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Tim conferma 6.500 esuberi. Verso la Cigs senza accordo con sindacati

Sulla rottura delle trattative fra Tim e sindacati sul piano di 6.500 esuberi presentato a gennaio dall’amministratore delegato Amos Genish pesano l’incertezza del quadro politico, il perimetro della societarizzazione della rete Tim e le voci di nuovi assetti azionari dopo la comparsa sulla scena del fondo Elliott.

Tim procederà unilateralmente ad avviare la procedura per la Cigs, cassa integrazione straordinaria, dopo l’incontro odierno con i sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, che hanno ribadito il no al progetto di riorganizzazione dell’azienda annunciato a febbraio dall’amministratore delegato Amos Genish.  Lo riferisce la Reuters, ricordando che l’azienda nel primo incontro di febbraio aveva richiesto 4mila esodi tramite la legge Fornero e 2.500 esodi incentivati. Telecom offriva anche 2.000 assunzioni che sarebbero state pagate attraverso una riduzione di orario di 20 minuti a tutti gli altri lavoratori (solidarietà espansiva).

I sindacati, che minacciano mobilitazioni e scioperi se scatterà la Cigs (l’azienda ha concesso ancora qualche settimana di tempo), sono preoccupati per l’incertezza sulla governance e gli assetti azionari della società, dopo l’arrivo sulla scena del fondo Elliott che, secondo diverse voci, è intenzionato ad entrare nel board e a proporre un piano industriale anti-Vivendi, alternativo a quello presentato la scorsa settimana dall’ad Amos Genish.

Per i sindacati pesa anche il perimetro dell’annunciata societarizzazione della rete Tim, nonché l’attesa per la formazione del nuovo governo.

“Abbiamo detto che sarebbe opportuno non avviare la procedura di cassa integrazione in una fase molto complessa della vita di Tim – ha detto a Radiocor Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl – siamo preoccupati che l’assemblea del 24 aprile possa ribaltare l’attuale assetto proprietario e di governance”. Alla richiesta delle sigle di prendere tempo in relazione al periodo di incertezza, prosegue Serao, “l’azienda ha detto che ci dà qualche settimana, poi ci comunicherà la decisione. Non ci sarà dunque un’altra convocazione. O li chiamiamo noi al tavolo o loro, al termine di questo periodo, ci comunicheranno l’avvio della Cigs. Noi abbiamo detto che se dovessero aprire la procedura della Cigs, noi faremo sciopero”.

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