Vivendi pronta a dare battaglia su Tim. Tanta carne al fuoco in vista del Cda di Tim, che si riunisce oggi pomeriggio. All’ordine del giorno il percorso verso la nomina dei nuovi consiglieri di Tim, per giungere ad una lista da sottoporre alla prossima assembla di aprile. Sul tavolo anche la richiesta di proroga da parte di KKR delle trattative per l’acquisizione di Sparkle.
Salvatore Rossi verso l’uscita
Ieri, intanto, il presidente Salvatore Rossi ha reso noto che non intende candidarsi per un nuovo mandato come presidente, una volta che il Cda andrà a scadenza l’anno prossimo.
Nel frattempo, Vivendi è ormai pronta ad avviare la battaglia legale contro la decisione del Cda di procedere con la cessione della NetCo a KKR, preannunciata all’indomani della decisone del board dello scorso 5 novembre.
Il deposito del ricorso al Tribunale di Milano competente è attesa entro Natale.
L’opposizione di Vivendi
Il gruppo francese, primo azionista di Tim con il 23,75% delle quote ma fuori dal board, non è d’accordo con la valutazione della NetCo da parte di KKr, che non supera 22 miliardi di euro compresi gli eventuali earn out, e conferma una valutazione di non meno di 31 miliardi. Per difendere il suo investimento, per ora in perdita – 3 miliardi di minus valenza su un totale di 4 miliardi investiti – il gruppo del finanziere bretone Vincent Bollorè è pronto a intraprendere una battaglia legale nelle cui more l’operazione di scorporo sarebbe congelata.
I francesi fin da subito hanno contestato la legittimità della decisione del board, avanzando a più riprese la richiesta di sottoporre la decisione della decisone alla prossima assembla di aprile, regolamento che dovrebbe essere approvato a gennaio.
Considerata la pluriennale battaglia legale che ha visto Bollorè confrontarsi con Fininvest sulla cessione di Premium non sembra certo di buon auspicio per una rapida composizione della lite.
Tim: Urso, ‘preoccupato eventuale ricorso Vivendi? Assolutamente no’
“Preoccupato per un eventuale ricorso di Vivendi? Assolutamente no, perché è un processo già avviato, che credo di garanzia per tutti soprattutto per chi investe e per chi ha investito in questa importante impresa”. E’ il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso a rispondere così a una domanda sulla cessione di NetCo e le possibili conseguenze di un ricorso dell’azionista francese a margine di un incontro al Mimit sul lancio del secure microchip di Telsy.
“La notizia di oggi è che Tim ha sviluppato con terzi – ha detto Urso – il primo microchip italiano ad altissima sicurezza, un anticorpo e un vaccino per contrastare il crimine informatico, per garantire la nostra autonomia strategica e questo è un esempio importante e significativo di quello che è una grande industria italiana” .
La scissione del gruppo
Nel frattempo, ieri il gruppo francese ha annunciato un progetto di scissione -propedeutica ad una possibile cessione di quote secondo la stampa francese – che prevede la formazione di una divisone ad hoc che comprende la quota di maggioranza del gruppo Lagardère [59,71% del capitale], leader mondiale nell’editoria e nel travel retail [distribuzione negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie], ma anche le quote detenute in MediaForEurope (ex Mediaset , controllata dalla famiglia Berlusconi), il gruppo di produzione audiovisiva Banijay, la partecipazione nel capitale di Tim, il gruppo mediatico spagnolo Prisa, ecc. Il destino delle altre società Vivendi, in particolare dell’editore di videogiochi Gameloft o della piattaforma video Dailymotion, non è specificato in questa fase.
Il titolo del gruppo francese in Borsa a Parigi ha aperto in spolvero a +10%.