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Tim, il Cda riduce il numero dei membri e annuncia una sua lista. Vivendi contraria. F2i investirà un miliardo per il 10% di NetCo

Tim prevede di ridurre le dimensioni del proprio consiglio di amministrazione per ridurne i costi e adattarlo al nuovo perimetro del gruppo italiano di telecomunicazioni a seguito dell’accordo raggiunto con il fondo di investimento KKR sulla vendita della sua rete fissa. Vivendi, primo azionista di Tim con il 23,75% e fuori dal Cda, è contraria alla riduzione del numero di componenti, e intende opporsi in assemblea. Vivendi è altresì contraria anche alla presentazione di una lista del Cda che sostiene l’ad Pietro Labriola.

Il Cda passa da 15 a 9 membri

Tim ha annunciato giovedì sera che il suo consiglio di amministrazione sarà ridotto a nove membri, dagli attuali 15, quando quest’anno verrà nominato un nuovo team di amministratori. Il mandato dell’attuale consiglio di amministrazione scadrà con l’approvazione dei conti della società per l’anno 2023, ha affermato il gruppo.

Tim ha comunicato che il proprio consiglio di amministrazione intende presentare una propria lista di candidati con l’obiettivo di costituire una lista di maggioranza. Il suo presidente Salvatore Rossi, che ha fatto sapere che non intende ricandidarsi, coordinerà la creazione di una lista di possibili candidati con l’aiuto di un consulente, ha precisato il gruppo.

F2I raccoglie 1 miliardo di euro da investire per il 10% in NetCo

F2i Sgr comunica di aver raggiunto con successo il target di raccolta di F2i-Rete Digitale, Fondo VI, finalizzato all’investimento in NetCo, la rete fissa nazionale di Tim. F2i, anche con il coinvolgimento del Fondo IV (Fondo Ania F2i) e del Fondo V (Fondo per le Infrastrutture Sostenibili) investirà circa 1 miliardo di euro per l’acquisizione di una quota del 10% circa in Net Co, affiancandosi così al ministero dell’Economia e delle Finanze, a KKR e ai suoi co-investitori, in un’operazione sistemica di grande valenza strategica e industriale per il nostro Paese. E’ quanto si legge in una nota diramata oggi. “L’accordo con KKR per l’ingresso dei fondi F2i nell’azionariato di NetCo garantisce al maggiore fondo infrastrutturale italiano diritti di governance e gestionali. Si prevede che l’acquisizione venga finalizzata verso metà 2024”, si legge nella nota. 

Fibercop vuole rivedere il contratto per l’accesso alla rete

Nel frattempo secondo quanto riferito da Repubblica, Fibercop – la società che gestisce l’ultimo miglio, cioè l’ultimo tratto della rete di Tim inserito nelle case di tutti gli italiani – ha scritto a Fastweb e Iliad, dirette concorrenti di Tim, per rivedere i termini del contratto di fornitura stipulato.

L’occasione si crea con la fine degli accordi di co-investimento previsti da Agcom. E adesso i rivali di Tim temono un peggioramento significativo delle condizioni contrattuali che coinciderebbe con il passaggio della rete nelle mani di Kkr, operazione appena autorizzata dal governo.

Finora Fastweb, Iliad e la stessa Wind hanno affittato da Fibercop l’ultimo miglio della rete in una versione “spenta”. Erano poi loro ad accenderla, perché funzionasse: ogni società con una sua tecnologia proprietaria.

Adesso, però, Tim ha firmato un accordo con Kkr (Master service agreement) che impone la fornitura di un servizio completo anche per l’ultimo miglio. Sarà NetCo a fornire un pacchetto completo.

Ma gli altri operatori non vogliono passare a questo servizio completo temendo un aumento del prezzo di fornitura. I forti malumori, prosegue Repubblica, che si registrano tra gli operatori rivali di Tim possono sfociare in una formale contestazione sia presso il garante AgCom sia presso l’Antitrust Ue.

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