La lista

Tim, De Puyfontaine primo della lista Vivendi. Bernabè torna in Cda come indipendente

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Arnaud de Puyfontaine, amministratore delegato di Vivendi, è il primo della lista dei candidati al Cda di Tim dell’azionista francese ma ciò non significa che sarà lui presidente.

Arnaud de Puyfontaine, amministratore delegato di Vivendi, è il primo della lista dei candidati al Cda di Tim appena depositata dall’azienda francese, che detiene il 23,9% del gruppo, in vista dell’assemblea del 4 maggio per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Ciò non significa che De Puyfontaine sarà il presidente designato, visto che nella lista restano al quarto e quinto posto il presidente uscente Giuseppe Recchi e l’amministratore delegato Flavio Cattaneo. Quest’ultimo peraltro ha già detto che il suo obiettivo è restare al timone del gruppo indipendentemente dal presidente.

In complesso, nella lista di Vivendi ci sono tre membri espressione del board francese  e cinque indipendenti, fra cui spicca il nome di Franco Bernabè, l’ex amministratore delegato di Telecom Italia (per due mandati, il primo nel 1998-199 e poi nel 2007-2013).

Tim ha anche confermato la volontà di diminuire i membri del Cda da 16 a 15.

Bisognerà comunque attendere l’assemblea del 4 maggio per sciogliere il nodo della presidenza, tanto più che l’azienda di Vincent Bollorè ha già notificato alla Commissione Europea che dopo l’assemblea potrebbe arrivare a detenere il controllo de facto di Tim, con due terzi dei membri del Cda. La Commissione Ue dovrebbe esprimersi in merito il 12 maggio.

Fra le ipotesi emerse negli ultimi giorni, la possibilità che il tandem Recchi-Cattaneo resti in sella oppure che De Puyfontaine assuma la carica di presidente mentre Recchi potrebbe restare come suo vice.

Vedremo.

Quel che è certo è che la nomina alla presidenza di De Puyfontaine non passerebbe inosservata in Consob, ha fatto sapere il presidente Giuseppe Vegas.

Nei giorni scorsi Assogestioni aveva depositato la sua lista di candidati al cda di Tim, confermando Lucia Calvosa e Francesca Cornelli e proponendone tre nuovi fra cui Dario Frigerio (ex ad Pioneer).

Il rinnovo del Cda di Tim si intreccia con l’istruttoria aperta dall’Agcom il 21 dicembre scorso su possibili violazioni della legge Gasparri con l’ipotesi di abuso di posizione dominante di Vivendi nel mercato delle comunicazioni elettroniche per le quote detenute in Tim e Mediaset (di cui è secondo azionista dopo Fininvest con una quota vicina al 30%).

La decisione dell’Agcom è attesa entro il 24 aprile, prima quindi del cda di Tim, ma potrebbe slittare anche di due mesi in caso di sopraggiunte novità sostanziali negli assetti delle aziende sotto indagine. E di novità in Tim potrebbero essercene di sostanziali.

Vedremo se l’autorità preferirà esprimersi nei tempi, chiedendo la cessione di quote in Mediaset e/o Tim a Vivendi o magari con una semplice raccomandazione, oppure se vorrà attendere l’esito dell’assemblea di Corso di’Italia per disporre di un quadro più completo della situazione. Tanto più che anche secondo la Commissione Ue non è ben chiara la strategia di Vivendi su Tim.

Quel che è certo è che in tutta la ‘vicenda Vivendi’ in Italia, il Governo italiano ha fortemente criticato la scalata a fari spenti del gruppo francese a Mediaset dello scorso mese di dicembre dopo il dietrfront sull’acquisizione di Premium.

Ma questa è un’altra storia che si risolverà a carte bollate in tribunale.

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