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Tim scommette sul Cloud. Con Open Fiber basterà una partnership per l’earn out di 2,5 miliardi?

Ricavi e margini in crescita per la ServCo con l’ad di Tim Pietro Labriola che in conference call per il futuro scommette sul Cloud come fonte crescente di ricavi. L’ad ha poi parlato degli eventuali earn out possibili nei prossimi 30 mesi da parte di KKR, pari a 2,5 miliardi di euro, in caso di “partnership commerciale” con Open Fiber. Ma fino ad oggi, si era sempre parlato di una “fusione”, di una “integrazione di asset” come precondizione per arrivare agli eventuali earn out, che porterebbero il valore complessivo della cessione della rete al fondo KKR dagli attuali 20 miliardi ai possibili 22 miliardi. Per gli earn out basterà una partnership commerciale e non è una fusione? Nella slide del Capital market Day si parla di 2,5 miliardi entro 30 mesi in caso “transazione con Open Fiber e agevolazioni normative sui prezzi”.

I dati della semestrale

Tim archivia NetCo e il Cda approva i risultati preliminari e gestionali ‘like-for-like’ di TIM ServCo al 30 giugno 2024. Il mercato accoglie positivamente la semestrale, con un incremento dell’1,90% a 0,23 euro intorno alle 10,00 che è andato crescendo anche dopo la conference call, fino al +3% intorno alle 13,00, per poi assestarsi a +0,71% alle 17,00.

Come annunciato il 1° luglio, TIM ha perfezionato la cessione di NetCo e adottato un nuovo modello aziendale in ottica di riduzione del debito e senza rete.

Con riferimento ai risultati economici di ServCo – il perimetro che comprende TIM Consumer, TIM Enterprise, TIM Brasil e Sparkle – le informazioni preliminari e gestionali ‘like-for-like’ sono elaborate simulando gli effetti dell’operazione di separazione di NetCo.

Conti simulano la separazione di NetCo

Con lo scopo di fornire indicazioni sull’andamento del business di TIM ServCo, qui di seguito vengono presentate informazioni economico-finanziarie gestionali che simulano gli effetti dell’operazione di separazione di NetCo. Le informazioni considerano anche gli effetti dei rapporti commerciali con NetCo, che derivano dal MSA (Master Service Agreement) sottoscritto con NetCo – confermati i circa 2 miliardi di euro per l’accesso alla rete da parte di Tim a NetCo – e dalla contestuale riorganizzazione delle attività domestiche negli ambiti TIM Consumer e TIM Enterprise.

Tim scommette sul Cloud

In conference call, l’ad Pietro Labriola ha ricordato che per quanto riguarda i ricavi della ServCo Tim Brasil e Tim Enterprise insieme rappresentano il 70% del fatturato complessivo. Labriola ha poi ribadito il valore del Cloud nel mix attuale ma soprattutto futuro dell’azienda e scommette sull’attività del Polo Strategico Nazionale (PSN) per la migrazione della PA. “Il Cloud andrà benone, molto meglio delle nostre attese”, ha detto l’ad sottolineando l’importanza dei 16 data center di proprietà del gruppo in ottica di sviluppo del Cloud, che oggi rappresenta già il 35% dei ricavi complessivi. Ma che presto, aggiunge l’ad, rappresenterà il 50% dei ricavi totali.  

Tim, Labriola: orgoglioso operazione cessione rete, per molti impossibile

“La nostra ambizione era instradare l’azienda in nuovo percorso industriale. Abbiamo relizzato tutto nei temini e non era scontato. In pochi ci credevano”. Lo ha detto l’ad di Tim, Pietro Labriola presentando agli analisti risultati preconsuntivi semestrali di ServCo, la societa’ di Tim al netto della cessione della rete di NetCo chiusa il primo luglio.

“Abbiamo risolto il problema della leva che si trascinava da 20 anni. Due anni e mezzo di duro lavoro intensificatisi dall’offerta vincolante. Sono orgoglioso per il risultato che molti ritenevano impossibile e al contempo stiamo attuando il nostro piano come nessuno prima”.

Labriola ha confermato che l’indebitamento after lease con NetCo era di 21,5 mld ma dopo la cessione “c’è stata una riduzione significativa e abbiamo raggiunto un deleverage di 14,2 mld”.

TIM SERVCO – RISULTATI ‘LIKE-FOR-LIKE’ NEL PRIMO SEMESTRE:

■ I ricavi totali ammontano a 7,1 miliardi di euro, in crescita del 3,5% anno su anno (+1,6% nel domestico a 4,9 miliardi di euro, +7,8% in Brasile a 2,3 miliardi di euro); i ricavi da servizi sono in crescita del 4,0% anno su anno a 6,7 miliardi di euro (+2,2% nel domestico a 4,5 miliardi di euro, +7,6% in Brasile a 2,2 miliardi di euro);

■ In forte crescita l’EBITDA, che aumenta del 9,4% anno su anno a 2,1 miliardi di euro (+8,5% nel domestico a 1 miliardo di euro, +9,9% in Brasile a 1,1 miliardi di euro);

■ In forte crescita anche l’EBITDA After Lease, che sale del 13,0% anno su anno a 1,8 miliardi di euro (+8,8% nel domestico a 1 miliardo di euro, +17,8% in Brasile a 0,8 miliardi di euro);

■ TIM Consumer ha registrato ricavi totali sostanzialmente stabili a 3,0 miliardi di euro e ricavi da servizi pari a 2,7 miliardi di euro (+0,5% anno su anno), proseguendo nel percorso di stabilizzazione intrapreso nei trimestri precedenti. Fra i fattori a sostegno del trend, si evidenziano le attività di repricing effettuate nel semestre, che hanno riguardato complessivamente 9,6 milioni di linee fra fisso e mobile con un impatto limitato sul churn, e il costante incremento dell’Arpu di TIM Vision con una customer base stabile;

■ TIM Enterprise ha registrato ricavi totali pari a 1,5 miliardi di euro (+4,9% anno su anno) e ricavi da servizi pari a 1,4 miliardi di euro (+6,4% anno su anno), continuando a sovraperformare il mercato di riferimento grazie alla strategia di difesa del business della connettività e alla crescita dei ricavi ICT, che rappresentano il 61% del totale. Continua, in particolare, la forte performance del Cloud (+19% anno su anno, grazie anche alla spinta del Polo Strategico Nazionale), della Security (+100% anno su anno) e dell’IoT (+49% anno su anno). In crescita del 43% anno su anno a 2,0 miliardi di euro il valore dei contratti firmati nel semestre;

■ TIM Brasil ha registrato ricavi pari a 2,3 miliardi di euro (+7,8% anno su anno), ricavi da servizi pari a 2,2 miliardi di euro (+7,6% anno su anno) ed un EBITDA pari a 1,1 miliardi di euro (+9,9% anno su anno), continuando nel percorso di crescita intrapreso nell’ultimo biennio grazie alla spinta del segmento mobile. In forte crescita anche l’EBITDA After Lease a 0,8 miliardi di euro, +17,8% anno su anno.

Tim Consumer e Enterprise

I ricavi di TIM Consumer e di TIM Enterprise e le relative percentuali di crescita sono indicati al netto dei rapporti tra i due ambiti. Nel corso del semestre sono inoltre proseguite le azioni di contenimento dei costi volte ad aumentare il livello di efficienza strutturale di TIM Domestic (“Piano di Trasformazione, target di riduzione di 0,2 miliardi nel 2024”), con oltre 0,1 miliardi di euro di risparmi a livello di Ebitda AL – Capex nel periodo.

Indebitamento a parità di perimetro (compresa NetCo) +3,5%

L’Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease del Gruppo in continuità al 30 giugno 2024 ammonta a 21,5 miliardi di euro, sostanzialmente stabile (+0,1 miliardi di euro) rispetto al 31 marzo scorso. A seguito della vendita di NetCo, perfezionata il 1° luglio, l’Indebitamento Finanziario Netto rettificato After Lease pro-forma del Gruppo TIM ServCo risulta pari a 8,1 miliardi di euro, in linea con le previsioni.

L’evoluzione della posizione finanziaria netta nel secondo semestre prevede un net cash flow positivo per circa 0,6 miliardi di euro, che beneficerà dell’andamento della generazione di cassa operativa, del contributo positivo del net working capital ordinario, della riduzione degli oneri finanziari e dell’andamento del net working capital straordinario, che nella seconda parte dell’anno sarà neutro.

Il margine di liquidità pro-forma in seguito alla cessione di NetCo e alla conseguente riduzione dell’indebitamento copre le scadenze finanziarie fino al 2028.

Senza NetCo modifica strutturale dei costi per Tim ServCo Domestic

La cessione di NetCo non ha solamente comportato un significativo deleverage ma ha anche modificato strutturalmente la base dei costi di TIM ServCo Domestic. Confrontando il nuovo perimetro domestico con il precedente che includeva NetCo, nel primo semestre i cash costs (Opex+Capex) like-for-like risultano inferiori di circa 0,8 miliardi di euro, con un diverso mix:

■ Circa 0,1 miliardi di euro di maggiori Opex, per effetto dei costi per i servizi di accesso, parzialmente compensati dalla riduzione dei costi del lavoro;

■ Circa 0,9 miliardi di euro di minori Capex, per effetto del deconsolidamento degli investimenti relativi agli asset ceduti.

Il cambiamento nel mix implica che la struttura dei costi del business domestico è maggiormente ‘success driven’, e quindi più sostenibile.

TIM, sulla base dei risultati preliminari al 30 giugno 2024, conferma tutte le guidance fornite al mercato per l’anno in corso.

Tim, Labriola: ServCo, per ora non prevediamo creazione società separate

“Nessun cambiamento nel management” dopo la cessione di NetCo con le tre business unit di Tim, Consumer, Enterprise e Brasil in ServCo. “I risultati commerciali e operativi di cui sono stato estremamente soddisfatto hanno dimostrato che ci sono le persone giuste continuare ad affrontare questa sfida”. Lo ha detto l’ad, Pietro Labriola, in una call con gli analisti.

“Per il momento – ha aggiunto l’ad – non prevediamo la creazione di società separate. Più si va avanti più daremo informazioni sui Kpi sulle business unit ed è importante per noi anche per l’allocazione del capitale, per il giusto trade off”.

Labriola, earn out con partnership commerciale (non più fusione) tra Open Fiber e Fibercop

Dopo la cessione di Netco, Tim ha in pipe line altre operazioni straordinarie che possono portare ulteriore liquidità, per ottenere da Kkr un ulteriore importo a quello già versato; per la prima volta non si parla più di una fusione tra Open Fiber e Fibercop ma soltanto di una partnership commerciale. Da luglio “partono i 30 mesi per l’opportunità di un earn out da una partnership commerciale tra Open Fiber e Fibercop” dice l’ad Pietro Labriola rispondendo agli analisti, non si parla più quindi di una fusione tra i due operatori.

Tra le operazioni straordinarie anche la cessione di Sparkle al Mef, un’operazione su cui “sono ottimista” dice il manager, anche se la prima offerta ricevuta non aveva soddisfatto il cda.

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