Tim pronta a scaricare Huawei dal 5G. Lo ha detto l’ad di Tim Luigi Gubitosi al Forum di Cernobbio, precisando che l’ex incumbent da lui guidato non avrebbe alcun problema a sviluppare le nuove reti 5G anche senza il supporto di Huawei, qualora il Governo decidesse di estromettere dal 5G il fornitore cinese per motivi di sicurezza nazionale.
Tim mette alla porta Huawei….
In altre parole, se si dovesse riproporre nel nostro paese uno scenario simile a quello che si è verificato prima dell’estate nel Regno Unito, con il Governo di Boris Johnson costretto ad estromettere il fornitore cinese dal 5G a causa del pressing asfissiante degli Usa, per Gubitosi non sarebbe un problema. Gubitosi ha detto che Huawei è soltanto uno dei tanti fornitori di Tim, con Ericsson che di fatto rappresenta il provider principale per il 5G, seguito da Nokia e Huawei in posizione paritetica ma più defilata.
Una posizione, quella espressa da Gubitosi al Forum di Cernobbio che mette (almeno ipoteticamente) alla porta la cinese Huawei. Una posizione che sembra finalizzata a ricevere per il 5G di Tim una copertura americana in chiave geopolitica.
Non è la prima volta che Tim esclude Huawei dalla sua rete 5G. Era già successo a luglio in occasione della gara per la costruzione della propria rete core 5G in Italia e in Brasile.
….Ma Vivendi fa affari d’oro con la cinese Tencent
Una posizione che però fa a pugni con quella del principale azionista di Tim, vale a dire la francese Vivendi. Il gruppo di Vincent Bollorè ha fatto affari d’oro con la cinese Tencent, cedendo a fine dicembre 2019 il 10% di Universal Music a 3 miliardi di euro, con un’opzione aperta fino al 15 gennaio 2021 per cedere al gruppo cinese un’altra quota analoga, allo stesso prezzo. L’accordo fra Tencent e Vivendi esprime un enterprise value di Universal Music a 30 miliardi di euro, una cifra davvero altissima (vedi il comunicato di Vivendi).
Prezzi gonfiati?
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