di tali soggetti ne comporti l’obbligo di richiesta di autorizzazione e la partecipazione ai sensi della legge 31 luglio 1997, n. 249 al funzionamento dell’Ufficio del Garante per le Comunicazioni“.
Se approvato, l’emendamento sarà inserito nel testo del Disegno di Legge e consentirà di raccogliere in un unico elenco tutti gli OTT che forniscono in prevalenza servizi voce e dati associati alle numerazioni e che di conseguenza, a seguito della valutazione MISE, dovranno sottostare agli stessi obblighi di legge cui sono tenuti gli operatori Tlc nei confronti dell’Agcom. Un primo passo per superare asimmetrie normative e regolatorie tra operatori tradizionali e nuovi soggetti volto a garantire pienamente il libero gioco concorrenziale.