Oi, Vivo e Claro pare vogliano alzare la posta su Tim Brasil, con un’offerta da 15 miliardi di dollari (12,07 miliardi di euro)– superiore a quella da 10,4 miliardi di euro che si diceva fosse pronta a ottobre.
Su richiesta delle Autorità di mercato, Tim Participacoes ha fatto sapere di non essere al corrente di alcun accordo, trattativa o proposta che coinvolga la società.
L’ad della società, Rodrigo Abreu, ha dichiarato che Tim Partecipacoes, sta monitorando il contesto, non sta soltanto ferma “aspettando di vedere cosa accade”.
Secondo l’agenzia Bloomberg, l’offerta sarebbe presentata da BTG Pactual che agirebbe da veicolo finanziario, acquisendo Tim Brasil per poi dividerla in tre. A Oi andrebbe quindi il 25%, mentre il restante sarebbe suddiviso tra Claro – del gruppo America Movil del miliardario messicano Carlos Slim – e Vivo, di proprietà di Telefonica.
Quest’ultima, che sembrava essersi defilata da eventuali operazioni su Tim Brasil – dopo aver soffiato alla controllata Telecom l’acquisto di GVT e aver ceduto ai francesi di Vivendi una quota dell’8,3% della società italiana (mantenendo una partecipazione del 2,6%, senza diritti di voto) – subentrerebbe in un secondo momento, dopo il completamento dell’acquisizione di GVT. Il CFO di Telefonica, Angel Vila, ha confermato il mese scorso che la società spagnola è pronta a apartecipare al consolidamento del mercato mobile brasiliano, precisando però che non saranno loro ad aprire le danze.
Oi ha appena ceduto Portugal Telecom al gruppo Altice dell’imprenditore franco-israeliano Patrick Drahi per 7,4 miliardi di euro con l’obiettivo dichiarato di rinforzare la sua capacità finanziaria – la società ha un debito di quasi 15 miliardi – e consolidare la sua presenza sul mercato tlc brasiliano. La transazione deve ancora essere approvata dai soci.
Telecom Italia ha sempre ribadito la strategicità di Tim Brasil e la sua ‘incedibilità’ a meno di un’offerta davvero irrifiutabile. Secondo le stime della società, la controllata brasiliana vale circa 20 miliardi di euro, incluso il debito. Il mese scorso, il management ha ricevuto dal board il mandato per “approfondire le opzioni riguardanti una possibile integrazione” tra Tim Participacoes – che controlla Tim Brasil – e Oi. Secondo gli esperti di Berenberg una fusione potrebbe generare sinergie per 12,8 miliardi di real brasiliani (4 miliardi di euro), senza conseguenze sulla leva finanziaria del gruppo Telecom Italia e senza bisogno di un aumento di capitale.
Il titolo di Telecom Italia (che controlla il 67% di Tim Brasil), intanto, sta beneficiando di questi nuovi rumors, arrivando in mattinata a guadagnare il 2,49% a 0,9465 euro dopo aver toccato quota 0,977, il massimo da giugno.
Secondo gli analisti di Intermonte, l’offerta ha comunque scarse chance di essere accettata da Telecom dal momento che un’offerta da 15 miliardi di dollari valorizzerebbe la quota di Telecom Italia circa 8 miliardi di euro contro i circa 9 miliardi indicati in passato come soglia minima per un’eventuale cessione.
Secondo Imi il l’offerta corrisponderebbe a circa 7,1 volte l’Ebitda di Tim Brasil “contro uno storico di 5-5,5 volte ma sotto le 10 volte a cui è avvenuta l’operazione Telefonica-GVT”.