Ancora una giornata di ribasso per Tim che oggi alle 13.00 cede il 3,55% a 0,27 euro per arrivare a -4% alle 16,40. Nell’assemblea di ieri per l’approvazione del bilancio 2022 gli azionisti hanno bocciato il piano di remunerazione dell’ad Pietro Labriola, che di fatto è stato così sfiduciato dopo che Vivendi ha deciso di astenersi. Lo scontro fra Vivendi e il Cda è sempre più manifesto.
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Messaggio di Vivendi
Secondo indiscrezioni si tratterebbe di un messaggio di Vivendi (primo azionista con il 23,75%) nei confronti del manager in vista dell’esame dei rilanci per NetCo da parte di CDP–Macquarie e KKR che si dovrebbe tenere al Cda del prossimo 4 maggio (rispettivamente 19,3 e 21 miliardi comprensivi di 2 miliardi di premio in caso di fusione con Open Fiber): i francesi le considererebbero “oscene” e comunque irricevibili in quanto lontanissime dai 31 miliardi di euro della loro richiesta.
Vivendi sfiducia l’ad Pietro Labriola
Due giornate nere in borsa, in cui si è cumulato un calo del 9,7% a seguito di rilanci deludenti, bocciati dal mercato. Per questo Vivendi ha perso la pazienza in assemblea: “Tim ha perso 20 mesi a discutere offerte che sono state rigettate dal mercato”, hanno dichiarato fonti vicine a Vivendi.
Oltre alla politica di remunerazione in assemblea è stata di fatto rigetta tout court l’intera strategia di Labriola. Anche il presidente Salvatore Rossi è nel mirino del socio francese.
Ma nessun passo indietro
Vivendi, a questo punto, si aspetterebbe un passo indietro di Labriola. Ma l’ad di Tim non sembra affatto intenzionato a gettare la spugna.
Al centro della contesa resta la rete.
Le offerte giunte sul tavolo del Cda non sono considerate dei veri rilanci da parte di Vivendi. Il primo socio di Tim non vuole però che si inneschi una girandola di rilanci. Guarda già oltre, a nuove soluzioni dell’impasse. Si guarda all’Opa e al delisting.