mbra che Vivendi, primo azionista di Tim, abbia deciso di scendere a più miti consigli, mettendo nel cassetto il proposito di spostare il suo manager Amos Genish, che attualmente ricopre la carica di Chief Convergence Officer, in Tim con la carica di direttore generale. Lo scrive oggi il Sole 24 Ore, secondo cui a raffreddare la pista di un’imminente uscita dell’amministratore delegato Flavio Cattaneo sarebbe l’entità della buona uscita a lui dovuta in caso di divorzio prematuro rispetto al contratto in scadenza nel 2020. Detto questo, permarrebbero però le tensioni fra Vivendi e il numero uno di Tim in relazione ai rapporti tesi di quest’ultimo con il Governo nel muro contro muro sui bandi Infratel per la banda ultralarga nelle aree bianche, anche se nei giorni scorsi il ministro Carlo Calenda ha gettato acqua sul fuoco tendendo una mano a Cattaneo e mettendo una pietra sopra i toni duri usati dall’ad di Tim in commissione al Senato nei confronti del Governo per i “bandi ad hoc” disegnati per favorire Open Fiber.
Il ministro ha inoltre auspicato un’eventuale collaborazione fra Tim e Open Fiber sulla fibra.
Ultime voci
Ma al momento sembrano tramontate le voci diffuse nei giorni scorsi del ventilato subentro di Genish in Tim subito dopo l’annuncio della semestrale fissato per il 27 luglio. L’orientamento di Vivendi sarebbe legato appunto al risarcimento di oltre 40 milioni che Cattaneo per contratto potrebbe richiedere in caso di divorzio prematuro o riduzione delle deleghe.
Secondo il Sole 24 Ore, però, Vivendi starebbe ancora valutando se portare comunque in Tim Genish in qualità di consigliere del presidente Arnaud de Puyfontaine o come sostituto di un rappresentante di Vivendi nel Cda di Tim. In questo caso a fargli spazio potrebbe essere Frederic Crepin.
Insomma, situazione fluida e quadro ancora in divenire.
Open Fiber, fondi in arrivo
Nel frattempo, Open Fiber sta per incassare la prima tranche di 500 milioni del prestito di 3,5 miliardi di euro necessari per finanziare il suo progetto di posa della fibra. Entro inizio agosto UniCredit, SocGen e Bnp firmeranno la prima fetta di finanziamento a favore di Open Fiber. Al lavoro c’è anche la Bei, per un prestito da 500 milioni previsto in tempi più lunghi. Il maxi-finanziamento è lo snodo fondamentale per permettere a Open Fiber di sostenere il piano industriale da 6,5 miliardi.
Mediaset Premium rilancia sulla Serie A
Infine, tutta la partita sulla banda ultralarga si intreccia da lontano (ma non troppo) con il futuro di Mediaset Premium. Ieri l’amministratore delegato Marco Leonardi ha presentato i nuovi palinsesti di Premium Sport, ribadendo fin da subito l’intenzione di partecipare alla prossima asta per l’assegnazione dei diritti di Serie A per il triennio 2018-2021, che si terrà in autunno dopo il fallimento della prima gara.
Sarà un’alleanza con Mediaset Premium sull’asta per la Serie A la chiave per uscire dal doppio impasse di Vivendi (da un lato la grana sui bandi Infratel con Tim, dall’altro la causa da 1,5 miliardi di euro con Mediaset) nel nostro paese?