Aree bianche

TIM punta sul rame nelle aree bianche (vectoring?)

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TIM annuncia la costituzione di una newco per sfidare OpenFiber nelle aree bianche puntando su un mix di FTTC (Fiber to the cabinet) e tecnologie wireless.

TIM punta sul rame per sfidare OpenFiber nella battaglia sull’ultrabroadband nelle aree a fallimento di mercato dove non parteciperà al secondo bando Infratel, dopo le polemiche relative al primo bando. La società guidata da Flavio Cattaneo annuncia la costituzione di una newco dedicata alla copertura delle aree C e D del paese per realizzare un’infrastruttura usando “le migliori tecnologie disponibili sul mercato con architettura FTTC (Fiber to the cabinet) a 300 megabit/s. I comuni interessati dal progetto sono oltre 6 mila e saranno collegate oltre 7 milioni di abitazioni”, si legge in una nota, aggiungendo che “la società offrirà a tutti gli operatori servizi di connessione wholesale, garantendo parità di trattamento”.

 

Vectoring

Dal punto di vista tecnologico, TIM punta quindi sulla rete in rame nelle aree bianche, dove per connettere il cabinet di strada in FTTC agli edifici potrà sfruttare “le migliori tecnologie” (G.fast e Vdsl2) che garantiscono performance a 300 Mbps.

Resta da capire se nel mix tecnologico previsto dall’azienda rientri anche il vectoring, una soluzione benedetta dalla Ue (con riserva) e usata da Deutsche Telekom in Germania per l’upgrade della sua rete in rame con non poche proteste da parte della concorrenza.

Dall’uso del vectoring potrebbero nascere anche da noi dispute Antitrust, con gli OLO che potrebbero avanzare accuse di abuso di posizione dominante sul rame di TIM, un asset che vale intorno ai 15 miliardi di euro a garanzia di un debito aziendale che, seppur in flessione di 2,1 miliardi nel 2016, resta di 25,1 miliardi.

Il cablaggio in tecnologia FTTH (Fiber to the home) di TIM sembra quindi riservato alle ‘aree nere’ e prevede di raggiungere oltre 3,5 milioni di abitazioni entro il 2018.

Wireless con quali frequenze?

“Grazie a questa accelerazione nei Cluster C e D – si legge nella nota di TIM – l’obiettivo di copertura del 95% della popolazione italiana con connessioni UBB sarà già raggiunto alla fine del primo semestre del 2018 mentre nel 2019, termine dell’attuale piano, la copertura salirà al 99% anche con il contributo di tecnologie wireless”.

Il wireless (Lte e Fwa) rappresenta una soluzione ancillare bendetta dalla Ue per l’ultraboradband, assolutamente valida per rispettare gli obblighi di copertura ultrabroadband a 30 e 100 Mbps fissati dall’Agenda Digitale della Ue.

In questo caso, resta da capire con quali frequenze TIM intende raggiungere questi obiettivi di copertura wireless ultrabroadband, dal momento che ogni operatore dovrà, secondo l’ITU, disporre di almeno 100 Mhz per raggiungere prestazioni ultrabroadband in 5G.

Con la banda 3.4-3.8 Ghz?

E in questo caso, quando sarà fissata la gara per l’assegnazione delle frequenze? Parteciperà anche OpenFiber?

E Wind-3, Vodafone e gli altri OLO parteciperanno?

Vedremo.

Piano aziendale

Il Progetto di TIM, si legge nella nota aziendale, è in coerenza con il Piano Industriale 2017-2019 approvato dal CdA e “non determina per il Gruppo TIM un incremento del livello di investimenti già programmati”. Il progetto prevede la costituzione di una società partecipata, “la cui maggioranza sarà detenuta da un socio finanziario, che sarà scelto nei prossimi mesi e la cui procedura di individuazione è stata avviata”.

“La realizzazione di questa partnership – si legge ancora – permetterà a TIM, tramite la nuova società, di raggiungere i propri obiettivi di copertura del Paese con Banda Ultralarga con quasi 2 anni di anticipo rispetto alla tempistica prevista dal piano triennale”.

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