Semestrale

Tim, ricavi in aumento del 7,4%. A De Puyfontaine l’interim di Cattaneo

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Tim chiude il primo semestre 2017 con risultati positivi, con il ritorno dopo 10 anni della crescita dei ricavi da servizi nella telefonia fissa. Le deleghe dell'ad uscente Flavio Cattaneo passano temporaneamente al presidente Arnaud De Puyfontaine.

Come ampiamente previsto, Tim chiude il primo semestre 2017 con risultati positivi dove spicca il ritorno dopo 10 anni della crescita dei ricavi da servizi nella telefonia fissa nel secondo trimestre dell’anno (qui il comunicato in Pdf). A livello di governance, bisognerà aspettare settembre per conoscere il nuovo assetto definitivo di Tim, sempre più a trazione Vivendi che in Italia ha ormai preso il controllo operativo e strategico. Il Cda ha affidato al presidente esecutivo Arnaud De Puyfontaine le deleghe dell’amministratore delegato uscente Flavio Cattaneo, ad esclusione di quelle su Security e Sparkle affidate ad interim al vicepresidente Giuseppe Recchi.

L’ingresso di Amos Genish, attuale digital convergence officer di Vivendi, è stato annunciato dal presidente de Puyfontaine in conference call, e confermato nel pomeriggio con la carica di Direttore Operativo per sovrintendere alle Operations.  Per la posizione di ad l’orientamento sarebbe di affidarla ad un manager italiano e gli head hunters sono già al lavoro.

I conti

I ricavi del gruppo nei primi sei mesi dell’anno sono pari a 9,8 miliardi di euro, in aumento del 7,4%. L’Ebitda del semestre è pari a 4,1 miliardi, in crescita del 10,4%.

L’utile della capogruppo è pari a 596 milioni e sconta oneri non ricorrenti di 170 milioni.

La Business Unit Domestic mette a segno un incremento del 3,4% del fatturato a 7,5 miliardi e un Ebitda di 3,4 miliardi (+5,6%).

Nel complesso, i ricavi da servizi del mercato Fisso sono pari a 4.932 milioni, in calo dello 0,8% ma con un trend di costante recupero che ha portato al ritorno del segno più dello 0,8% (dopo 10 anni) nel secondo trimestre 2017. La contrazione, precisa l’azienda, è interamente dovuta al calo dei ricavi sui servizi tradizionali voce (-162 milioni)  e alla riduzione dei prezzi regolamentati su alcuni servizi wholesale (-44 milioni). La riduzione dei servizi tradizionali è compensata dall’aumento dei ricavi da servizi innovativi di connettività dati (+128 milioni, +14,2%), “trainato soprattutto dalla crescita dei clienti Ultrabroadband, cresciuti nel periodo di 723mila unità, superando così 1,5 milioni di accessi retail e i 2 milioni in totale”.

I ricavi per cliente (Arpu) aumentano di 2 euro al mese sul totale della customer base e di 3 euro al mese sui clienti broadband.

Per quanto riguarda la telefonia mobile, nel secondo trimestre si sono registrati 500mila nuovi clienti, con Arpu a 12,5 euro, in aumento del 4% rispetto al trimestre precedente.

I ricavi da servizi del mercato Mobile sono pari a 2.228 milioni di euro (+2,3%), con i clienti LTE che incidono per il 72% sul totale dei clienti Internet mobile, a fronte del 62% dell’anno precedente.

L’indebitamento netto al 30 giugno 2017 è pari a 25.104 milioni di euro, in calo di 15 milioni rispetto al 31 dicembre 2016 e di 2,4 miliardi in un anno.

In Brasile si conferma il trend positivo, con ricavi pari a 7,9 miliardi di reais nel primo semestre (+2,9%) a fronte di un Ebitda di 2,6 miliardi di reais(+14,3%).

Canal+

“I positivi risultati del primo semestre pongono le basi per un’ulteriore fase di rilancio del gruppo”, ha commentato il presidente De Puyfontaine, aggiungendo che Tim proseguirà negli investimenti sulle infrastrutture e nello sviluppo di servizi convergenti, riferimento implicito all’accordo in fieri con Canal+. La nuova joint venture sarà formata nel mese di agosto e De Puyfontaine ha sottolineato le sinergie con Vivendi, ricordando che la stessa Tim è già attiva nel settore con Timvision, che peraltro conta 1,2 milioni di clienti a fronte dei 720mila di un anno fa.

Gli fa eco l’ad uscente Cattaneo: “Dal primo semestre 2016 abbiamo registrato un miglioramento cumulato dell’Ebitda di 1,3 miliardi di euro, una crescita di oltre 9 punti percentuali del fatturato di gruppo. Abbiamo inoltre ridotto il debito di 2,4 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi”.

Kena

Per il futuro, in linea con il piano industriale 2017-2019, Tim punta a creare maggiori spazi per investimenti per nuove reti e piattafrome (Fibra e Ultrabroadband mobile, Cloud). Nel mobile l’azienda punta su nuovi servizi convergenti e contenuti di qualità nel mercato di fascia alta e su Kena, il secondo brand “no frills” su quello di fascia bassa. De Puyfontaine ha detto che Kena, partita ad aprile, conta 70mila clienti dopo la fase di test, e ha già raggiunto alcuni negozi. In fase di test “non c’è stata cannibalizzazione, soltanto il 9% dei clienti Kena arriva da TI”, ha aggiunto De Puyfontaine.

Il primato dell’Fttc

Alcuni dati emersi dalla conference call riguardano la copertura in fibra del 70% delle abitazioni, con 16,6 milioni coperte in Fttc (Fiber to the cabinet) e 1,5 milioni in Ftth (Fiber to the home)

Rete in rame, Aree C e D, Antitrust e Open Fiber

Interessante anche la slide n.27 della presentazione odierna in conference call (qui il Pdf) di Flavio Cattaneo e del direttore finanziario Pierluigi Peluso, che mostra il primato dell’Italia in Europa per quanto riguarda la distanza dei cabinet su strada dalle abitazioni, che nel nostro paese è la minore rispetto agli altri paesi. Una slide non casuale, con cui Tim rivendica la sua strategia di upgrading della rete in rame, con tanto di dettaglio delle tecnologie che intende utilizzare (vectoring e G.Fast, nel riquadro di destra) per lo sviluppo dell’ultrabroadband con l’Fttc.

De Puyfontaine ha confermato i piani di investimento e copertura ultrabroadband nelle aree C e D del paese (progetto Cassiopea), sottolineando che per ora non esiste “alcuna commercializzazione” nelle aree a fallimento di mercato, visto che è stata avviata la discussione con l’Antitrust in relazione all’indagine aperta su Tim relativa ai bandi Infratel. La discussione con l’Antitrust non pregiudica quindi la realizzazione dell’upgrade della rete nelle aree bianche, in attesa di trovare l’accordo in termini di rimedi lato concorrenza con l’Antitrust. Superati invece, secondo De Puyfontaine, i contasti con il Governo, dopo le dichiarazioni distensive del ministro Carlo Calenda.

Per quanto riguarda la proprietà della rete fissa, in relazione alle speculazioni di una possibile fusione con Open Fiber, De Puyfontaine non si è sbottonato, precisando che si tratta di “un dibattito da condividere in Cda”, senza aggiungere altro. Vedremo, ma sembra chiaro che Tim non abbia alcuna intenzione di cambiare i suoi piani e di rinunciare all’upgrading della rete in rame. Anzi.

Per quanto riguarda le voci di una possibile cessione di Tim Brasil, De Puyfontaine ha spento le speculazioni, ma non ha risposto ad una domanda su Persidera, che in base agli impegni presi con Agcom deve essere ceduta, nell’ambito dei rimedi anti-concentrazione per la simultanea presenza di Vivendi in Tim e Mediaset. Il presidente De Puyfontaine ha detto che una collaborazione con Mediaset non fa parte dei programmi.

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