Sindacati convocati a Palazzo Chigi lunedì 28 novembre, alle 15,30. Sul tavolo il tema scottante del futuro di Tim. Una convocazione attesa da parte delle sigle sindacali che vogliono sentire quali sono i piani del Governo che ancora non sono chiari. Ma i sindacati, e i 42mila dipendenti della compagnia, chiedono chiarezza. “Il tema di cosa fare su Tim resta ancora nella totale confusione ed incertezza. Stiamo continuando a leggere, ogni giorno, diverse notizie stampa su Tim e sul suo futuro. Il sindacato di categoria ha chiesto ufficialmente, insieme anche ai leader confederali di Uil, Cgil e Cisl, nel primo incontro con il Premier Meloni, un confronto sul ‘dossier su Tim'”. Lo afferma il segretario generale della Uilcom Uil Salvo Ugliarolo a proposito della convocazione a Palazzo Chigi per lunedì prossimo il 28 novembre.
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“Da troppo tempo assistiamo alla confusione più totale da parte dei vari Governi su questo importante capitolo che riguarda una delle aziende più grandi del nostro paese. A prescindere da chi avrà la delega politica per seguire questo dossier – continua Ugliarolo – speriamo che già dall’incontro di lunedì prossimo si possa aprire un confronto costruttivo sul futuro di questa importante azienda”.
“Noi, da sempre, abbiamo espresso la nostra contrarietà a ipotesi di spezzatino di questo Gruppo. Come Uilcom auspichiamo di avere modo di potere rappresentare la nostra posizione su questo importante dossier che vede, ormai da troppo tempo, la totale confusione ruotare attorno alla principale azienda del settore delle telecomunicazioni del nostro paese” conclude Ugliarolo.
Certo, la via dello spezzatino sembra in realtà fissata. Resta da capire in che modo avverrà il break up della compagnia, visto che il superamento dell’integrazione verticale rappresenta la conditio sine qua non per garantire la sostenibilità aziendale e non incorrere nello stop di Bruxelles.
A questo punto il tempo stringe e il 30 novembre scade il termine ultimo per la presentazione dell’offerta non binding da parte di Cdp per la rete Tim (NetCo), anche se ci potrebbe essere un’ulteriore proroga.