TIM conferma di aver ricevuto comunicazione circa la decisione della Corte d’Appello di rigetto della richiesta di sospensiva, per cui la sentenza di aprile dello scorso anno, che dispone la restituzione alla società del canone ’98 (per cui Vodafone aveva già incassato un maxi risarcimento) e relativi interessi e accessori, è provvisoriamente esecutiva, in attesa delle decisioni finali che saranno assunte dalla Corte di Cassazione a seguito del ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La sentenza non dispone alcun rilascio di garanzie a carico della società a fronte dell’esecuzione della stessa.
La vicenda
Il mese scorso la Corte d’Appello aveva dato alle parti tempo fino al 20 gennaio per raggiungere un accordo transattivo. Nell’udienza a porte chiuse del 20 gennaio, la Corte ha verificato che l’accordo stragiudiziale non è stato trovato e si è riservata di decidere fino ad oggi.
Tim, scrive Repubblica, anche prima della decisione della Corte di cassazione a cui il Mef ha fatto ricorso, può chiedere al giudice di pretendere il pagamento del credito, anche se le parti potrebbero comunque arrivare ad un accordo. Ma con la sentenza di oggi Tim ha più forza per richiedere in tempi brevi oltre un miliardo di risarcimento.
Lo scorso 3 aprile la Corte d’Appello di Roma aveva deciso di riconoscere al gruppo di tlc il rimborso richiesto allo Stato per circa 1 miliardo, nell’ambito di un contenzioso sulla restituzione del canone concessorio del 1998, l’anno successivo alla liberalizzazione del settore tlc.
Ricorso in Cassazione del Governo
Lo stesso giorno il governo aveva annunciato il ricorso per Cassazione e la richiesta di sospensione degli effetti esecutivi della pronuncia della Corte d’Appello.
La somma dovuta di circa un miliardo è pari al canone originario, di poco superiore a 500 milioni di euro, più la rivalutazione e gli interessi maturati.
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