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Tim, Vivendi rompe gli indugi e chiede l’assemblea

Vivendi

Vivendi, primo azionista di Tim con una quota del 24%, rompe gli indugi e annuncia che entro la settimana chiederà la convocazione di un’assemblea in tempi stretti per sostituire i 5 membri del Cda in quota Elliott. Intanto, sul fronte rete unica, l’amministratore delegato di Enel Francesco Starace bolla come “fantascienza” il ventilato accordo fra Open Fiber e Tim per la creazione una società unica della rete sotto il controllo di Cdp, auspicato dal Governo con un emendamento in questo senso al Dl fiscale approvato in Senato, mentre l’Agcom sta esaminando il progetto di separazione legale della rete avanzato dall’ex amministratore delegato Amos Genish e mai ritirato, nell’ambito dell’analisi di mercato sulla rete di accesso, che secondo il Messaggero, potrebbe prevedere possibili ritocchi al rialzo delle tariffe di accesso alla rete in rame. L’esito dell’analisi di mercato da parte dell’Autorità e del progetto di separazione della rete, che andrebbe poi a consultazione pubblica, è atteso entro dicembre.

Vivendi rompe gli indugi

“Nonostante la recente forte raccomandazione del Collegio Sindacale, il Consiglio di Telecom Italia, composto dalla maggioranza dei membri del Consiglio di Amministrazione di Elliott, ha deciso il 6 dicembre di non convocare immediatamente l’Assemblea dei soci per la nomina di nuovi revisori finanziari. Questa decisione, come molte altre in precedenza, è contraria a tutte le regole di un corretto governo societario ed è fonte di disorganizzazione”. Lo scrive Vivendi in una nota.

“Per questo motivo Vivendi ha deciso di scrivere al Consiglio prima della fine della settimana, per sollecitarlo a convocare al più presto l’Assemblea degli Azionisti per la nomina di nuovi revisori finanziari, revocare cinque membri attuali del Consiglio di Amministrazione dalla lista Elliott di dieci, in particolare quelli che si sono occupati di tali questioni di governance, e proporne cinque nuovi”, conclude la nota.

La prossima assemblea di Tim è stata fissata per l’11 aprile 2019 per la presentazione del bilancio annuale della compagnia.

Il Cda di Tim è “realmente indipendente, abbiamo creato una public company, non dovremmo perdere tempo a difenderci da un azionista che ha di fatto creato questa situazione”, ha replicato il presidente di Tim Fulvio Conti.

Il board di Tim, ha proseguito, “è composto da 15 membri, di cui 13 indipendenti e questo significa non dipendere da nessuno. Siamo qui per difendere la nostra indipendenza, il nuovo piano e il nuovo management” oltre che per “fare gli interessi non solo di un socio, ma di tutta la base azionaria”.

“Se il Ceo rimane lo stesso, il piano rimane lo stesso, io non ho deleghe, è tutto nelle mani del Ceo” ha proseguito Conti sottolineando che “se anche l’azionista di riferimento (Vivendi ndr) rimane lo stesso allora perché non si sono focalizzati su questo? Perché stavano pensando alla vendetta”.

Starace (Enel) frena su rete unica Tim-Open Fiber

Nel frattempo, Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, che detiene una quota del 50% in Open Fiber con Cdp che detiene l’altro 50%, auspica che Tim risolva i suoi problemi interni e ribadisce che Open Fiber continua a cablare in linea con i piani. Enel ribadisce inoltre che Open Fiber è strategica per il gruppo, lasciando intendere che sul progetto rete unica, una volta arrivati al dunque, intende dire la sua e non lasciare la decisione a Tim e Cdp, che detiene una quota del 4,9% anche in Tim.

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