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Tim Brasil. Oi ‘apre’ alla fusione. Rodrigo Abreu: ‘Ancora nessun accordo’

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Il Ceo ad interim di Oi 'possibilista' su un'eventuale fusione:  'Il mio obiettivo è di creare valore per gli azionisti, perciò non ho pregiudizi di sorta su come realizzarlo', ha detto il Ceo  Bayard Gontijo.

Tim Brasil, è pronta a reagire “a qualsiasi movimento di consolidamento nel mercato mobile in Brasile”. Lo ha dichiarato il presidente Rodrigo Abreu nel corso di un incontro con la comunità finanziaria a Londra, precisando che Tim sta conducendo un’analisi generale sul dossier Oi ma che comunque non vi è ancora un accordo di acquisto o fusione tra le due società, rispettivamente secondo e quarto operatore mobile del mercato brasiliano con una quota, rispettivamente, del 27% e 19%.

Oi ha un valore di mercato di circa 3,6 miliardi di euro e un debito di quasi 15 miliardi. Tim Brasil, di cui Telecom Italia controlla il 67% ha una capitalizzazione di circa 10 miliardi di euro.

Il consolidamento del mercato mobile brasiliano “è visto come una risposta a un settore più competitivo”, ha affermato ancora Abreu, che ha però bollato come ‘assurda’ l’ipotesi di spezzettare Tim Brasil tra i concorrenti Oi, Claro e Vivo e ha ricordato che qualsiasi movimento del mercato sarà seguito da vicino dalle autorità di regolamentazione, CVM (Borsa) e Cade (Concorrenza).

Il Ceo ad interim di Oi, Bayard Gontijo, dal canto suo ha riferito di essere aperto a tutte le alternative di consolidamento, incluso un eventuale merger. “Il mio obiettivo è di creare valore per gli azionisti, perciò non ho pregiudizi di sorta su come realizzarlo”,  ha detto Gontijo, che dal mese scorso ha preso il posto del dimissionario Zeinal Bava.

Un cambio di rotta rispetto ad agosto, quando la società aveva dato mandato a Banco BTG di studiare l’acquisizione di Tim Brasil, con l’obiettivo di coinvolgere anche gli altri player del mercato.

Secondo il quotidiano Folha de S. Paulo, in ballo ci sarebbe un’offerta congiunta da 10,4 miliardi di euro e l’idea sarebbe quella di suddividere Tim tra Claro (America Movil)  che prenderebbe circa il 40%; Telefonica (32%) e Oi (28%).

Lo ‘spezzatino’ secondo i rumors, servirebbe proprio ad aggirare gli ostacoli antitrust che si paleserebbero se ad acquisire la controllata di Telecom Italia fosse uno solo dei concorrenti.

Per concretizzare i suoi piani, alleggerirsi dal debito e avere a disposizione liquidità sufficiente, Oi sta accelerando sulla vendita degli asset di Portugal Telecom,  per i quali sono in ballo due offerte abbastanza cospicue: quella di Altice da 7,03 miliardi e quella, arrivata ieri, dei fondi Apax e Bain, di 50 milioni più alta. Nella partita anche Isabel dos Santos che invece ha presentato un’offerta da 1,2 miliardi su Portugal Telecom SGPS, ossia la holding che controllerà una quota di minoranza della nuova società nata dalla fusione tra il gruppo telefonico portoghese e Oi.

Sempre secondo informazioni non confermate, la prossima settimana si riunirà il cda di Telecom Italia per discutere le opzioni sul tavolo in Brasile, inclusa la vendita delle torri di trasmissione.

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