Tim ha fatto sapere di aver iniziato l’esame delle due offerte ricevute da CDP-Macquarie e KKR per l’acquisto di NetCo (rete fissa più Sparkle). Esame che come previsto si concluderà giovedì 22 giugno. “Allo stato attuale nessuna decisione è stata assunta”, si legge nella nota dopo il Cda di ieri.
Secondo diverse fonti, l’offerta di KKR sarebbe in vantaggio, in ragione di un importo maggiore, pari a 23 miliardi di euro e della possibile alleanza con il fondo infrastrutturale F2i che potrebbe contribuire ad aumentare ancora l’offerta.
KKR ha aumentato la sua offerta originaria di ulteriori 2 miliardi, arrivando appunto a 23 miliardi, superiore ai 19,3 miliardi messi sul piatto da CDP-Macquarie.
Siamo ancora lontani dai 31 miliardi richiesti a suo tempo da Vivendi, primo azionista di Tim con il 23,75%.
A questo punto, comunque vada, “la stagione delle offerte” dovrebbe essere arrivata al capolinea. Non è affatto scontato che il Cda voti per la cessione della rete, anche se nessun membro del consiglio è espressione di Vivendi che si è vista rispedire al mittente la proposta di nominare Luciano Carta nel board come sostituto di Arnaud De Puyfontaine, Ceo di Vivendi uscito a gennaio dal board di Tim. Al suo posto Alessandro Pansa, ex capo della Polizia e del Dis e attualmente presidente di Sparkle oltre che di Telsy, società del gruppo Telecom.
Resta da capire come si muoverà Vivendi, contraria alla cessione della rete a queste condizioni. Per il Corriere della Sera, non è escluso che a questo punto i soci francesi aspetteranno di vedere se la vendita della rete arriverà in assemblea, dove possono bloccarla.
Resta anche da capire come intende muoversi il Governo nell’eventualità di una rete a maggioranza Usa. Nel frattempo, il titolo Tim in Borsa viaggia in positivo e scommette sulla cessione.