“È ragionevole che il Governo si preoccupi della sicurezza della rete controllata da Telecom”. Così il Garante per la privacy, Antonello Soro, ha commentato l’istruttoria portata avanti dal gruppo di coordinamento all’interno della presidenza del Consiglio per valutare la sussistenza di obblighi di notifica e, più in generale, l’esercizio di poteri speciali sugli assetti societari di Tim. In sostanza il problema per il Governo è la mancata notifica del cambio della governance nel CdA dell’incumbent telefonico.
All’agenzia di stampa Adnkronos, Soro ha dichiarato: “È assolutamente ragionevole che il Governo si preoccupi della necessità di garantire la sicurezza di una rete tanto importante quale quella controllata da Telecom, sulla quale transitano dati e comunicazioni personali così rilevanti e delicati”.
A metà settembre sarà il premier Paolo Gentiloni a decidere se esercitare o meno il Golden Power nei confronti di Tim a seguito della nuova governance. Decisivo sarà appunto l’esito dell’istruttoria.
Qual è la vicenda?
La questione riguarda i poteri di “direzione e coordinamento” esercitati da Vivendi nel CdA, con l’attribuzione delle deleghe operative al numero uno del colosso francese Arnaud de Puyfontaine e la nomina del manager francese Amos Genish quale direttore operativo. La modalità dell’avvicendamento non è piaciuto al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che la settimana scorsa ha dichiarato: “riteniamo che la società avrebbe dovuto notificare il suo controllo e coordinamento” da parte di Vivendi, per questo motivo il Mise, il 31 luglio scorso, con una nota ha sollecitato un’istruttoria da parte del gruppo di coordinamento all’interno della presidenza del Consiglio al fine di valutare la sussistenza di obblighi di notifica e, più in generale, l’esercizio di poteri speciali sugli assetti societari di Tim.
La difesa di Tim-Vivendi
La società di Tlc, del quale il gruppo francese è primo azionista con una quota del 23,94%, ha depositato le memorie al comitato tecnico di Palazzo Chigi, al lavoro per verificare l’eventuale applicazione del Golden Power. Anche Vivendi ha inoltrato la sua documentazione aggiuntiva, insieme sostengono che non esistano i presupposti per il Golden power.
A metà settembre vedremo chi vincerà il braccio di ferro tra il ministro Calenda e Tim-Vivendi.
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