Il governo non sta pensando allo scorporo di Sparkle da Tim, ma “è superiore interesse nazionale avere una rete neutrale”. Lo ha detto ieri Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, a in “Mezz’ora in più” su Raitre, anticipando le norme sul golden power approvate oggi in Consiglio dei Ministri. La conferma dell’esercizio del golden power è arrivata oggi dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al termine del Cdm. La soluzione individuata da Palazzo Chigi per superare le divergenze sulla realizzazione della rete a banda ultralarga e sul “controllo di fatto” da parte di Vivendi, primo azionista di Tim con il 23,9% (che lo nega), punta quindi allo scorporo tramite societarizzazione della rete Tim, sul modello inglese di Openreach, la società della rete che fa capo a British Telecom. Senza per questo modificare gli assetti proprietari. Un’ipotesi, quella dello scorporo della rete, già avanzata la scorsa settimana da Matteo Orfini, presidente del Pd, in un position paper secondo cui sarebbe questa la prima mossa propedeutica per la creazione di un’unica rete nazionale, neutra, con una forte presenza pubblica (Orfini ha ventilato il possibile ingresso di Cdp, azionista con Enel di Open Fiber, nell’azionariato), che operi in condizione di monopolio naturale aperta a tutti i player.
Per Calenda, l’ingresso di Cdp in Tim o una vendita alla Cassa Depositi e Prestiti della rete “non è all’ordine del giorno”. “Non penso – ha precisato Calenda – che adesso il tema sia se Cdp deve comprare la rete”.
“Credo che vadano separate le due società (Tim Servizi da una parte e Tim Rete dall’altra ndr) – ha aggiunto Calenda, parlando in particolare della rete – Dopodiché la proprietà può essere anche la stessa purché si rispettino determinate norme. Ho scritto all’Agcom chiedendo di studiare, come ha fatto l’Inghilterra, quali sono i possibili benefici e rischi dal non avere una rete separata dal punto di vista societario, non dal punto di vista della proprietà. Non mi interessa punire l’investitore straniero”.
Calenda ha poi annunciato che questa settimana incontrerà il nuovo amministratore delegato del gruppo, Amos Genish per un primo faccia a faccia con il vertice aziendale dopo il cambio al vertice di fine luglio e l’addio dell’ex ad Flavio Cattaneo. Le norme sul golden power, ha aggiunto Calenda, saranno “eque ed equilibrate non punitive” e non saranno applicate retroattivamente a Vivendi-Tim le nuove norme più restrittive in materia né quelle anti-scorrerie varate venerdì scorso.
Il governo non sta quindi pensando allo scorporo di Sparkle, la società del gruppo Tlc che gestisce i cavi sottomarini di comunicazione internazionale, finita sotto il faro del comitato sul golden power di Palazzo Chigi. Ma avrebbe chiesto all’Agcom, di valutare l’imposizione a Tim di separare le attività della rete di telefonia fissa e conferirle in una società controllata al 100% da Tim.
Lo ha reso noto tre giorni fa la Reuters, secondo le cui fonti c’è la possibilità concreta che l‘autorità imponga la societarizzazione della rete Tim già entro l‘anno, con l‘ingresso di due consiglieri di garanzia dell’Agcom nel Cda della costituenda società della rete.
D’altra parte, resta da vedere cosa ne pensa Tim, visto che la rete è un asset strategico valutato fra 10 e 12 miliardi di euro.