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Tim, l’ombra di Xavier Niel (patron di Iliad) sull’offerta di Kkr?

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L’arrivo di Kkr sul dossier Tim ha riacceso le speculazioni di un interesse di Xavier Niel, patron di Iliad e consigliere del fondo Usa, per Telecom Italia.

Apertura di settimana in flessione del 2,7% a 0,47 centesimi per il titolo Telecom Italia (Tim), all’indomani del Cda straordinario di venerdì che ha portato al passo indietro dell’ad Luigi Gubitosi, che ha rimesso le deleghe pur restando in Cda.

Il Cda di venerdì ha dato disco verde all’analisi dell’offerta di Kkr per il 100% della compagnia telefonica a 0,505 centesimi di euro, che valorizza la società per complessivi 33 miliardi (debito incluso).

Intanto, sulla stampa francese si riaccendono le speculazioni di un interesse di Xavier Niel, patron di Iliad e consigliere del fondo Usa, per Telecom Italia.

Le deleghe cedute

Luigi Gubitosi è il quarto ad a cedere il testimone negli ultimi sei anni, a testimoniare la turbolenza del gruppo. Fatale lo scontro con il primo azionista Vivendi, che detiene una quota del 23,8%, che di fatto non ha mai veramente avuto fiducia nel top manager, messo alla guida della compagnia dal fondo Elliott nel 2018. Ma la posizione di Gubitosi si è di molto indebolita dopo il lancio di due profit warning negli ultimi mesi e gli scarsi risultati dell’operazione DAZN, che non ha portato i risultati sperati nelle casse aziendali.

Gubitosi resta in consiglio, ma i poteri di direttore generale sono passati a Pietro Labriola, Ceo di Tim Brasil, che però non fa parte del Cda.

Salvatore Rossi, presidente non esecutivo della compagnia, si è visto conferire invece le responsabilità e deleghe relative a Partnership & Alliances, Institutional Communications, Sustainability Projects & Sponsorship, Public Affairs, nonché la responsabilità di gestione degli assets e delle attività di TIM di rilevanza strategica per il sistema di difesa e di sicurezza nazionale.

E’ stato poi costituito un comitato ad hoc per analizzare l’offerta di Kkr.

Le intenzioni di Kkr

Secondo voci che circolano, Kkr vorrebbe proporre di separare la rete a banda ultralaerga di Tim perché sia rilevata da Cassa depositi e prestiti (CDP), una mossa disegnata per placare le preoccupazione del governo italiano sulla presa di potere del fondo americano. Questo progetto di scissione è già stato studiato a più riprese negli ultimi 10 anni e lo stesso Pietro Labriola faceva parte a suo tempo di uno dei gruppi di lavoro che avevano analizzato all’epoca tutti gli scenari e le conseguenze di questa operazione.

L’ombra di Xavier Niel

Questa scissione consentirebbe a Tim di alleggerire il fardello del debito e di ritrovare maggiori margini di manovra finanziaria per contrastare una crescente concorrenza sul mercato domestico del mobile, ravvivato dall’arrivo di Iliad nel 2018. L’operatore di Xavier Niel ha dichiarato 8 milioni di clienti mobili, una massa critica che gli ha consentito di raggiungere il break even. In tre anni, Tim ha perso 1,5 milioni di clienti, e adesso conta 30,5 milioni di abbonati.

Iliad ha inoltre confermato in occasione della sua ultima trimestrale che intende sbarcare anche sul mercato del fisso entro l’anno.

L’arrivo di Kkr sulla scena e in particolare nel dossier Tim ha riacceso le speculazioni di un interesse di Xavier Niel per Telecom Italia. Il fondatore e primo azionista di Iliad, società che ha ritirato dalla Borsa di Parigi quest’estate, era entrato nel capitale di Tim nel 2015, contemporaneamente all’aumento della partecipazione di Vivendi nella compagnia Tlc italiana.

Leggi anche: Rivoluzione francese in Telecom Italia: dopo Bollorè entra anche Xavier Niel

Xavier Niel dice adieu a Telecom Italia

Xavier Niel membro del Cda di Kkr dal 2018

Si ricorda inoltre che Xavier Niel è membro indipendente del Cda di Kkr dal 2018.

Derby francese nelle Tlc italiane?

Alcuni media francesi avanzano l’ipotesi che l’offerta di Kkr su Tim non sia altro che una nuova puntata del derby francese fra i due miliardari Vincent Bollorè, patron di Vivendi, e Xavier Niel, fondatore di Iliad, per il predominio sulle Tlc italiane.

Di contro, l’offerta di Kkr sul 100% di Tim è vista ovviamente di buon occhio da Xavier Niel. “Se Kkr rileverà Tim, fra 5 anni la rivenderanno e saranno pronti a consolidare il mercato italiano”, ha detto una fonte vicina a Xavier Niel.

Il mercato italiano del mobile è molto affollato: accanto a Vodafone, Tim, WindTre e Iliad c’è anche Fastweb. Oggi Iliad detiene una quota del 12% del mercato e il sogno di Xavier Niel sarebbe quello di convolare a nozze con un concorrente.

Più facile trattare con i fondi

“Sarebbe più facile per Xavier Niel fare un’operazione con un fondo come Kkr visto che Bollorè, al contrario, non ha nessuna intenzione di muoversi”, dice la fonte.

C’è da dire inoltre che Vivendi ha avuto più di un problema con la politica di casa nostra, mentre Iliad sembra godere di una buona reputazione, se non altro perché ha contribuito ad abbassare i prezzi in modo definitivo nel mobile.

Come accennato, Vincent Bollorè e Xavier Niel si sono già scontrati in Tim nel 2015. All’epoca, Vivendi era diventata il primo azionista nel giro di poche settimane, con un raid che non era piaciuto al Governo Renzi dell’epoca. Per questo, Xavier Niel aveva cercato di entrare in partita, rilevando fino all’11% della compagnia in alternativa al finanziere bretone. Ma Bollorè non aveva ceduto e poco dopo, nel 2016, Niel era stato costretto a cedere il suo pacchetto in Tim, con una perdita di 200 milioni per concentrarsi sullo sbarco di Iliad in Italia.

Ci vuole riprovare ora?

Vedremo, intanto i sindacati sono mobilitati per il mantenimento dei livelli occupazionali.

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