Primo incontro “positivo” fra il Governo e i vertici di Tim dopo l’esercizio del golden power di lunedì scorso da parte di Palazzo Chigi sugli asset strategici dell’azienda (Sparkle e Telsy, in attesa di capire come si procederà con la rete fissa dell’azienda Tlc). L’incontro fra l’amministratore delegato di Tim Amos Genish e il ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda è andato “molto bene” e potrebbe “aprire una fase nuova” nel rapporto fra Tim e il Governo, ha detto Carlo Calenda alla Reuters: “(L‘incontro è andato) molto bene, certamente il migliore da quando io faccio il ministro col management di Tim. Molto aperto, molto rispettoso dei reciproci ruoli e prerogative”.
Alla domanda se si sia parlato anche di rete, Calenda ha risposto: “Abbiamo parlato di tutto in modo franco, aperto, poi ovviamente è un primo incontro… Abbiamo deciso di vederci appena loro hanno prodotto il piano industriale e di rivederlo insieme”.
Il via libera al golden power non indebolisce la funzione di direzione e controllo di Vivendi sul gruppo telefonico, secondo gli analisti, e l’assetto proprietario non cambia, anche se le prescrizioni del Governo mettono in un certo senso “sotto tutela” di Palazzo Chigi, come ha scritto Les Echos, tutte le decisioni che riguardano gli asset strategici per la difesa e gli interessi nazionali, non ultima la rete.
Torna quindi di attualità il dibattito sullo scorporo, e Agcom sta valutando (su richiesta del ministro Calenda) se imporre a Tim la separazione della rete, cioè il conferimento degli asset in una nuova società che sarà controllata al 100% da Tim.
“Stiamo parlando di un primo incontro, ma mi sembra che si possa aprire una fase nuova di relazione più costruttiva e più produttiva rispetto al passato”, ha aggiunto Calenda.
Lasciando il Mise, Genish si è limitato a dire che “è stato un incontro positivo e produttivo”.
Il ministro ha detto che si è “stabilito un metodo di lavoro insieme, che è importante. Invece di ogni volta avere un approccio oppositivo, come è stato in passato, per esempio sulle gare per le aree bianche, discutere prima dei problemi che si possono creare e cercare di risolverli con l‘obiettivo principale di avere una maggiore connettività”.
Intanto, domani c’è attesa per il Cda di Tim che dovrebbe dare il via libera alla costituzione della joint venture fra Tim e Canal+ che si occuperà di “produzioni e coproduzioni, sia italiane sia internazionali, nonché dell’acquisizione di diritti anche sportivi” e che dovrebbe essere la base per il progetto di anti-Netflix europea di Vivendi.
Secondo il Sole 24 Ore, il peso della partecipazione in capo a Tim nella nuova joint venture con Canal+ potrebbe essere inferiore rispetto a quanto ventilato in precedenza.
Resta da capire se nella joint venture sarà invitata a partecipare anche Mediaset, e nel caso se Mediaset vorrà partecipare visto il contenzioso in essere con Vivendi su Premium.
L’eventuale ingresso di Mediaset nella joint venture con Tim e Canal+ è una mossa da tempo ventilata per superare l’impasse dovuto alla mancata acquisizione di Premium da parte del gruppo francese dopo, il dietrofront del luglio 2016 e la successiva “scalata ostile” del gruppo di Bollorè al capitale del Biscione.
Il tempo stringe, l’asta per i diritti della Serie A si terrà a breve mentre per il 19 dicembre è fissata la prima udienza fra le parti in Tribunale per la vicenda Premium e la scalata a Mediaset.