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Tlc, cloud e Difesa. Un fondo sovrano europeo per le infrastrutture tecnologiche, la lettera alla Commissione Ue di 100 aziende

La Lettera a Ursula von der Leyen e Henna Virkkunen

In un appello diretto alla Commissione europea, 100 tra aziende e organizzazioni europee hanno richiesto la creazione di un fondo sovrano per le infrastrutture tecnologiche. L’obiettivo è rilanciare gli investimenti pubblici e rafforzare l’autonomia strategica del continente nei settori digitali, colmando il divario con Stati Uniti e Cina.

La lettera, di cui è stata data notizia da Reuters, Cnbc e altre testate europee, indirizzata alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e alla vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen, evidenzia la necessità di una maggiore autosufficienza tecnologica europea.

Tra i firmatari figurano nomi di spicco come Airbus, Dassault Systemes, OVHcloud e la European Startup Network. Il documento sottolinea che l’Europa si trova in una posizione di ritardo significativo nello spazio digitale e che, se non si interviene rapidamente, il rischio grave ed evidente è che nei prossimi tre anni la dipendenza del continente da tecnologie non europee diventerà quasi totale. Le Lettera fa diretto riferimento al rapporto Draghi del 2024 sulla competitività dell’Unione europea.

Comprare made in EU

Il messaggio lanciato dagli industriali europei è chiaro: “è essenziale recuperare l’iniziativa e garantire un’indipendenza tecnologica a tutti i livelli dell’infrastruttura digitale critica. Ciò significa intervenire sia sulle infrastrutture logiche (applicazioni, piattaforme, media, cloud, modelli di intelligenza artificiale), sia su quelle fisiche (chip, calcolo, archiviazione e connettività)”.

La lettera avverte che “l’attuale dipendenza multipla da attori extraeuropei pone rischi in termini di sicurezza e affidabilità, compromette la sovranità e penalizza la crescita economica del continente“. Per affrontare questa situazione, i firmatari propongono una strategia industriale pragmatica che includa, tra le altre cose, un requisito formale per il settore pubblico di acquistare prodotti e servizi tecnologici europei, cioè “made in Europe”.

L’iniziativa, è sottolineato, non mira a escludere i fornitori extraeuropei, ma a creare condizioni di mercato che consentano ai player europei di competere su basi eque e a giustificare nuovi investimenti.

Un fondo sovrano per le infrastrutture digitali: quantum, AI, semiconduttori, cloud

La richiesta principale del documento è la creazione di un fondo sovrano destinato a finanziare investimenti pubblici nel settore tecnologico, in particolare per progetti ad alta intensità di capitale come il quantum computing e la produzione di semiconduttori. Il finanziamento, secondo i firmatari, dovrebbe essere garantito dalla Banca europea per gli investimenti e da organismi pubblici nazionali, con risorse significative che potrebbero sostenere le imprese europee nella scalata tecnologica globale.

L’Europa sta cercando di recuperare terreno nel settore tecnologico, mentre dirigenti aziendali e investitori chiedono maggiori finanziamenti e una regolamentazione più flessibile per favorire la crescita, soprattutto nell’ambito dell’intelligenza artificiale.

Come riportato da techcrunch.com, il cloud occupa un posto centrale nel documento inviato a Bruxelles. I firmatari, infatti, chiedono all’Ue di sostenere lo sviluppo di requisiti armonizzati per gli utenti di cloud pubblico/privato affinché optino per l’utilizzo di “servizi cloud sovrani” per l’archiviazione dei propri dati sensibili, il che è anche da considerarsi come una misura di sicurezza ulteriore per proteggersi dalle leggi extraterritoriali non UE, che potrebbero rappresentare un rischio per i dati europei.

Il contesto geopolitico attuale, segnato da politiche protezionistiche aggressive da parte degli Stati Uniti e da tensioni commerciali globali, sta spingendo Bruxelles a rafforzare le proprie capacità strategiche. Proprio all’inizio di marzo, l’Unione europea ha proposto misure fiscali per mobilitare quasi 800 miliardi di euro, destinati in gran parte all’aumento della spesa per la Difesa e alla resilienza economica.

La necessità di una Strategia di Indipendenza Digitale

L’appello delle aziende e di aziende ed organizzazioni europee rappresenta un chiaro segnale della necessità di un cambio di passo. Resta da vedere se la Commissione risponderà con misure concrete per ridurre la dipendenza tecnologica e rilanciare il ruolo del continente nel panorama digitale globale.

In tutto questo contesto geopolitico, si colloca l’iniziativa di Key4biz e ReD OPEN, spin-off dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, che hanno iniziato a dar vita a una Community internazionale e a un tavolo di lavoro permanente con l’obiettivo di definire la Strategia di Indipendenza Digitale da presentare al Governo e al Parlamento e a tutti gli stakeholder.

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