“Io farei lo scorporo della rete e la quotazione in Borsa, non necessariamente con l’intervento della Cdp“. Lo ha detto oggi il ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda a Repubblica Tv parlando della vicenda Tim-Vivendi. Il ministro attenderà il parere dell’Agcom “e poi agiremo di conseguenza senza intenti punitivi”.
Calenda ha chiesto all’Agcom “di valutare se il modo in cui il gruppo Tim è costruito ha senso per la sicurezza nazionale, o se invece un modello più neutrale che separi la rete da chi gestisce i servizi sia più funzionale, come è stato fatto in Gran Bretagna” con Openreach.
Parlando della vicenda Vivendi-Tim, il ministro Calenda ha dichiarato che “loro dovevano fare una notifica che non hanno fatto” e “per la prima volta abbiamo usato la golden power”.
Nel frattempo lo stesso Calenda ha chiesto all’autorità di via Isonzo di “valutare” la situazione. “Vedremo cosa dice l’Agcom, faremo tutto in modo equo e non punitivo”, ha precisato il ministro, che ieri ha incontrato per la prima volta il nuovo amministratore delegato di Tim Amos Genish in un clima “positivo”.
Ancora a proposito di Vivendi, Calenda ha aggiunto che “Quello che ho sempre detto, anche a proposito di Mediaset è che l’investitore internazionale non può trattarci come colonia, se lo devono scordare”, ha detto poi, aggiungendo, a proposito della sanzione a Tim per la mancata notificazione che “non ci sono intenti punitivi”.
“Nel decreto fiscale abbiamo fatto un potenziamento forte della golden power. L’ho anticipata perché se andiamo incontro a un periodo di instabilità politica voglio che il Governo, anche in ordinaria amministrazione abbia tutti i poteri per intervenire, ed evitare che ci si mangi il Paese a pezzetti”, ha spiegato ancora Calenda, sottolineando che il potenziamento della golden power “viene da battaglie europee fatte con Macron”.
Infine, in merito all’incontro di ieri con il nuovo Ceo Amos Gemish, Calenda ha concluso: “è andata molto bene”. “Intanto abbiamo costruito un rapporto per discutere di queste cose”.
Intanto, il Cda di Tim ha dato il via libera a maggioranza alla costituzione della nuova joint venture fra Tim e Canal+.
Lo scopo della joint venture, si legge in una nota di Tim, è di disegnare e realizzare l’offerta di contenuti video premium che TIM offrirà ai propri clienti per accelerare lo sviluppo della connettività in fibra. “Con questa operazione TIM fa un importante passo avanti nella strategia di convergenza tra telco e media”, commenta l’amministratore delegato Amos Genish. “La joint venture con Canal+ ci permetterà, infatti, di cogliere le nuove opportunità di crescita in un mercato in continua evoluzione, attraverso un’offerta commerciale di connettività in fibra unita a contenuti video premium”.
La joint venture prevede la partecipazione al 60% di Tim e al 40% di Canal+. L’amministratore delegato sarà scelto tra i consiglieri di nomina Tim all’interno di un consiglio di amministrazione composto da 5 membri (di cui 3 TIM e 2 Canal+), in possesso di un profilo professionale coerente con l’iniziativa.
L’operazione, prosegue la nota, “si configura quale operazione con parte correlata, essendo Canal+ International S.A.S. società controllata da Vivendi S.A., già qualificata da Consob quale controllante di fatto di TIM: si tratta in particolare di operazione di minore rilevanza alla stregua dei parametri stabiliti nell’apposito Regolamento Consob. Come tale, è stata fatta oggetto di parere favorevole del Comitato per il controllo e i rischi, che si è espresso a maggioranza, con il motivato voto contrario di due consiglieri; all’unanimità il Comitato si è espresso invece nel senso di considerare le future operazioni della joint venture come operazioni di Tim, ai fini dell’applicazione della procedura aziendale per l’effettuazione di operazioni con parti correlate”.