Tim avvia in calo la seduta di Borsa dopo il terzo profit warning dell’anno, che si è concretizzato confermando le voci dei giorni scorsi. Pesa sul calo dei ricavi della telefonia fissa la zavorra Dazn, ma non soltanto. L’Ebitda AL organico della Business Unit Domestic è stimato in diminuzione, “low teens decrease” (tra il 13-15%, non più del -9% come già corretto al ribasso lo scorso 11 novembre ndr) verso l’anno 2020, con un peggioramento rispetto alla precedente previsione comunicata ad ottobre, imputabile principalmente a minori ricavi della telefonia fissa, in parte connessi all’andamento dell’accordo con Dazn per la distribuzione della Serie A Tim.
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Non certo un buon viatico per il Cda di domani
Non certo il migliore dei viatici in vista del cda di domani, convocato per discutere non soltanto della rinegoziazione del contratto per la Serie A con Dazn, ma anche per valutare l’offerta di Kkr e per discutere l’ingresso del direttore generale Pietro Labriola nel Cda. Se l’ex ad Luigi Gubitosi non si dimetterà sua sponte da amministratore alla riunione di venerdì, la francese Vivendi, secondo la Reuters, potrebbe spingere per il rinnovo del consiglio chiedendo la convocazione di un’assemblea straordinaria allo scopo di costruire una offerta alternativa a quella di KKR. Resta da vedere, però, se il fondo americano vorrà proseguire con l’offerta dopo questo terzo allarme utili in un anno o se invece non opterà per un dietrofront. L’offerta non è vincolante.
Il terzo profit warning, Ebitda in calo fra il 13%-15%
Ieri sera la società ha aggiornato le previsioni gestionali dell’esercizio 2021 con un terzo profit warning. “L’Ebitda AL organico della Business Unit Domestic è stimato in diminuzione, “low teens decrease” (tra il 13-15% ndr) verso l’anno 2020, con un peggioramento rispetto alla precedente previsione comunicata ad ottobre (“high single-digit decrease”), imputabile principalmente a minori ricavi della telefonia fissa, in parte connessi all’andamento dell’accordo con DAZN per la distribuzione della Serie A Tim” si legge in una nota. “Eventuali accantonamenti non ricorrenti saranno determinati sulla base degli esiti della rinegoziazione in corso dell’accordo con Dazn e saranno valutati in sede di bilancio 2021”.
Grazie alla crescita della Business Unit Brasile (“mid single-digit”) però “l’Ebitda AL consolidato organico di gruppo 2021 è atteso superiore a 5,4 miliardi di euro. L’andamento dei ricavi organici di Gruppo è confermato in calo (“low single-digit”) e l’indebitamento finanziario netto consolidato rettificato AL è atteso a circa 17,6 miliardi di euro dopo il pagamento di licenze per 435 milioni di euro, di cui 140 milioni di euro a seguito dell’aggiudicazione delle frequenze 5G in Brasile”.
Il piano 2022-2024, precisa la nota, verrà sottoposto all’approvazione del Cda, unitamente ai risultati del bilancio 2021 e alla guidance relativa al triennio 2022/24, “che terrà conto dell’atteso consolidamento degli asset di telefonia mobile di Oi in Brasile e delle azioni di riorganizzazione aziendale necessarie ad affrontare un contesto competitivo che rimane sfidante”.
I numeri della débacle. Il terzo profit warning spaventerà Kkr?
Ma a bocce ferme c’è chi pensa che sia molto strano l’annuncio di un profit warning a due giorni da un Cda chiave per il futuro dell’azienda, durante il quale si discuterà dell’offerta incombente da parte di KKR. Di solito, in vista di un’offerta, si cerca di “abbellire” i numeri per attrarre l’offerente.
Tanto più che all’inizio dell’anno, la guidance di Tim per l’EBITDAaL era “stabile” anno su anno.
Iliad non è ancora partito nel fisso
In occasione della semestrale, è stato tagliato a “mid-single digit decline”, prevalentemente sulla scia di previsioni di ARPU a banda larga più deboli poiché gli operatori hanno bloccato (lock in) i clienti in vista di un potenziale lancio nel fisso di Iliad, di cui si parla da mesi, anche se viene di volta in volta procrastinato, ma che deve ancora venire.
Soltanto 9 milioni dal calcio?
In occasione dei risultati del terzo trimestre il 27 ottobre scorso, la guidance è stata nuovamente ridotta a “high-single digit decline”, un ulteriore taglio delle stime che si presume dovuto a numeri di nuovi abbonati legati a DAZN di gran lunga inferiori alle previsioni, ma con Tim zavorrata da un contratto oneroso con DAZN di circa 340 milioni di euro all’anno. Peraltro, secondo alcune ipotesi, i ricavi derivanti dal calcio si fermerebbero a 9 milioni di euro per il 2021. Se così fosse, si tratterebbe di numeri da brividi.
Ora, appena 50 giorni dopo, la guidance è stata nuovamente tagliata a “low-teens decrease” per l’EBITDAaL domestico, e la precedente previsione del debito netto di 17,0 miliardi di euro è aumentata a 17,6 miliardi, o 17,46 miliardi su base comparabile se si esclude il pagamento della licenza 5G in Brasile da novembre.
Bruciati 500 milioni di cash in 50 giorni?
In altre parole, in soli 50 giorni, ora ci si aspetta che circa 400-500 milioni di euro di flusso di cassa siano scomparsi dalla guidance e l’EBITDAaL domestico dovrebbe essere di circa 4,4 miliardi di euro, rispetto alla precedente previsione di 4,7 miliardi di euro.
Ciò implicherebbe che l’EBITDAaL organico domestico del quarto trimestre potrebbe diminuire di circa il 30% su base annua, rispetto a un calo di “solo” -9% nel secondo e terzo trimestre.
Ma perché un calo del genere?
Cosa è cambiato nel quarto trimestre rispetto ai trimestri precedenti?
Secondo altre ipotesi, il profit warning con numeri negativi calcati, a due giorni dal Cda per discutere l’offerta di Kkr, sarebbe stato emesso volutamente per “spaventare” l’offerente. Tattica del nuovo corso?