Domani scadono i termini per i rilanci sulla rete Tim di Cdp-Macquarie e KKR. Ma la decisione finale arriverà il 19 giugno. per la rete. Ma ci vorranno altri due Cda per discutere dell’argomento, fissati in primo luogo il 19 giungo e poi il 22 giugno, data in cui si dovrebbe arrivare ad una decisione. Il 14 giugno sarà convocato un altro Cda, questa volta per la cooptazione di un consigliere per riempire lasciata vuota Arnaud de Puyfontaine, AD di Vivendi, che spinge per l’ingresso nel board dell’ex presidente di Leonardo Luciano Carta.
In sintesi, ci vorrà ancora tempo per arrivare ad una risposta sul futuro della rete Tim e anche sulla governance ci sono delle incertezze.
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Vivendi non vuole cedere
In questo contesto, Vivendi non sembra intenzionata a cedere sul prezzo fissato di 31 miliardi per cedere la rete fissa (primaria e secondaria) più Sparkle.
Secondo alcune fonti i francesi potrebbero accettare di trattare a partire da un’offerta di 25-26 miliardi di euro.
Le ipotesi sul tavolo del Cda sono due: da un lato, rifiutare i rilanci delle due cordate e prolungare quindi lo status quo, lasciando quindi la questione della rete in stallo. Dall’altro, riaprire l’ipotesi di un’Opa su Tim. Ma a quali condizioni?
Rischio stallo
Il valore di Tim è in flessione, il titolo si trova intorno ai 0,25 euro. Ma contestualmente il debito cresce e le prospettive di business sul mercato italiano sono difficili e sfidanti.
Le due cordate rivali CDP-Maquarie da un lato e KKR dall’altro, sono pronte a rilanciare con due offerte non troppo lontane dai circa 21 miliardi di euro messi sul piatto. Non si attendono grossi miglioramenti nei rilanci in arrivo domani. Quindi? Cosa possiamo aspettarci?
Le voci di un possibile ingresso in partita di un altro soggetto pubblico come le Poste sono state per ora smentite. Il Governo puntava a chiudere la partita a dicembre scorso. Sono passati sei mesi. Nei forum dei piccoli azionisti regna un sentiment di attesa mista a disillusione.