Tim sull’ottovolante in attesa dei conti del primo trimestre. Il titolo prima cede l’1% a 0,26 euro a metà mattinata, poi vira in terreno positivo con un incremento dell0 0,67% a 0,27 centesimi alle 14,45. Sempre sotto la soglia psicologica degli 0,30 centesimi e quasi la metà di quota 0,505 centesimi, la cifra alla quale KKR aveva avanzato l’offerta amichevole di acquisto sul 100% delle azioni lo scorso mese di novembre previa due diligence, poi declinata dal Cda. In un anno, la flessione del titolo Tim è stata del 41%.
Rete unica in stallo
Pesa sull’andamento del titolo in borsa lo stallo in cui si trova il progetto di rete unica, dopo lo stop del fondo KKR sull’intesa tra Open Fiber e Fibercop, la società della rete secondaria di Tim di cui KKR è azionista con il 37,5% delle quote.
Inoltre, manca ancora l’accordo fra Tim e Open Fiber per l’intesa commerciale ventilata da tempo che consentirebbe all’operatore wholesale only controllato da CDP (60%) e Macquarie (40%) di usare i pali e i cavidotti di Tim per accelerare la copertura delle aree bianche, a fronte di un canone concordato. Manca un accordo sul prezzo.
MoU Tim-CDP su rete unica slittato
Infine, manca ancora la firma del MoU, anch’esso atteso da qualche tempo e preannunciato entro il 30 aprile fra CDP e Tim per la realizzazione della rete unica. La firma dovrebbe arrivare a giorni.
Stime degli analisti al ribasso
Intanto, per il primo trimestre le stime degli analisti indicano un calo dei ricavi del gruppo Tim del 5% a 3,625 miliardi di euro, a fronte di una riduzione del 7,3% delle vendite in Italia.
E’ quanto emerge dal consenso di 14 broker pubblicato sul sito del principale gruppo di telecomunicazioni italiano.
I dossier sul tavolo del Cda
Il cda del gruppo, il primo dopo la decisione di non concedere la due diligence al fondo KKR, sarà aggiornato sui vari dossier sul tavolo, dalla rinegoziazione del contratto con Dazn, con Tim pronta a rinunciare all’esclusiva dell’app su Timvision a fronte di uno sconto, ai colloqui con Cassa Depositi e prestiti per l’integrazione degli asset di rete fissa con quelli di Open Fiber, che porterebbe Cdp ad assumere il controllo della nuova entità.
Tornando alle stime relative ai primi tre mesi del 2022, per quanto riguarda il margine operativo lordo ‘after lease’, le attese prospettano un calo del 17,2% a 1,156 miliardi di euro, a fronte di un calo del 21,9% a 887 milioni di euro in Italia.
In ballo anche le opzioni per il rifinanziamento di una linea da 3 miliardi di euro con l’ipotesi di parziale garanzia di SACE.
Positive le attese per il Brasile, grazie anche all’effetto cambio, con le vendite attese in crescita del 4,6% a 774 milioni di euro e il margine operativo lordo after lease che nella media delle attese dovrebbe registrare un progresso del 2,4% a 270 milioni di euro.