l'appuntamento

Tim, Pietro Labriola nominato amministratore delegato

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Pietro Labriola, direttore generale di Tim, è stato cooptato in Cda e nominato amministratore delegato del gruppo all'unanimità. Riprende quota la rete unica?

Pietro Labriola, direttore generale di Tim, è stato cooptato in Cda e nominato amministratore delegato del gruppo all’unanimità. Ora si apre la strada per proseguire nell’iter di approvazione del piano industriale, le cui linee guida saranno discusse e approvate nella riunione già fissata per il 26 gennaio. Labriola era stato promosso direttore generale il 27 novembre, quando l’ex CEO Luigi Gubitosi si era dimesso a seguito di una serie di profit warning.

Labriola, che può contare sul sostegno del primo azionista Vivendi, ha già presentato informalmente il suo piano al Cda in settimana. Il piano, alternativo all’offerta del fondo americano KKR, a grandi linee prevede la scissione dell’azienda in due società separate, da un lato la NetCo e dall’altra la ServiceCo. Non è ancora chiaro quale sarà il perimetro delle due nuove società, anche se Telsey dovrebbe rientrare nella prima, così come Sparkle. Qualche dubbio invece sul posizionamento di Noovle.   

Vivendi, CDP e perimetro aziendale

Vivendi, che detiene il 24% di Tim, ha criticato l’offerta da 10,8 miliardi di euro del fondo americano KKR, perché non rifletterebbe il reale valore dell’operatore.

Secondo al Reuters, anche CDP, il secondo investitore di Tim con una quota del 10%, dovrebbe sostenere la nomina di Labriola in Cda.

La “NetCo” che comprende gli asset infrastrutturali di Tim si concentrerebbe sul suo business wholesale-only di rete fissa. Secondo la Reuters, includerebbe l’unità di cavi sottomarini Sparkle, pur assumendo una parte significativa del debito e del personale della società.

Rete unica

Secondo il Sole 24 Ore, “la partita della rete unica non sarà una passeggiata, ma rientra nei piani di Labriola – che in passato aveva lavorato al dossier dello scorporo della rete – cercare di catturare, prima ch sia troppo tardi, le sinergie che ancora potrebbero essere sfruttate con la messa a fattor comune delle due infrastrutture”. 

Una mossa del genere potrebbe aiutare a rilanciare un piano in fase di stallo per unire gli asset di rete fissa di TIM con quelli della rivale in fibra ottica Open Fiber. CDP, che possiede il 60% di Open Fiber, potrebbe emergere come uno dei principali stakeholder in qualsiasi iniziativa di rete combinata con Tim.

Vivendi, dal canto suo, ha aperto alla possibile cessione da parte di Tim del controllo della rete e potrebbe quindi concentrarsi sulle attività di servizi al dettaglio di Tim, che includono la piattaforma di contenuti video Timvision.

Governo italiano

La proposta di acquisizione di KKR è subordinata al sostegno del Cda e del governo italiano, che ritiene strategica l’infrastruttura di rete del gruppo e dispone di poteri speciali per bloccare operazioni che potrebbero in qualche modo mettere a rischio la sicurezza nazionale.

Le cose stanno andando per le lunghe, non c’è una scadenza per l’offerta americana ma è chiaro che più il tempo passa e più diminuisce la possibilità che l’operazione possa andare in porto nei termini in cui è stata proposta vale a dire con un’offerta di 0,505 euro per azione.

KKR, che detiene già il 37,5% di Fibercop (la società della rete secondaria di Tim) darebbe a CDP un ruolo di primo piano.

Qualsiasi decisione del governo su come affrontare la situazione di TIM è sospesa a Roma in vista delle elezioni presidenziali della prossima settimana.

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