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Tim, corsa a ostacoli per il Cda del 17 dicembre

Non si spegne l’incertezza sulle sorti di Tim, che oggi in Borsa vede il titolo in flessione dell’1,48% a 0,45 centesimi in apertura. Oltre all’offerta del fondo americano Kkr, sotto i riflettori del mercato è finita la volontà dell’ex incumbent di rivedere l’accordo sul calcio con DAZN, dopo aver registrato risultati al di sotto delle attese. Non è escluso che il 17 dicembre, in occasione del prossimo Cda, l’azienda sia costretta a rivedere ancora una volta al ribasso le stime per il 2021, con quello che sarebbe il terzo profit warning da luglio.

Inoltre, resta forte il dubbio che entro il 17 dicembre il Cda possa essere in grado esprimere un’opinione sull’offerta amichevole di KKR, visto che 10 giorni sono oggettivamente pochi per i neo advisor Goldman Sachs e LionTree per riuscire ad approntare le loro valutazioni.

Revisione dell’accordo con DAZN

Secondo il Sole 24 Ore, l’obiettivo di Tim sarebbe quello di tagliare fra 60 e 80 milioni di euro il prezzo annuo dell’accordo, pari a 340 milioni di euro per il triennio 2021-2024 per un totale di circa un miliardo di euro in tre anni per la concessione di trasmissione in streaming dei diritti della Serie A.

Secondo i calcoli fatti in Tim i risultati sotto le aspettative sarebbero stati determinati dai problemi di trasmissione avuti da DAZN nelle prime giornate di campionato. Il risultato sarebbe visibile in un “tasso di abbandono” aumentato. Inoltre, secondo TIM, a generare un impatto negativo sarebbe stata anche la scelta di Dazn di garantire ai propri clienti la “concurrency”. La visione contemporanea di contenuti sportivi su un unico account ma essendo situati in luoghi differenti, consentita da DAZN, ha senz’altro portato a un sacrificio nei numeri. Dazn stessa ha considerato la concurrency come una pratica che contribuisce in maniera decisiva al 20% di media di utilizzi fraudolenti riscontrati dalla piattaforma.

Tra l’altro, per discutere dei problemi legati allo streaming delle partite, l’Agcom ha convocato nei prossimi giorni Luigi De Siervo, ad della Lega serie A.

Gubitosi, deleghe rimesse ma resta in Cda

Un accordo fortemente voluto dall’ex ad Luigi Gubitosi, che ha rimesso le deleghe dopo lo scontro con Vivendi, ma che per ora siede ancora in Cda e starebbe negoziando una buonuscita multimilionaria, secondo diverse fonti.

L’accordo con DAZN è fra le cause principali dei due profit warning emessi da Tim negli ultimi mesi e della richiesta di Vivendi di sollevare dall’incarico l’ex ad, al osto del quale è stato nominato direttore generale Pietro Labriola, che peraltro mantiene la carica di Ceo di Tim Brasil.

Nel frattempo, la nomina di un nuovo amministratore delegato – in pole position ci sarebbe proprio Pietro Labriola – resta bloccata finché non si libererà un posto in Cda.

Riorganizzazione della compagnia

Non più tardi di due giorni fa Tim ha comunicato la nuova organizzazione di Gruppo che prevede la fuori uscita di Nicola Grassi, Chief Technology & Operations Officer, e Carlo Nardello, Chief Strategy, Business Development & Transformation Officer, lasciano l’Azienda.

La funzione Chief Technology & Operations Officer confluisce nella nuova funzione Chief Network, Operations & Wholesale Office affidata a Stefano Siragusa, che assume il ruolo di Deputy del Direttore Generale.

La nuova funzione Chief Strategy & Business Development Office viene affidata ad interim a Claudio Ongaro.

Vengono costituite la funzione Chief Consumer, Small & Medium Market Office affidata ad interim a Pietro Labriola, la funzione Chief Enterprise Market Office affidata a Massimo Mancini e la funzione Brand Strategy & Commercial Communication affidata ad interim a Sandra Aitala.

La funzione Procurement viene affidata ad interim a Simone De Rose, mentre Paolo Chiriotti, alle dirette dipendenze del Direttore Generale, è il riferimento per la gestione dei progetti di business transformation”.

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