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Tim Brasil-Oi: Telecom Italia smentisce trattative in corso

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Nuovo round di indiscrezioni e smentite sul possibile avvio di trattative per la cessione della controllata brasiliana di Telecom Italia.

Telecom Italia ha smentito di aver avviato contatti “formali o informali” con Oi in vista di una fusione con Tim Brasil.

Secondo quanto riportato da Reuters, infatti, il Cda di Telecom Italia e il Ceo di Oi, Bayard Gontijo, avrebbero intavolato colloqui focalizzati anche sui possibili cambiamenti regolatori nel settore delle telecomunicazioni brasiliane che potrebbero favorire un’alleanza.

Come aveva spiegato tempo fa l’ad di Telecom Italia Marco Patuano, aprendo per la prima volta all’eventualità di cedere la controllata, “…prima di cominciare a discutere qualunque consolidamento di società in Brasile, Telecom impone come priorità la definizione del quadro regolatorio delle concessioni di telefonia fissa”.

“L’attuale modello regolamentare è superato e dev’essere immediatamente modernizzato”, aveva rilanciato Gontijo, riferendosi, in particolare, alla necessità di una maggiore flessibilità sugli obblighi di investimento nella rete fissa, un settore in forte emorragia di utenti.

Il regolatore del mercato ha sottoposto alcune modifiche delle normative a consultazione pubblica fino al 15 gennaio. C’è dunque attesa per conoscere l’evoluzione della regolamentazione perché, come hanno rivelato alcune fonti, la rimozione degli obblighi di investimento nella rete fissa renderebbero l’accordo più interessante per Tim.

Altre fonti hanno riferito che la proposta di fusione, elaborata da BTG Pactual potrebbe essere presentata a entrambi i gruppi telefonici prima della fine di gennaio.

Il piano prevedrebbe la partecipazione del fondo russo LetterOne, di proprietà del miliardario Mikhail Fridman, che si era detto disponibile a procedere con un aumento di capitale da 4 miliardi di dollari per migliorare la posizione finanziaria di Oi, che è l’operatore telefonico più indebitato del Brasile.

Secondo notizie circolate nei giorni scorsi, inoltre, oltre ai russi di LetterOne sarebbe pronta a entrare in partita anche la China Development Bank che già a fine 2015 ha aperto una linea di credito da 1,2 miliardi di dollari diventando uno dei principali creditori di Oi. L’istituto finanziario potrebbe, secondo gli ultimi rumors, garantire un nuovo maxi-prestito per agevolare il matrimonio con Tim Brasil.

Oi è il quarto operatore mobile brasiliano con una quota di mercato del 18%. La società ha un debito di circa 8 miliardi di euro, dei quali 2,6 in scadenza nel 2016.

Tim Brasil è invece il secondo operatore del Paese con 72,6 milioni di linee mobili e una quota di mercato sulle linee pari al 26%.

Insieme darebbero quindi vita al maggiore operatore brasiliani, con una quota del 44%, di gran lunga superiore a quella del leader del mercato, Vivo (di proprietà di Telefonica), e del terzo player, America Movil (di Carlos Slim) che controllano rispettivamente il 29% e il 25% del mercato.

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