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Tim-KKR, sentiment positivo dei piccoli azionisti ‘Lo scorporo in un modo o nell’altro si farà’

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Il sentiment dei piccoli azionisti di Tim volge al sereno, in vista del prossimo Cda straordinario per la nomina dell'ad: decisione sull'offerta di KKR in tempi stretti.

Sono passati ormai 50 giorni dall’offerta non vincolante di KKR per Tim e per ora il Cda non ha ancora risposto alle avances del fondo americano. La compagnia sembra ferma in un limbo, dal quale però si dovrà presto risvegliare anche perché i consiglieri indipendenti e quelli di Vivendi non vogliono più aspettare. Serve un nuovo ad che prenda ufficialmente le redini aziendali dopo l’uscita di scena di Luigi Gubitosi lo scorso 17 dicembre.

La lettera dei 5 consiglieri indipendenti

E’ per questo che appunto cinque indipendenti, fra cui due esponenti di Vivendi in Cda, hanno scritto al presidente Salvatore Rossi, chiedendogli di convocare al più presto un Cda straordinario per la nomina del nuovo timoniere. Un Cda che si dovrebbe tenere ben prima di quello fissato il 26 gennaio, per l’esame del nuovo piano industriale per la valorizzazione degli asset del gruppo, per non essere più oggetto di scalate come quella di KKR. Il direttore generale Pietro Labriola è in pole position per assumere le deleghe di ad e diventare così a tutti gli effetti capo azienda.  

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Piccoli azionisti fiduciosi

Ma qual è il sentiment dei piccoli investitori di Tim del forum Investing.com a questo punto? In linea di massima, c’è fiducia che la matassa alla fine si possa dipanare e che lo scorporo con la valorizzazione degli asset, in un modo o nell’altro, si farà.

Per ora, tuttavia, manca ancora una linea aziendale condivisa. Dopo l’uscita di scena di Gubitosi, ancora Labriola non è stato ufficialmente nominato ed è per questo, secondo alcuni piccoli investitori, che i 5 consiglieri indipendenti hanno chiesto la nomina in tempi stretti.

Tim nel limbo? Siamo ancora in fase pre-Opa

Questa sorta di limbo sarebbe dovuta al fatto che l’azienda si trova sotto Opa virtuale. Se faranno questo Cda straordinario con la nomina dell’amministratore delegato, andrà avanti “il piano dello scorporo di Labriola e di Vivendi”, secondo alcuni piccoli azionisti. Questo limbo sarebbe la controprova del fatto che alla fine l’Opa andrà in porto.

Un’Opa che prima andrà valutata dal Governo e poi dagli altri soci.

Il sentiment dei piccoli azionisti, nonostante questa situazione nebulosa, è positivo. Il titolo resta mediamente in terreno positivo consolidato intorno a 0,45 euro, in attesa di sviluppi. La tesi è che se ci fossero delle negatività, il titolo sarebbe già precipitato intorno a 0,30 euro. Di fatto, l’Opa per il momento resta soltanto un’ipotesi in attesa di sviluppi ulteriori.

Ma lo scorporo si farà…

Quel che pare indubbio all’interno del Forum è che lo scorporo in un modo o nell’altro si farà. “O lo farà Vivendi con Labriola oppure lo faranno gli americani di KKR”, è questa la tesi condivisa.

Un’altra convinzione dei piccoli azionisti è che la rete unica dovrà per forza andare in porto. Su cosa si basa questa convinzione? In primis, l’acquisizione del fondo australiano Macquarie della quota di Enel in Open Fiber. Se il fondo australiano ha messo mano al portafoglio per rilevare la quota di Enel, allora c’è un motivo: “la rete unica si farà”. Questo il ragionamento.

…E anche lo spezzatino

Lo spezzatino di Tim quindi si farà al 100%, secondo il sentiment dei piccoli azionisti, e creerà valore (a partire da Noovle) come già dimostrato in prima istanza dalla vicenda del PSN e del cloud nazionale. E questo gli americani di KKR, che insieme a CDP dovrebbero accaparrarsi a società della rete, lo sanno bene. Mentre secondo le previsioni che girano sul Forum dei piccoli azionisti a Vivendi dovrebbe andare invece la società dei servizi. Ad ogni modo, il prezzo dell’offerta di KKR di 0,505, secondo il ragionamento, verrà migliorato perché non riflette il vero valore della società.    

Un altro elemento di fiducia sono le banche italiane  

L’altro elemento che suscita fiducia nei piccoli azionisti sono le voci di un intervento di banche italiane come Intesa e Unicredit nella partita dell’Opa, in appoggio a KRR. La tesi è che un’operazione del genere, destinata ad essere la più grande della storia in Italia nel mondo delle telecomunicazioni, le banche italiane non possono essere escluse tout court. Alla fine, sul fronte di una possibile Opa qualcosa dietro le quinte si sta muovendo. Secondo stime, la nuova offerta rinforzata di KKR dovrebbe arrivare prima del 26 gennaio, data fissata per il Cda di Tim. Non a caso le voci di un interessamento della Casa Bianca in pressing sulla politica italiana per smuovere le cose.

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