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Tlc mobili: nel 2014 fatturato da 3.300 miliardi e 11 milioni di posti di lavoro nel mondo

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Dopo l’avvento di internet alla fine degli anni ’90, il passaggio ai cellulari sta ridisegnando nuovamente il panorama economico. Quello mobile, dice BCG, non è solo un settore in sé e per sé. E’ anche la base su cui una serie impressionante di settori -vecchi e nuovi -  hanno messo radici e sono fioriti.

3.300 miliardi di fatturato nel 2014, 11 milioni di posti di lavoro creati nella catena di valore globale, 1.900 miliardi di investimenti e Ricerca e Sviluppo dal 2009 al 2013: sono questi i numeri salienti dell’industria mobile mondiale, contenuti in un rapporto di Boston Consulting Group commissionato da Qualcomm.

Un fatturato da capogiro, che se distribuito equamente per ogni abitante del Pianeta equivarrebbe a una ricchezza di 400 dollari a testa. A beneficiare di questo enorme patrimonio sono invece per lo più una manciata di aziende: sei delle 25 società con più valore al mondo – Apple, Google, China Mobile, Alibaba, Facebook e Verizon – sono direttamente coinvolte nel mondo delle tecnologie mobili e sono quindi le maggiori beneficiarie di questo tesoretto.

C’è da dire, però, che a trarre vantaggio dalla rivoluzione mobile (non economicamente, si intende) siamo stati un po’ tutti: nei paesi sviluppati l’arrivo degli smartphone ha cambiato il nostro modo di lavorare, connetterci con gli altri, e anche di spostarci (vedi il successo di app come Uber); nei paesi in via di sviluppo, dove i cellulari sono spesso e volentieri l’unico modo per accedere a internet, intere popolazioni hanno avuto accesso ai servizi bancari, sanitari e anche metereologici (cosa non da poco per gli agricoltori delle aree più sperdute del pianeta). In Cina, per dire, l’arrivo dell’app Alipay, che permette di pagare ovunque qualsiasi cosa, è stato dirompente con operazioni che lo scorso anno hanno superato il valore di 500 miliardi. In India, dove solo il 5% della popolazione possiede un Pc, la società di eCommerce Flipkart ha raggiunto 10 milioni di utenti solo attraverso la sua app.

Nei sei paesi presi in esame dallo studio BCG – Usa, Germania, Cina, Corea del Sud, Brasile e India – il contributo dell’industria mobile al Pil è stato di 1.200 miliardi di dollari. I ricavi del settore sono cresciuti del 13% l’anno dal 2009, più del doppio della crescita dell’economia globale nello stesso periodo.

Le tecnologie 3G e 4G hanno raggiunto quota 3 miliardi di sottoscrizioni, secondo dati Ericsson, facendo delle tecnologie mobili le tecnologie consumer ad adozione più rapida della storia, grazie anche alla veloce discesa dei pressi sia dei servizi (un calo del 99% dal 2005 al 2013) che dei dispositivi (al momento il 30% circa degli smartphone in commercio costa meno di 100 dollari).

“Così come la crescita di Internet alla fine degli anni ‘90 è stata caratterizzata da una crescita esplosiva e da un’innovazione aggressiva, lo spostamento verso i cellulari sta ridisegnando nuovamente il panorama economico. Quello mobile non è solo un settore in sé e per sé. E’ anche la base su cui una serie impressionante di settori -vecchi e nuovi –  hanno messo radici e sono fioriti”, dicono gli analisti di BCG, concludendo però che ancora molto resta da fare per colmare il mobile divide, soprattutto quello tra le grandi corporations e le piccole aziende.

Colmare questo divario permetterebbe infatti di creare oltre 7 milioni di posti di lavoro, aumentare il PIL dello 0,5% e ridurre la disoccupazione di oltre il 10% solo nei sei paesi esaminati dallo studio.

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