Bilancio

Tim torna all’utile. Trattativa esclusiva con Kkr per la rete. Effetto coronavirus imprevedibile

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Tim torna dopo due anni all'utile netto e alla distribuzione del dividendo, che mancava da sei anni. Rimbalzo in borsa dopo aver toccato i minimi. Tim creerà FiberCop Company, una newco che agirà come veicolo in integrazione con Open Fiber alle giuste condizioni e resterà sotto il controllo di Tim.

Tim torna dopo due anni all’utile netto e alla distribuzione del dividendo, che mancava da sei anni. Un’inversione di tendenza premiata in apertura dalla borsa, con una crescita fino al 6% del titolo in mattinata, per sgonfiarsi a +1,40% nel primo pomeriggio, continuando a viaggiare sui minimi intorno ai 40 centesimi penalizzato dall’emergenza coronavirus, che avrà un “effetto imprevedibile” sul piano dell’azienda.

Tim ha inoltre posticipato all’anno prossimo la sua previsione di ritorno alla crescita dell’Ebitda ‘organic after lease’, mentre vede una nuova flessione dei ricavi dei servizi sul mercato italiano nel 2020.

Effetto coronavirus

Tim ha riscontrato un aumento significativo del traffico negli ultimi 7-10 giorni, su linea fissa circa il 70% in più. L’emergenza coronavirus “avrà un impatto” su Tim ma è prematuro stabilirne gli effetti in quanto “non sappiamo quanto durerà l’emergenza in Italia”. Lo ha affermato rispondendo in conference call alle domande degli analisti, l’amministratore delegato Luigi Gubitosi. In ogni caso, “ci incoraggia il fatto che in Corea del Sud e in Cina la situazione stia migliorando e che nell’area di Codogno i casi siano in calo”, ha aggiunto l’Ad per il quale “è chiaro che c’è un ciclo sicuramente lungo, ma ha una fine”. “Paradossalmente il settore delle telecomunicazioni sui mercati, mai favorito negli ultimi 15-18 mesi, potrebbe essere il più resiliente”, ha concluso.

I dati di bilancio

Ad ogni modo, il gruppo ha chiuso il 2019 con utile netto per 1,3 miliardi, a fronte di perdite per 1,4 miliardi nel 2018, e 1 cent la cedola proposta – approvato ieri dal cda presieduto da Salvatore Rossi, che ha reso noto che al fondo americano Kkr è stato “garantito un periodo di esclusiva al fondo KKR Infrastructure in qualità di partner finanziario per lo sviluppo della rete in fibra in Italia a seguito della presentazione di un’offerta non vincolante per l’acquisto di circa il 40% della rete secondaria fibra/rame di TIM ed in vista dell’auspicata integrazione con Open Fiber”. C’è un supporto istituzionale per una rete singola ultraveloce, ha detto l’ad Luigi Gubitosi, che per questo motivo chiama a distanza il collega di Enel, Francesco Starace, perché prenda una decisione a favore di un’allenza fra Open Fiber e Tim.

Riguardo ai data center, “inizieremo a parlare con gli investitori potenziali nel quarto trimestre dell’anno”. Lo ha precisato l’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi, aggiungendo che “c’è una grossissima possibilità di crescita” ma che l’azienda non intende scendere nel capitale e avere una partecipazione di minoranza.

Tim creerà FiberCop

Tim creerà FiberCop Company, una newco che agirà come veicolo in integrazione con Open Fiber alle giuste condizioni e resterà sotto il controllo di Tim.

Esclusiva a Kkr per acquisto ultimo miglio della rete in fibra e rame. L’asset è valutato 7,5 miliardi di euro, Tim incasserà 1,8 miliardi.

Indebitamento in calo del 5,6%

L’indebitamento Finanziario Netto a fine 2019 è pari a 23,8 miliardi di euro, in riduzione di oltre 1,4 miliardi di euro rispetto a fine 2018 (-5,6%) e di circa 0,5 miliardi di euro rispetto al terzo trimestre.

I ricavi del gruppo sono diminuiti di circa il 5% a 18 miliardi. In calo del 2,6% anche quelli da servizi di gruppo, al netto di Sparkle (International Wholesale) a quota 15,6 miliardi.

L’EBITDA confrontabile di Gruppo è stato di 7,5 miliardi di euro, con un incremento annuo dell’1,2%, “grazie alla continua ottimizzazione dei costi e ad un saldo positivo delle partite non ricorrenti che hanno beneficiato per 685 milioni di euro dell’esito favorevole per TIM Brasil dei contenziosi relativi a una doppia imposizione fiscale, in parte controbilanciati da 756 milioni di euro di accantonamenti relativi all’esodo del personale oltre ai rischi relativi a sanzioni”.

I target

Tim ha anche aggiornato il piano triennale con una “strategia in continuità” e ha rivisto “al rialzo alcuni obiettivi grazie ai risultati raggiunti nel 2019 superiori alle aspettative, in particolare incrementando i target di generazione di cassa e di riduzione dell’indebitamento, come detto, a 20 miliardi”.

I ricavi di gruppo organici da servizi sono previsti in leggera riduzione (low single-digit) nel 2020 e in leggera crescita (low single-digit) nel 2021-2022. Sul fronte interno i ricavi da servizi detti Domestic sono previsti in leggera riduzione nel corso di quest’anno.

Telefonia mobile

Nel quarto trimestre 2019 i ricavi da servizi sono scesi a 4 miliardi, i ricavi di gruppo a 4,6 miliardi in diminuzione del 6,6%. In Italia, il mobile ha confermato anche in questo trimestre il trend di attenuazione delle dinamiche di portabilità del numero. Il numero complessivo delle linee mobili di TIM si è attestato a 31 milioni a fine dicembre, in leggera flessione rispetto al trimestre precedente e con un tasso di disconnessione (churn) in riduzione rispetto al quarto trimestre dello scorso anno (5,5% rispetto a 6,2% del quarto trimestre 2018)”.

Banda ultralarga

Nel fisso, le linee broadband si confermano in crescita (+60.000) così come la continua migrazione della base clienti verso la banda ultralarga (93.000 incrementi netti nel quarto trimestre, rispetto ai 68.000 del terzo trimestre). Anche nel quarto trimestre non sono stati aumentati i prezzi della telefonia fissa. Le linee fibra, Retail e Wholesale, hanno raggiunto i 7,0 milioni di unità, in crescita del 27% YoY e del 5% rispetto al trimestre precedente. Nel segmento business è proseguita la crescita dei ricavi ICT (+13,7% YoY), confermando e consolidando ulteriormente la leadership di TIM nel segmento ICT in termini sia di offerta sia di presenza nel mercato.

Brasile

In Brasile TIM ha incrementato i ricavi da servizi del 3,2% YoY (+3,0% YoY nel terzo trimestre), grazie alle politiche commerciali attuate nel segmento mobile e nonostante le avverse dinamiche macroeconomiche e di mercato, confermando la guidance. L’EBITDA After Lease di Gruppo è stato pari a 1,8 miliardi di euro (-1,0% YoY su base organica). L’EBITDA organico di Gruppo (IFRS 9/15) è stato pari a 1,9 miliardi di euro (-1,6%), con un margine sui ricavi del 40,7% (+2,1 pp YoY) grazie alle azioni di contenimento dei costi. L’EBITDA della Business Unit Domestic è stato pari a 1,4 miliardi di euro (-4,7% YoY) mentre l’EBITDA di TIM Brasil è cresciuto dell’8,3% YoY (+6,8% YoY nel terzo trimestre). A livello di Gruppo gli investimenti del quarto trimestre ammontano a 1,5 miliardi di euro (-1,8% YoY) di cui 1,2 miliardi di euro in Italia (-1,5% YoY).

 Infine, Tim a causa dell’emergenza sanitaria mondiale non è in grado di quantificare l’impatto sui ricavi del coronavirus.

Assemblea

Alla luce dell’emergenza sanitaria in atto sul territorio nazionale, nel convocare gli azionisti ordinari in assemblea, come per prassi in unica convocazione, il Consiglio di Amministrazione ha conferito mandato a Presidente del Consiglio di Amministrazione e Amministratore Delegato per stabilire luogo e data di tenuta della riunione, data che dovrà essere compatibile con la data di stacco cedola prevista per il pagamento del dividendo 2019 (22 giugno 2020).

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