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Tim, pesa il downgrade di Fitch ‘Riduzione del debito insufficiente. Outlook negativo’

Giornata difficile per Tim in Borsa, che in mattinata cede fino al 4% a 0,22 euro dopo che l’agenzia di rating Fitch ha declassato il giudizio di rating da livello BB outlook negative a livello BB- outlook negativo. Pesa il crescente indebitamento aziendale e l’incertezza sull’esito e la modalità di operazioni straordinarie, in primis sul progetto rete unica.

Fitch, riduzione del debito insufficiente

Il declassamento del rating riflette l’assenza di una sufficiente riduzione del debito nel 2022. Il peggioramento del contesto macroeconomico aggiunge rischi di esecuzione alla crescita della società e alla capacità di riduzione dell’indebitamento”. Il debito netto di Tim nei primi nove mesi del 2022 si è attestato a 25 miliardi di euro, in crescita di tre miliardi rispetto ai 22,2 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.

“L’Outlook Negativo riflette i minori rapporti di liquidità e di copertura degli interessi, che si stanno muovendo verso un profilo di rating ‘B+'”.

Incertezza su opzioni strategiche

Inoltre, aggiunge che “c’è ancora incertezza sull’esecuzione delle opzioni strategiche di TIM per ottimizzare il valore delle sue attività e rafforzare la sua posizione competitiva. Qualsiasi impatto sul rating e sul profilo creditizio di TIM dipenderebbe dai dettagli di qualsiasi struttura di transazione proposta e dalla successiva riallocazione del debito”.

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Quadro macro peggiora

Pesa secondo l’agenzia di rating “il peggioramento delle condizioni macroeconomiche che aggiungono rischi all’esecuzione della crescita aziendale e della capacità di delevaraging (riduzione dell’indebitamento)”.

“Il significativo esborso di investimento e il flusso di cassa negativo sostenuto in un momento di forte concorrenza di mercato, aumento dell’inflazione e tassi di interesse elevati si traducono in riserve di liquidità e metriche di liquidità inferiori”, aggiunge Fitch.

Fitch, tutte le valutazioni basate su rete all’interno del perimetro

Tutte le valutazioni di Fitch “sono basate sul suo attuale ambito operativo, che include le sue risorse di rete fissa. C’è ancora incertezza sull’esecuzione delle opzioni strategiche di TI per ottimizzare il valore delle sue attività e rafforzare la sua posizione competitiva. Qualsiasi impatto sul rating e sul profilo di credito di TI dipenderebbe dai dettagli di qualsiasi struttura di transazione proposta e dalla successiva riallocazione del debito”. In altre parole, le valutazioni di Fitch si basano sulla presenza della rete nel perimetro aziendale e qualunque futuro cambiamento del rating dipenderà dall’allocazione del debito in diverse società frutto di eventuali merger o spin off.

Secondo l’agenzia, “il ritmo al quale TI è in grado di compensare la pressione competitiva sui ricavi e sui margini attraverso la riduzione dei costi è incerto e dipende da una solida esecuzione (del suo piano ndr). Fitch prevede miglioramenti della leva finanziaria nel 2024, guidati dalla riduzione dei contenuti e dei costi operativi e dalle entrate”.

Shock energetico non aiuta

A peggiorare le cose, il quadro macroeconomico in deterioramento nel 2023 a causa dello shock energetico, “che peggiorerà in maniera diretta il potere d’acquisto dei consumatori”, si legge.  

“L’Italia è uno degli stati dell’Ue più dipendenti dal gas, con il gas che genera il 50% della sua elettricità, rispetto al 20% nell’UE nel suo insieme”, si legge ancora.

Inflazione in crescita, cala il potere d’acquisto

“Prevediamo – aggiunge Fitch – che una maggiore inflazione e un minore potere d’acquisto dei consumatori influenzeranno l’EBITDA di TI e le sue entrate. L’azienda ha coperto il 75% dei costi energetici per il 2023, ma costi più elevati potrebbero comunque compensare alcune efficienze sui costi realizzate dal suo piano di trasformazione. Ad esempio, i costi di locazione delle torri sono legati all’indice dei prezzi al consumo, aggiungendosi alle spese di locazione di TI nel 2023 e riducendo il suo margine EBITDA. Il minor potere d’acquisto dei consumatori aumenta il rischio di esecuzione della stabilizzazione della base di clienti di TI”.

Tim resterà leader di mercato

Nonostante tutto, Tim continuerà a mantenere la sua leadership di mercato, secondo l’agenzia di rating.

“TI è leader di mercato nella banda larga fissa e mobile con quote rispettivamente di circa il 41% e il 28,5% – si legge nel report di Fitch – TI continua a guidare nel segmento B2B con una crescita superiore al mercato nel suo business Enterprise. Nell’ultimo anno, la concorrenza nel mobile ha iniziato a rallentare man mano che Iliad raggiunge dimensioni, ma la concorrenza nel fisso è aumentata, portando la quota di mercato della banda larga fissa di TI (retail + wholesale) a scendere all’80,7% nel 2Q22 dall’83,4% nel 2Q21”.

Incertezza su Operazioni Straordinarie, in primis la rete unica

“TI ha delineato due opzioni strategiche per ridurre il proprio indebitamento. Un’opzione era quella di cedere le sue attività di rete o la sua divisione aziendale, ma i tempi previsti rimangono incerti. TI aveva detto di essere favorevole a una seconda opzione, una fusione tra i suoi asset di rete e Open Fiber, ma ciò ha comportato lunghe trattative data la moltitudine di stakeholder – prosegue Fitch – Anche se le parti interessate raggiungessero un accordo, il controllo normativo per la fusione sarebbe significativo, il che potrebbe ritardare ulteriormente la transazione”.

Golden power e volatilità della politica italiana

“TI è soggetta alla regola del Golden Power come risorsa strategica e la volatilità della politica italiana e il recente cambio di governo hanno portato a ulteriori ritardi. Ad esempio, sono stati prorogati i termini di un memorandum d’intesa (MOU) firmato tra TI, Cassa depositi e prestiti SpA (BBB/Stable), Open Fiber, Macquarie Fund e KKR a maggio”. Intanto mancano 15 giorni alla scadenza del MoU per l’offerta di Cdp sulla rete Tim.

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