Il settore delle telecomunicazioni italiane versa in una situazione molto difficile e bisogna trovare il modo per uscirne. È questo il senso delle dichiarazioni di Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Innovazione, in un comunicato lanciato stamane dall’ANSA, in cui dichiara che rispettare gli obiettivi del PNRR nell’ambito delle tlc “sarà complicato e molto impegnativo”.
“Per il Piano Italia a 1 Giga – ha spiegato il sottosegretario – “l’obiettivo dichiarato nel PNRR dall’ex ministro Vittorio Colao si è dichiarato purtroppo sbagliato. Anche per il Piano Italia 5G, il precedente governo ci lascia una situazione a dir poco imbarazzante”. E con “ritardi macroscopici”, “il piano Bul non è in condizioni migliori”.
Piano Italia 1 giga e Piano Italia 5G
“È sbagliato l’obiettivo dell’ex ministro Colao di coprire con reti a 1 Giga ulteriori 8,5 milioni di unità residenziali, di cui 450.000 di case sparse“ spiega Butti. “Nel progress report inviato alla Commissione europea ad ottobre scorso, quindi appena un mese fa, l’Italia ha comunicato che, a fronte di una dettagliata mappatura, le aree che al 2026 risultano essere a fallimento di mercato (e quindi destinatarie dell’intervento pubblico) interessano solo 6,87 milioni circa di unità residenziali (1,63 milioni circa in meno dell’obiettivo del PNRR). Ma quello che mi preoccupa di più – evidenzia il sottosegretario – sono i ritardi che sicuramente avremo anche nella tempistica di realizzazione della rete nelle cosiddette aree grigie, su cui rischia di aprire un ampio fronte di inadempienze”.
“Sul Piano Italia 5G”, prosegue, l’esecutivo uscente aveva già dichiarato alla Commissione che l’Italia, anche in questo caso, non sarà in condizione di raggiungere gli obiettivi previsti dal piano. Il budget di circa 2 miliardi di euro era suddiviso in maniera equivalente tra connessione in fibra ottica di base station e la costruzione di nuove base station per aumentare la copertura 5G. Per quanto attiene alla sola parte di copertura, l’obiettivo dichiarato nel PNRR è quello di coprire con la rete 5G almeno 15.000 kmq di aree a fallimento di mercato. Nell’ultimo Report inviato alla Commissione Europea, il governo uscente ha affermato che le aree a fallimento di mercato nel 2026 saranno pari a 440 kmq e non più 15.000 kmq come previsto dal target”.
Butti: “Piano Bul in difficoltà, enormi ritardi da Open Fiber“
“Il Piano Bul” è in difficoltà “se si guarda, ancora una volta, alla tempistica di realizzazione”, spiega Butti. “Appare francamente poco credibile che Open Fiber – ha detto – sia in grado di realizzare i lavori nelle Aree grigie nei tempi previsti dal PNRR, se non è stata in grado neanche di fare quelli nelle Aree bianche, accumulando cosi’ enormi ritardi, ritardi che sono addirittura cresciuti nell’ultimo anno”.
“Secondo quanto previsto dalla Concessione, Open Fiber deve rendere attivabili 6.411.150 unità immobiliari entro il mese di giugno del 2023. Dalla fine del mese di settembre 2022 alla fine di ottobre 2022 (ultimo dato disponibile nel Report appena pubblicato dal MiSE), il numero complessivo di unità immobiliari, dove il servizio di Open Fiber è attivabile, è cresciuto di sole 50.520 unità, raggiungendo in totale il numero di 2.088.156 unita’ con una performance realizzativa tra le più basse di sempre”, ha spiegato Butti.
Per rispettare i tempi, Open Fiber “deve quindi rendere attivabili altre 4.322.994 unità immobiliari da qui a giugno 2023, il che equivale ad una media mensile di circa 540.000 realizzazioni contro una media negli ultimi 6 mesi di circa 46.000 unita’ mensili. Desolante è, infine, il fatto che, leggendo il Report del MiSE disponibile, quello del 31 ottobre 2022, si apprende che sono stati ‘attivati’ i servizi nelle Aree bianche solo a 104.651 unita’ immobiliari”.
Butti: “Le nuove reti richiedono nuovi business model”
Il sottosegretario ha intenzione di convocare, quanto prima, un tavolo con gli AD dei principali operatori italiani per delineare “una visione strategica chiara, di lungo periodo per il futuro dell’intero settore, che fino ad oggi è venuta meno”.
“L’obiettivo del tavolo non può limitarsi alle misure immediate che gli operatori peraltro giustamente richiedono, come ad esempio le agevolazioni per i costi dell’energia, un tema già di per sé altamente drammatico) o l’adeguamento dei limiti elettromagnetici o la riduzione dell’Iva. Dobbiamo avere la consapevolezza che queste sono tutte misure necessarie, ma sono anche misure tampone, ovvero misure che non risolveranno la crisi strutturale del settore”, dice Butti.
“Le nuove reti (FTTH e 5G) richiedono nuovi business model ed un rapporto di collaborazione e cooperazione costruttiva sia con l’industria verticale (Automotive, Industry 4.0, Energia, Mobilità, Salute) che con gli Over The Top (OTT) aggiunge Butti. “Dobbiamo chiederci verso quale direzione il settore deve andare”.